Coronavirus, Nidia si racconta: “Ho perso mio marito per il Covid ed ora sono sola”

Se la solitudine è uno dei drammi di chi contrae il virus, lo è anche per chi rimane. Nidia Gil ha perso suo marito il 29 marzo: "Sono stata da sola a casa per giorni, nessuno mi ha detto che devo stare a case e non uscire".
Nidia Gil e Roberto Laguzzi
Società

La voce, rotta, tradisce le sue origini lontane, dalla soleggiata Cuba. Dalle sue parole un dolore autentico, una perdita irreparabile e la sensazione di sentirsi soli. Troppo.

Nidia Gil abita ad Aosta, ed il 29 marzo scorso – dopo una settimana in ospedale – il Coronavirus si è portato via suo marito, Roberto Laguzzi, che aveva 63 anni.

Da lì per Nidia è iniziato un calvario, come racconta lei stessa: “Già dall’inizio le cose non sono andate bene – spiega –, mio marito è andato tre volte in Pronto soccorso perché si sentiva sempre stanco, ma non c’era tosse e non aveva altri sintomi. Lui aveva 63 anni ed era cardiopatico, per questo ho insistito molte volte. L’ultima volta che ho chiamato, ho spiegato i suoi problemi e hanno capito che la situazione era grave”.

Poi sei giorni di ansia, in attesa di risposte: “Il 23 è stato portato in ospedale, ed è morto il 29”.

Se la solitudine è uno dei drammi di chi contrae il Covid-19, lo è anche per chi rimane, soprattutto se ti restano gli interrogativi di Nidia e ti manca una “rete” d’appoggio, qualcuno a cui chiedere aiuto.

“Da questa settimana sono da sola a casa – prosegue nel suo racconto –, non si è fatto sentire nessuno, non un dottore, non qualcuno dalla Protezione civile. Sto piangendo per chiedere un tampone anch’io ma niente, ho chiamato il medico della mutua ma se non c’è la febbre non si fa il tampone. Sono stata da sola a casa per giorni, nessuno mi ha detto che devo stare a case e non uscire, io mi sono isolata da sola”.

Dietro la perdita, tanto altro: “Da quando è stato chiuso tutto non sto lavorando e sono a casa da sola, abbattuta. Non so se sono asintomatica, non so cosa succede, neanche il mio dottore, l’ho chiamato disperata dieci volte perché sto male. Non ho dei contatti, fortunatamente ho degli amici e dei compaesani che ogni tanto mi portano una ‘borsina’ con qualcosa per mangiare. Anche loro sono però molto abbattuti, e tranne loro nessuno sa se sono viva o morta in casa”.

Nidia Gil e suo marito Roberto Laguzzi
Nidia Gil e suo marito Roberto Laguzzi

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