La data, ancora, è da definire, ma il primo passo è stato fatto. L’Azienda Usl ha stipulato con il Comune di Aosta il comodato d’uso gratuito per l’utilizzo del Palaindoor quale “quartier generale” per le vaccinazioni alla popolazione.
Ora, al completamento dell’iter manca solo un passaggio con la Regione: “Per la procedura – spiega il Direttore generale Usl Angelo Pescarmona – serve in primis una delibera di Giunta regionale che individua le tre sedi vaccinali di Aosta, Châtillon e Donnas (qui verranno utilizzati i rispettivi saloni polivalenti, ndr.) come sedi destinate ad attività sanitaria provvisoria. Questo primo atto con ogni probabilità sarà adottato nei prossimi giorni. Per gli altri due comuni è già stata fatta la delibera, per Aosta abbiamo fatto un incontro prodromico con il Comune per arrivare a questa stipula”.
Con l’inizio di marzo, dice ancora il Direttore Usl, tutto dovrebbe essere pronto a partire: “Poter portare fuori dall’ospedale la campagna vaccinale è una cosa positiva – prosegue Pescarmona –, anzitutto per non creare assembramenti dentro la struttura, poi perché vicino al Centro prelievi insiste anche il cantiere per il ‘triangolo’ che ospiterà dieci posti aggiuntivi di Terapia intensiva. Per l’inizio di marzo saremo pronti”.
La situazione, però, vive di cambi continui, anzitutto riguardo le dosi dei vaccini, ma non solo. Le stime di Pescarmona – attorno ai 6/700 vaccinati al giorno, chiudendo il flusso a luglio – sono al momento solo indicative. Il Direttore spiega: “Quello non è un obiettivo, perché l’Azienda ha la possibilità di arrivare anche a 1200 vaccinati al giorno. Ci adeguiamo però sulla base delle disponibilità dei vaccini, contando che a oltre a Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca sappiamo che a marzo arriverà anche il vaccino Johnson & Johnson”.
Non solo, dal momento che – è notizia di ieri – Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha dato il “via libera” all’utilizzo di AstraZeneca sulle persone fino a 65 anni.
Quale futuro per l’ospedale da campo?
Da sei giorni l’ospedale da campo, la struttura allestita a fine novembre in un capannone nell’area Espace Aosta dall’Esercito, non ha più ricoverati al suo interno.
Rischia quindi di essere smantellato e trasferito. Pescarmona spiega: “Sono già state avanzate delle proposte per la struttura, che sono già anche state recepite e comunicate. Tra queste c’era l’ipotesi di utilizzare l’ospedale da campo per le iniezioni di anticorpi monoclonali in ambito ospedaliero, ma non è detto che i militari siano favorevoli. La struttura fa parte di un accordo tra l’Esercito e la Protezione civile, e potrebbero decidere di trasferirla in un’altra zona più a rischio, come ad esempio Perugia”.