Fase 2, l’appello di Valle Virtuosa: “Monouso non vuol dire necessariamente plastica”

L’Associazione scrive: “L’uso di tazze, bicchieri e stoviglie monouso può essere una buona soluzione solo per questa ripresa iniziale". E sui Dpi chiede "soluzioni alternative all'usa e getta a partire da guanti e mascherine che altrimenti ci sommergeranno".
Valle Virtuosa, da sx Jeanne Cheillon e Paolo Meneghini
Società

Una ‘fase 2’ all’insegna della sicurezza sanitaria, obiettivo primario, ma un ritorno anche all’attenzione nei confronti dell’ambiente, di qui a poco tempo.

A chiederlo è Valle Virtuosa, che in una nota parla della riapertura della attività e di come “Durante il periodo di isolamento forzato molti hanno maturato la riflessione e la speranza di ricominciare evitando i gravi errori che hanno portato negli anni al dissesto ambientale e ultimamente hanno contribuito alla diffusione dell’attuale pandemia”.

L’Associazione, infatti, scrive: “L’uso di tazze, bicchieri e stoviglie monouso può essere una buona soluzione solo per questa ripresa iniziale, ma auspichiamo presto, in tutti i locali e nei dehors, il ritorno delle care, vecchie stoviglie in vetro e ceramica, lavabili e igienizzate dalle lavastoviglie, che possono arrivare fino a 80°- 90° gradi, garantendo la nostra sicurezza. In ogni caso monouso non vuol dire necessariamente plastica”.

Valle Virtuosa, insieme a Zero Waste Italy, “denuncia il tentativo da parte della politica nazionale al tempo della pandemia da Covid-19, di voler cancellare la transizione ecologica con la scusa del rinvio della Plastic Tax fino al 2021”. A questo si aggiunge “la preoccupazione nell’assistere ad una ripresa della lobby dell’incenerimento nel tentativo di riaccreditarsi come ‘necessaria’ per la gestione dei rifiuti in questa nuova fase (mascherine, guanti, dispositivi di protezione)”.

Cercare soluzioni alternative all’usa e getta, anche per i Dpi

Mascherine - dpi - coronavirus - covid

A questo proposito l’Associazione fa sue le parole del premio “Goldman Environmental 2013”, Rossano Ercolini: “Non si esce dalla Crisi Covid-19 concependo un ritorno alla normalità sinonimo di inquinamento e avvelenamento delle città e dei mari. La normalità non può essere distruggere l’ambiente e sprecare risorse naturali. La crisi dev’essere una grande opportunità per cambiare registro nel segno di quella transizione ecologica che ormai sembrava acquisita a partire dall’Unione Europea”.

In chiaro: “Si riapra ma si incentivi la creatività di favorire le alternative ad un ritorno indietro. Anche sul versante dei dispositivi protettivi dal Covid-19 si lavori da subito a trovare soluzioni alternative all’usa e getta a partire da guanti e mascherine che altrimenti ci sommergeranno“.

Un inquinamento che, aggiunge Valle Virtuosa, “è un problema che alcuni studi stanno esaminando come possibile fattore aggravante della diffusione del virus” cui si aggiunge il fatto che “il costo dei materiali riciclabili rispetto alla plastica non è poi così alto se si contano le ricadute negative sulla salute e sull’ambiente a medio e lungo termine”.

“Non lasciamo inoltre che le organizzazioni malavitose, che cercano di approfittare di ogni situazione, anche di questa pandemia, trovino terreno fertile per i loro affari – spiega ancora l’Associazione ecologista –. Il raggiungimento di un buon livello di sostenibilità sociale, oltre che ambientale, sarà possibile solo mettendo in atto comportamenti virtuosi”.

La “questione politica”

Al quadro, poi, si aggiunge una questione politica: “Ricordiamo infine che il nostro governo regionale ha accolto all’unanimità ben due mozioni, nei primi mesi del 2019, per predisporre ogni azione necessaria all’eliminazione graduale di tutti gli articoli in plastica monouso nelle strutture pubbliche, nonché nelle sagre e manifestazioni della Regione, perciò speriamo si prosegua su questa linea già intrapresa per estenderla anche agli esercizi commerciali. Anche noi in Valle d’Aosta non rinunciamo alla necessità della rivoluzione ecologica. L’appuntamento con il futuro è adesso”.

 

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