Un intervento, che ha portato ad un altro intervento per arrivare ora ad un’altra serie di lavori, seguendo il crinale delle normative. Fatto sta che, ad oggi, per il tempio crematorio di Aosta – chiuso da ottobre 2024, dopo che sono stati rilevati superamenti dei limiti di emissione per l’ossido di azoto e monossido di carbonio – una data di apertura ancora non c’è.
A tirare fuori l’argomento, ieri, in Consiglio comunale, è stato il capogruppo de La Renaissance Giovanni Girardini che, in un’interrogazione, ha chiesto: “Questo problema sta diventando annoso. Il forno crematorio è vecchio e sappiamo che da trent’anni il Celva accantona denaro per una eventuale sostituzione, e che per tanti anni la manutenzione è stata un po’ trascurata. Un’azienda che si occupa dei forni crematori del Piemonte ha spiegato che ci vogliono tre mesi per rifarlo nuovo. I soldi ci sono. Perché non si procede?”.
Ma c’è dell’altro: “Non solo la cremazione del defunto presente, c’è anche il problema delle estumulazioni – ha aggiunto Girardini –. La Sala del commiato è nuova, ma ‘dietro la tenda’ è tutto da rifare. Il forno diventa una questione importante e non credo lo si possa negare, per la città e non solo. E tutte le estumulazioni sono bloccate da quasi un anno. Tutti si chiedono perché non venga risolto il problema. La soluzione è vicina? Perché non si hanno più notizie”.
Una “escalation” burocratica
In risposta, la vicesindaca Josette Borre elenca una serie di aggiornamenti che portano al qui ed ora: “Il 10 aprile abbiamo trasmesso a tutti gli enti competenti i rapporti di prova e misurazioni sull’accensione vincolata. Nella nota, si indicava la necessità di dotare il tempio di un dispositivo continuo per le emissioni di CO e NOx. Il Dipartimento ambientale regionale ha accolto le soluzioni tecniche specificando che le modifiche vanno approvate dallo Sportello unico degli Enti locali almeno 60 giorni prima della messa in accensione”.
Poi, “c’è stata la presa d’atto della relazione in cui si evidenzia la progressione storica delle manutenzioni, le criticità strutturali, le misure adottate e l’installazione del monitoraggio in continuo – prosegue Borre –. Il 9 giugno sono stati trasmessi agli enti gli elementi essenziali per il controllo delle emissioni, il rilievo sul rifacimento dei dispositivi elettronici, l’impianto di monitoraggio in continuo delle emissioni e l’assistenza alle analisi ambientali. Ognuno con una sua ditta specifica”.
Infine, “il 30 giugno è arrivato parere tecnico dell’Arpa che spiega come gli interventi siano corretti per il ripristino dei livelli, e l’11 luglio è finita l’attività dei rilievi e dell’intervento dell’azienda che si occupa di lavori – sempre la Vicesindaca –. Ora, il professionista incaricato sta valutando i rilievi elettrici per i prossimi interventi progettuali. L’intervento per abbassare le emissioni ha reso fondamentale la modifica dell’impianto elettrico, che quindi è stato modificato e poi ricertificato. 15 luglio è stato conferito al Consorzio Leap il percorso per la valutazione ambientale”.
In soldoni, spiega Borre, “con le modifiche fatte non basta il rinnovo dell’autorizzazione precedente ma serve una nuova autorizzazione ambientale. Quindi, parallelamente agli interventi tecnici sono serviti tutti questi passaggi burocratici che hanno allungato i tempi. Prima per l’idoneità delle emissioni, poi per tutto il resto. Inoltre, è necessario segnalare, che tra tutte le problematiche emerse, anche la società che seguiva le manutenzioni è stata sottoposta a procedura di liquidazione quest’estate, e Aps ha dovuto rivolgersi ad un’altra azienda sul mercato per portare avanti la manutenzione, prima straordinaria poi quella ordinaria del forno”.
Quindi, i tempi?
Insomma, “la risoluzione dei problemi del forno non dipende da questioni economiche – ha aggiunto Borre –. Ciò che ha reso tutto più lungo, ed era imprevedibile, è stato il progressivo trovare e dover risolvere nuovi problemi. Dall’esame delle emissioni si è scoperto un problema, poi un altro. E risolverli, passando sempre dalle analisi in capo ad altri enti, ha reso il tutto più lungo”.
