Coronavirus, per i sindacati medici serve una “alleanza tra ospedale e territorio” per accelerare con i vaccini

Aaroi-Emac, Anaao-Assomed, Cimo, Fp-Cgil Medici, Fassid e Fvm chiedono un "cambio di passo" nella campagna vaccinale, anche per "liberare" l'ospedale: "A forza di dedicare energie e investimenti solo all’emergenza da ben un anno i pazienti non-Covid hanno subito parecchi e prolungati disagi e rinvii delle cure".
Ospedale Parini
Società

L’appello dell’Assessore alla Sanità Roberto Barmasse ai Sanitari dell’Usl è stato raccolto, la volontà è quella di dare forza al progetto di vaccinare la popolazione suscettibile prima dell’estate e raggiungere la tanto agognata immunità di comunità. Obiettivo condiviso dai sindacati dei medici ospedalieri attraverso i propri iscritti, per una partecipazione su base volontaria, al di fuori dell’orario di lavoro, a favore della campagna vaccinale.

“Purtroppo, però, la salute pubblica non può essere soltantoCovid e vaccini’ – scrivono in una nota Aaroi-Emac, Anaao-Assomed, Cimo, Fp-Cgil Medici, Fassid e Fvm –. A forza di dedicare energie e investimenti solo all’emergenza, il risultato è che da ben un anno i pazienti non-Covid, e tra questi coloro con patologie non urgenti ma da trattare anche chirurgicamente e in tempi accettabili per evitare l’insorgenza di complicazioni legate alla lunga attesa, hanno subito parecchi e prolungati disagi e rinvii delle cure. E gli effetti di tali disparità si vedranno purtroppo per molti anni a venire”.

“L’emergenza pandemica ha messo chiaramente a nudo i limiti del nostro Sistema Sanitario Nazionale e Regionale dovuti soprattutto a scelte fallimentari di decisori politici e aziendali che hanno operato solo una generale e indiscriminata riduzione delle risorse disponibili, senza una visione progettuale per la crescita” attaccano ancora i sindacati.

Il discorso parte da lontano: “Infatti – si legge ancora nella nota – a causa delle mancate assunzioni per la poca attrattività, i continui trasferimenti di colleghi bravi e stimati presso altre regioni o strutture, oltre ai numerosi pensionamenti in corso da anni, sono venuti meno tutti gli elementi fondamentali per mantenere i livelli di cura al passo con il progresso scientifico e tecnologico. L’ospedale si trova paralizzato, stravolto nell’organizzazione e sacrificato per la terza volta permettendo le cure solo ai pazienti che necessitano di ricovero per patologie urgenti o non differibili. Sembra di assistere alla via crucis della sanità ospedaliera”.

Un cambio di passo

Le organizzazioni sindacali dei Dirigenti Medici e Sanitari Ospedalieri auspicano un cambio di passo, e spiegano da quali elementi è necessario partire: “Nuovo Ospedale, nuovi investimenti, nuovi tavoli di contrattazione per la creazione di un polo di alto livello, nuove strategie dirigenziali da parte della Direzione Aziendale saranno le sfide dei prossimi mesi”, scrivono.

L’alleanza per la salute pubblica tra ospedale e territorio

A questo, si aggiunge un elemento, per i sindacati, imprescindibile: “È notizia dei giorni scorsi la sigla di un accordo per accogliere i Medici di Medicina Generale e Territoriale ad effettuare l’attività vaccinale presso gli Hub regionali – scrivono ancora –. Questo potrebbe rappresentare un segnale concreto nell’alleanza per la salute pubblica tra ospedale e territorio. I colleghi del territorio, che conoscono bene i propri assistiti, rendendo capillare la promozione del vaccino potranno diventare gli attori protagonisti della campagna vaccinale”.

“Una loro, si spera, massiccia adesione potrebbe dare impulso al cambio di passo negli attuali ritmi di vaccinazione e nell’utilizzo delle dosi assegnate: ciò potrà consentire agli specialisti ospedalieri di non essere precettati per vaccinare la popolazione ma di restare dedicati alle attività di cura ospedaliere Covid e a tutte le attività non Covid che sono state invece forzatamente ridotte o sospese da oramai più di un anno. Il coinvolgimento dell’area territoriale sarà la svolta per superare questa terza (e speriamo ultima) ondata, con la necessaria e proficua collaborazione con i colleghi ospedalieri”.

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