In una lettera indirizzata a tutti i valdostani, il senatore Carlo Perrin, nell’analizzare l’attuale quadro politico valdostano e dopo alcune considerazioni sul significato del voto che lo ha portato a ricoprire l’incarico di senatore per la Valle d’Aosta, afferma la necessità di ?Un presidente istituzionale ed un governo regionale di transizione? che potrebbero “in questa fine legislatura produrre nuove regole elettorali che garantiscano elezioni libere, rappresentative e democratiche“.
Perrin, nel ricordare la sua uscita dall’Union Valdotaine, ribadisce che tale decisione ?non ha voluto significare una presa di distanza dai principi del movimento né una sfida agli unionisti che credono in tali valori” e portando la riflessione sulla situazione politica e sulle prospettive sociali, economiche ed istituzionali della Valle d’Aosta scrive che ?si deve prendere atto che il Consiglio Valle eletto nel 2003 non rappresenta più l’attuale situazione politica della comunità. Il Presidente della Regione, il suo governo e la maggioranza attuale, sono stati delegittimati dal voto popolare. E in democrazia non si può non tener conto delle scelte del sovrano, il popolo“.
Il senatore non risparmia critiche all’attuale governo regionale nello scrivere che ?il risultato elettorale chiaro ha segnato il rifiuto assoluto di un sistema politico arrogante e dannoso, di metodi clientelari, della mancanza di rispetto delle libertà individuali e collettive del controllo della politica sulle libertà amministrativa ed economica? affermando che ?i dirigenti e gli uomini più influenti dell’Uv continuano a fare i sordi“.
Per Perrin è giunto il momento di prendere atto dell’inizio di una nuova fase ?dobbiamo rimettere l’autonomia sui binari della libertà e del progresso – aggiunge in conclusione – questo potrebbe permettere una prossima legislatura che rinforzi l’Istituzione Valle d’Aosta, garantisca la governabilità del Paese, permetta al Consiglio della Valle, organo sereno della volontà popolare, di esercitare a pieno le sue funzioni, affinché la Valle d’Aosta possa ritornare un modello nel quadro italiano ed europeo?.