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Giro d’Italia: Prodhomme alza le braccia al cielo a Champoluc, Del Toro ancora in maglia rosa

Grande spettacolo nella Biella-Champoluc: tra caldo, salite massacranti ai colli Tzecore, Saint-Pantaléon e Joux e tanto pubblico, una bellissima cartolina della Valle d’Aosta. Carapaz tenta l’attacco, ma Del Toro lo marca stretto.
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Un uomo solo al comando: sotto lo sguardo del Monte Rosa è Nicolas Prodhomme ad alzare in solitaria le braccia al cielo del traguardo di Champoluc del Giro d’Italia dopo una fuga di una trentina di chilometri chiusa in 4h50’35”. Non è arrivata la prevista rivoluzione nella classifica generale: a 58″ da lui arrivano la maglia rosa Isaac Del Toro e Richard Carapaz, rimandando tutto a domani, con il messicano con 43 secondi di vantaggio sul rivale.

Caldo soffocante, salite massacranti, fughe collettive, aria frizzantina, lunghissimi saliscendi: che la tappa 19 del Giro d’Italia da Biella a Champoluc non fosse una passeggiata si sapeva fin da gennaio. Poteva essere decisiva, ma si deciderà tutto domani nella Verrès-Sestriere, in particolare con il Colle delle Finestre, Cima Coppi di questa 108° Corsa Rosa. Un colpo d’occhio impareggiabile, quello fornito dalla Valle d’Aosta: panorami unici in mondovisione con un contorno di pubblico numeroso e colorato che non ha fatto mancare il proprio entusiasmo.

Una tappa dura fin dall’inizio: pronti-via, ed i corridori si sono ritrovati subito sulla salita di Croce Serra, primo GPM di terza categoria da 11,2 km con 510 metri di dislivello e una pendenza media del 4,6%, dove il primo a transitare è stato Mattia Cattaneo (Soudal Quick-Step). La discesa successiva è stata poi la porta d’ingresso verso la Valle d’Aosta, con un pezzo pianeggiante tra Pont-Saint-Martin (traguardo volante per Steinhauser), Bard per arrivare a Verrès, da dove è partito il durissimo salitone verso il Col Tzecore: 16 km, pendenza media del 7,7% con punte del 15% e 1.234 m di dislivello che ha fatto parecchia selezione, con 23 uomini al comando ed il gruppo a 2’40”. A vincere il GPM di prima categoria è stato Christian Scaroni (Astana), prima di iniziare la lunga discesa verso Châtillon (traguardo volante per Tonelli) per risalire di nuovo verso il mitico Col Saint-Pantaléon.

Anche lì, ai 1664 m del colle, il GPM di prima categoria (16,5 km, pendenza media del 7,2% e massima di 12%, 1.184 metri di dislivello), che il gruppo dei fuggitivi affronta con un vantaggio di 3’40” sul gruppo della maglia rosa. Un vantaggio che è andato via via assottigliandosi fino a circa 2’ sotto l’impulso della Red Bull, con Nicolas Prodhomme primo a transitare. Ancora una volta una discesa per riprendere fiato prima del Col de Joux, altri 15,1 km con 1.045 metri dislivello e una pendenza media del 6.0%. Prodhomme, Tiberi e Verona tentano il cambio di ritmo e provano ad allungare all’imbocco della salita, con il francese della Decathlon che decide di partire all’attacco a circa 8 km dalla cima del colle e tiene la testa fino alla fine del GPM (pienissimo di tifosi), con gli altri due fuggitivi riassorbiti poi dal gruppo. A circa 1 km dal Col de Joux Carapaz, secondo nella generale, tenta l’attacco, ma è neutralizzato dopo pochi metri anche dallo stesso del Toro. Discesa verso Brusson, per poi affrontare l’ultima salita di Antagnod, un GPM di seconda categoria da 9,5 km con 430 m di dislivello e una pendenza media del 4,5%, che Prodhomme affronta con un vantaggio di quasi un minuto e mezzo. A un paio di chilometri da Antagnod Carapaz ritenta l’attacco, ma è marcato a uomo da Del Toro come uno stopper di altri tempi. I due sudamericani guadagnano una trentina di secondi sul primo in classifica, ma non bastano.

Giro d’Italia domani la Biella – Champoluc

di François Domaine

29 maggio 2025

Abbiamo detto spesso, a volte con fin troppa convinzione, che la tappa valdostana del Giro d’Italia sarebbe stata decisiva ai fini della classifica. A poche ore dal via della Biella – Champoluc di Ayas di domani, venerdì 30 maggio, possiamo affermare con una certa fierezza di averci preso. I 166 chilometri in programma sulle salite (dure, e pure estremamente lunghe) della Valle d’Aosta definiranno la classifica finale della corsa rosa.

Certo, sabato 31 ci sarà ancora spazio per cambiare le carte in tavola, perché la Verrès – Sestrière promette altrettanto spettacolo. Ma a tre giornate dalla fine l’infilata Tze Core – Saint-Pantaléon – Col de Joux in programma domani promette di fare scintille.