Quindi, quando si apre? “Al momento, Aps non è stata in grado di sbilanciarsi su data definitiva di riapertura del forno. Cerchiamo tutti di spingere per farlo il prima possibile. Si era parlato dell’autunno inoltrato. Ma non è una promessa: è un impegno che cerchiamo di portare a termine, perché tutti siamo consapevoli e crediamo nell’indispensabilità di questo servizio per nostri cittadini e per tutta Regione”.
Risposta che non è piaciuta a Girardini: “Mi spiace, ma dopo praticamente dodici mesi di chiusura non c’è giustificazione che tenga – ha detto –. Sembra la ‘legge del contrappasso’: ora l’Amministrazione stessa è succube di quella burocrazia che sta martoriando i cittadini. Che dopo un anno non si possa dire quando riaprirà il forno lo trovo ingiustificabile e anche un po’ vergognoso”.
Tempio crematorio di Aosta, si testa un nuovo sistema di dosaggio. Ma i tempi restano incerti
27 marzo 2025
di Luca Ventrice

I tempi rimangono incerti, ma una soluzione per fare tornare in funzione il tempio crematorio del cimitero di Aosta forse c’è.
Il dato è emerso oggi – giovedì 27 marzo – durante il Consiglio comunale cittadino, a seguito di una mozione presentata da Sylvie Spirli (Lega): “Riteniamo importante dare risposte e tempistiche certe sulla riapertura del tempio crematorio. Chiediamo si individui, di concerto con gli Uffici regionali e con l’Arpa, una fascia temporale certa per riapertura delle attività della struttura”.
Sono proprio tempi certi a mancare. Però, la vicesindaca Josette Borre, qualche novità all’Aula la lascia: “In accordo con i laboratori tecnici e di supporto, il 19 marzo scorso è stato testato un nuovo sistema di dosaggio di urea nella camera di post-combustione – ha detto –. Il test è stato effettuato con due cremazioni. Ad oggi siamo ancora in attesa delle risultanze delle analisi. Se i dati fossero positivi si procederà alla richiesta formale per l’installazione in via definitiva del sistema di dosaggio”.
Borre aggiunge: “Ora si riprenderà con un passaggio di prova e l’inserimento dei nuovi sistemi. Ad oggi, siamo ancora in attesa delle risultanze delle emissioni dei due valori di inquinanti superati in autunno. Sappiamo informalmente che potrebbero esserci dei dati positivi, l’Aps sta cercando di capire i tempi per installare in via definitiva questi strumenti. Ma, essendo coinvolti diversi altri enti, non abbiamo un dato certo sulla riapertura del tempio crematorio. Valutazioni, analisi ed esiti non sono ancora pervenuti e non sono ufficiali”.
Lato costi, oltre ai circa 58mila euro investiti fino ad ora per la manutenzione straordinaria, Borre spiega: “A metà marzo, sono stati fatti la sostituzione delle maniche filtranti, la verifica dei bruciatori, la manutenzione e la taratura, la manutenzione ed il controllo del filtro a maniche, il rifacimento del refrattario e del condotto con lo scambiatore e la sostituzione convertitore”.
Ora si aggiunge l’installazione dei due nuovi sistemi di dosaggio che, dice la vicesindaca, “con il nuovo sistema monitoraggio si attestano a circa 80mila euro, ovvero 40mila Iva esclusa per i due dispositivi che saranno integrati nei costi del 2025”.
Infine, Spirli, nella sua mozione, ha chiesto il costo sostenuto finora per il trasporto delle salme in Piemonte: “Siamo sui 10mila 700 euro da ottobre a metà marzo”, ha chiuso Borre.
I tempi di riapertura del forno crematorio di Aosta sono ancora incerti
6 febbraio 2025
di Luca Ventrice

Dopo gli sforamenti di ossido di azoto e monossido di carbonio, che hanno causato la sospensione delle cremazioni al tempio crematorio di Aosta, restano ancora incerti i tempi di riapertura della struttura, dopo i lavori effettuati dall’Amministrazione.
A spiegarlo, durante il Consiglio comunale della settimana scorsa ed in risposta ad un’interrogazione di Roberta Balbis (La Renaissance), la vicesindaca Josette Borre illustrando lo sviluppo della vicenda e il cronoprogramma degli interventi, con i relativi costi.
