Una Cva che produce per i valdostani? Il plauso del M5s: “Ora la quotazione in borsa non serve più”

Cva si apre ad una nuova strategia, con Giampaolo Canestri - responsabile "Open Innovation" - a spiegare che “Il fatto di poter essere autonomi dal punto di vista energetico, in Valle d'Aosta, in futuro potrà essere una realtà”. I consiglieri 5 stelle: "Si tratta di passare da essere votati a ‘produrre soldi’ a ‘produrre benessere’".
La sede CVA di Châtillon
Società

Cva si apre ad una nuova strategia, con l’ingegnere Giampaolo Canestri – responsabile “Open Innovation” dell’Azienda – a spiegare che “Il fatto di poter essere autonomi dal punto di vista energetico, in Valle d’Aosta, in futuro potrà essere una realtà”.

Parole riportate dai consiglieri regionali del MoVimento 5 stelle, e raccolti con soddisfazione: “Siamo dunque ad un nuovo posizionamento della Compagnia – hanno sottolineato – che da ‘campione’, a detta di Cva, del mercato nazionale delle rinnovabili, passa a concentrare la propria attenzione al solo territorio valdostano per dedicare l’intera produzione energetica alla Valle d’Aosta”.

“Finora inascoltati – aggiungono –, sosteniamo da anni infatti che l’energia da fonte rinnovabile prodotta in Valle d’Aosta sono in grado di soddisfare il fabbisogno di energia elettrica, di riscaldamento e di mobilità per tutti i valdostani”.

Direzione che, per i pentastellati, ne esclude automaticamente un’altra: “La prima conseguenza della nuova prospettiva – si legge nella nota – è dunque l’abbandono dell’ipotesi di quotazione in borsa: non serve più e può essere archiviata definitivamente, semmai servono altri supporti strategici per accelerare e ottimizzare l’ottenimento dell’autonomia energetica valdostana”.

Il “nodo”, però, è squisitamente politico: “Resta da verificare la posizione di questa maggioranza consiliare da sempre contraria a utilizzare la produzione di Cva per soddisfare il fabbisogno energetico dei valdostani – spiegano ancora dal M5s –. Sarà inoltre necessario tenere sotto stretta sorveglianza l’operato dei vertici societari dimostratosi alquanto inaffidabile: ci riferiamo ad esempio alle gravi responsabilità accertate ma trascurate dalla politica, ai costi sostenuti per la scellerata e inconsistente visione strategica legata alla quotazione in borsa, alle opinabili modalità di gestione”.

“Altrettanto non possono essere trascurate – proseguono i portavoce 5 Stelle – le responsabilità per i negativi risultati economici e gestionali degli anni passati, evitando anche di farsi confondere dagli inappropriati trionfalismi per i risultati 2018: fuori da artifici contabili, essi nascondono evidenti zoppicamenti manageriali. L’inopportuna approvazione del bilancio e le riconferme degli amministratori hanno obbligato gli azionisti di riferimento (i valdostani) ad accettare altri accumuli di spazzatura sotto il tappeto della maggioranza consiliare”.

In attesa che l’Azienda realizzi quanto dichiarato, però, i consiglieri aggiungono: “Ci permettiamo pochi suggerimenti di metodo alla Cva: si tratta di passare da essere votati a ‘produrre soldi’ a ‘produrre benessere’ attraverso la realizzazione della Valle d’Aosta carbon e fossil free; da ‘agente’ del massimo profitto a ‘paladina’ di nuove infrastrutture energetiche per il territorio. In una battuta: dall’approccio mirato al portafoglio dei politici ‘autonomisti’ alla vera e concreta visione del futuro ‘autonomista’ del M5s”.

Manuela Nasso, Luciano Mossa, Maria Luisa Russo e Luigi Vesan

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