“La diffida del Dipartimento ambiente è del 16 ottobre, mentre il forno ha sospeso le attività dal giorno dopo – ha detto –. Aps, il 25 ottobre, ha trasmesso la relazione tecnica in cui indicava la motivazione sforamenti degli, ovvero un malfunzionamento della scheda di conversione. Entro il 31 dicembre sono stati completati gli interventi di sostituzione del convertitore per la sonda dell’ossigeno ed il quadro di allarme, ed è stato sostituito un tratto della condotta dal forno allo scambiatore, oltre agli sportelli ed il rifacimento del refrattario. Dopo gli interventi di manutenzione straordinaria per rientrare nei limiti, il 20 gennaio sono state eseguite le misurazioni in autocontrollo. Operazione non completata per il persistere di valori superiori dell’ossido di azoto”.
“Abbiamo quindi sentito i professionisti e la ditta che si è occupata degli interventi – ha aggiunto – e provveduto ad un periodo di avviamento dell’impianto con verifica successiva. È stata proposta una data alla Regione e ad Arpa, da cui si attendono ancora delle determinazioni”.
Determinazioni “appese” ancora oggi: “Al momento non abbiamo ancora dati certi rispetto alle date – ha proseguito la vicesindaca, contattata oggi –. Dobbiamo attendere l’esito delle verifiche da analizzare riguardo i fumi per avere risposte in più”.
I costi dell’intervento – illustrati da Borre sempre in replica all’interrogazione di Balbis – ammontano a circa 58mila euro complessivi che comprendono la sostituzione delle maniche, la verifica dei bruciatori e dell’impianto dell’ossigeno, la manutenzione ed il controllo del filtro a manica, il rifacimento del refrattario (che da solo “cuba” a 33mila euro), la relazione tecnica e le misure di autocontrollo, cui si aggiunge una perizia generale richiesta su tutto l’impianto per – ha detto sempre la vicesindaca – “capire lo stato di salute complessivo del forno una volta manutenuto completamente”.
Balbis chiedeva anche lumi sul trasporto dei feretri fuori Valle, ad un altro centro, deciso fino al termine dei lavori dall’Amministrazione e da Aps. Su questo punto, Borre ha spiegato: “Non ho il dato complessivo sul rimborso agli utenti di cui si fa carico Aps e non il Comune – ha detto –, mentre del resto dei costi di manutenzione si fa carico l’Amministrazione con il Celva ed i trasferimenti accantonati dalla Regione. Per i trasferimenti delle salme c’è un contratto diretto di Aps con un centro di cremazione di Cuneo, perché quello precedente era, purtroppo, al completo. Potremmo fare una rendicontazione complessiva a fine periodo dei lavori”.
Il discorso, ad ogni, modo, tornerà presto à la une. La settimana prossima in Consiglio regionale, infatti, a chiedere conto dei tempi di riapertura del forno crematorio di Aosta sarà un’interrogazione presentata da Forza Italia, dopo l’iniziativa ispettiva analoga già discussa nell’Aula di piazza Deffeyes nel mese di dicembre. Non solo, però. Dai banchi del Progetto Civico Progressista un’altra interrogazione chiederà alla Giunta regionale “lo stato dell’arte rispetto alla manutenzione del forno crematorio ed in particolare se vi sono state prove o nuove analisi da parte di Arpa e Corpo forestale valdostano”, ma anche “i tempi della riapertura del forno crematorio” e “le azioni messe in campo dall’Amministrazione per coordinare la riorganizzazione dei servizi mortuari e rispondere a questo disservizio”.
di Luca Ventrice
Il forno crematorio di Aosta è in manutenzione dopo lo sforamento delle emissioni inquinanti
19 dicembre 2024

Il 16 ottobre scorso il Dipartimento Ambiente della Regione ha richiesto al Comune di Aosta l’immediata sospensione delle cremazioni presso il tempio crematorio a causa di irregolarità nei fumi rilasciati dal forno. Durante una visita ispettiva condotta l’11 e 12 settembre dal Corpo Forestale della Valle d’Aosta con il supporto tecnico dell’Arpa, erano stati rilevati superamenti dei limiti di emissione per due inquinanti: ossidi di azoto e monossido di carbonio.
In Consiglio Valle, l’Assessore regionale alle Opere pubbliche, Davide Sapinet, ha spiegato la situazione. “Il 25 ottobre, Aps ha trasmesso alla struttura regionale competente una relazione tecnica in cui documentava un malfunzionamento della scheda di conversione. Questa scheda è deputata a tradurre i segnali provenienti dalla sonda di monitoraggio dell’ossigeno nei fumi di combustione e a inviarli al sistema di controllo che regola i parametri del bruciatore del forno”, ha precisato Sapinet.
In seguito alla segnalazione, è stata avviata la manutenzione dell’impianto, che è ancora in corso. Nel frattempo, per garantire il servizio, è stato attivato un trasporto gratuito dei feretri verso 14 strutture convenzionate in Piemonte.
La consigliera Erika Guichardaz di Progetto Civico Progressista ha sollevato la questione in Consiglio, riportando alcune segnalazioni di ritardi nei tempi di cremazione. Sapinet ha risposto che “il Comune di Aosta, interpellato sulla questione, ha informato che APS ha affidato immediatamente a operatori economici specializzati il servizio sostitutivo di trasporto feretri e ceneri verso impianti di cremazione limitrofi”.
Secondo Sapinet, i trasporti sono stati organizzati in modo da garantire tempi adeguati e contenere i disagi per le famiglie. “Tale soluzione ha permesso di evitare rincari negli importi dovuti per il servizio”, ha aggiunto l’Assessore. “Sulla base dei dati forniti dall’Amministrazione comunale, la media dei giorni di attesa tra l’arrivo del defunto al tempio di Aosta e la successiva cremazione fuori Regione è pari a 6-8 giorni”.
Manutenzione del forno crematorio, il Comune di Aosta organizza un trasporto gratuito dei feretri
2 novembre 2024

Fino al termine dei lavori di manutenzione straordinaria del forno crematorio di Aosta è stato organizzato un servizio di trasporto gratuito dei feretri in diverse strutture convenzionate.
A deciderlo, Aps spa ed il Comune di Aosta. “In un’ottica di collaborazione istituzionale e sensibilità verso i dolenti, l’Amministrazione comunale e la società in house hanno elaborato un piano straordinario per gestire la manutenzione della struttura tale da assicurare la regolare erogazione del servizio di cremazione, minimizzando i disagi per i familiari dei defunti e mantenendo le consuete modalità di ritiro delle ceneri”, spiega una nota da piazza Chanoux.
“Su richiesta dell’Amministrazione comunale, durante il periodo di manutenzione è stato, quindi, organizzato un servizio di trasporto dei feretri in diverse strutture convenzionate senza nessun costo aggiuntivo per i cittadini.
Inoltre, per i funerali che si sono svolti tra il 17 e il 24 ottobre, data effettiva di attivazione del servizio, Aps provvederà a rimborsare integralmente il costo aggiuntivo del trasporto funebre, previa presentazione di fattura o di ricevuta fiscale.
Rimborso che – dice il Comune – sarà erogato esclusivamente per i servizi di trasporto documentati e non coperti dal servizio organizzato da Aps, previa verifica della conformità e regolarità della documentazione presentata.
I familiari potranno, quindi, continuare a ritirare le urne cinerarie direttamente ai locali del cimitero di Aosta, mantenendo invariate le procedure e gli orari di consegna.
“In collaborazione con la società Aps siamo riusciti a individuare una soluzione che, attraverso l’attivazione di un servizio capace di rispondere alle esigenze della comunità, potesse tutelare innanzitutto i cittadini, garantendo loro adeguato sostegno e trasparenza delle procedure in un momento così delicato della vita delle persone”, dichiarano il sindaco di Aosta Gianni Nuti e la vicesindaca, con delega ai servizi demografici e cimiteriali, Josette Borre.
4 risposte
Queste sono le tipiche storie “italiane” che fuori confine non esistono.
Sembrano barzellette, se non fosse per il disagio che creano.
Se prima avevo dei dubbi riguardo alla competenza delle maestranze che si sono fin qui occupate dell’impianto e della sua manutenzione, oggi ho finalmente la certezza che non hanno capito niente.
Se l’anomalia è stata riscontrata nel mal funzionamento della scheda di conversione, il tutto si risolve con la sostituzione della scheda che richiede un tempo massimo di un minuto.
Praticamente ci respiriamo i morti!