La sfida latina Del Toro e Carapaz

Salite a non finire, terreno ideale per gli scalatori puri. Che, guarda caso, sono già al comando della classifica generale. Rispetto all’ultimo aggiornamento di martedì scorso, 27 maggio, sono scomparsi alcuni dei possibili protagonisti: out Primoz Roglic – il favorito numero uno della vigilia, ritiratosi nel tappone dolomitico di martedì – così come Juan Ayuso, che ormai fuori classifica oggi ha deciso di salire in ammiraglia dopo i problemi seguiti alla puntura di un’ape poco lontano dall’occhio destro.

Roglic e Ayuso erano i principali duellanti per la maglia rosa ormai tre settimane fa a Tirana, da dove è partita l’edizione 2025 del Giro. Come spesso succede, la strada ha deciso diversamente. Ayuso ha patito oltremodo il dualismo con il compagno di squadra Isaac Del Toro, che ha vestito la maglia rosa nella tappa delle strade bianche di Siena e non l’ha più lasciata. Il messicano, però, non è riuscito a fare il vuoto, ma ha dalla sua l’entusiasmo della giovane età: ieri a Bormio ha vinto (e convinto) dopo aver perso parecchio vantaggio il giorno prima sul San Valentino, ma a 41 e 51 secondi ha due avversari che lo marcheranno stretto domani sulle strade valdostane. E, con tutta probabilità, lo attaccheranno al minimo sintomo di cedimento.

Il principale avversario è Richard Carapaz: la “Locomotora de Carchi” ha vinto la tappa appenninica del Giro e sulle Dolomiti ha dimostrato la brillantezza dei giorni migliori. La Valle d’Aosta evoca per lui ricordi magici: sul San Carlo, nel 2019, vinse il suo primo e unico (almeno finora) Giro d’Italia, lasciando il segno a Courmayeur. L’ecuadoregno della Ef è apparso il più brillante degli uomini di classifica, mentre Simon Yates della Visma ha dalla sua la costanza e qualche compagno di squadra – Wout Van Aert, per esempio – che potrebbe aiutarlo a far saltare il banco.

Derek Gee della Israel, quarto a 1’57”, si è visto poco ma è lì, Damiano Caruso era partito per fare da spalla ad Antonio Tiberi e si ritrova ancora una volta a recitare il ruolo da capitano con l’obiettivo finale di un podio che sembra essere alla sua portata. Egan Bernal pare aver perso lucidità, Giulio Pellizzari ha avuto la meritata libertà dopo il ritiro di Roglic ma con 5’02” da recuperare su Del Toro sembra fuori dai giochi per la rosa (e forse pure per il podio).

Intanto oggi a Cesano Maderno ha vinto Nico Denz, passistone tedesco con un certo feeling con il Giro d’Italia (vinse a Rivoli nel 2023). Ha centrato la fuga giusta, ma nella frazione di trasferimento dalla Valtellina alla pianura era quasi scontato che i coraggiosi di giornata potessero arrivare alla meta.

Potrebbe succedere anche domani, soprattutto se i big penseranno più a guardarsi le spalle che ad attaccare. Se così fosse un nome su tutti, quello di Romain Bardet. Il francese chiuderà la carriera dopo il Giro d’Italia, e vorrebbe lasciare il segno: ci è andato vicino mercoledì a Bormio, chissà che in terra valdostana non riesca a centrare l’obiettivo.

Giro d’Italia, al via l’ultima settimana: montagne valdostane decisive per definire chi vincerà la maglia rosa

27 maggio 2025

Isaac Del Toro al traguardo di Clavalité di Fénis nel luglio del 2023
Isaac Del Toro al traguardo di Clavalité di Fénis nel luglio del 2023

L’ultima settimana del Giro d’Italia inizia oggi con la frazione che porterà i corridori da Piazzola sul Brenta a Brentonico, la prima di tre tappe a cinque stelle che contraddistingue la settimana decisiva della corsa rosa edizione 2025.

Le altre due giornate decisive della gara saranno quelle valdostane, la Biella – Champoluc di venerdì 30 maggio e la Verrès – Sestrière di sabato 31: solo dopo queste ultime fatiche, con tutta probabilità, conosceremo il nome del successore di Tadej Pogacar.

Isaac Del Toro alla prova decisiva

Difficile sapere con quali dinamiche inizierà la frazione che riporterà la corsa rosa in Valle d’Aosta a distanza di tre anni dalla Rivarolo – Cogne del 2022. Sicuramente non ci sarà chi trionfò quel giorno in Valnontey: Giulio Ciccone, leader di quella Lidl-Trek dominatrice di questa prima parte di Giro d’Italia, ha abbandonato la competizione dopo la caduta di sabato a Nova Goriza. Non che Ciccone potesse giocarsi un piazzamento di rilievo nella classifica generale: l’abruzzese, due volte vincitore della classifica degli scalatori del Giro della Valle d’Aosta (2014 e 2015), aveva abbandonato ogni velleità di classifica dopo la crono tra Lucca e Pisa di una settimana fa.

Davanti a tutti c’è Isaac Del Toro, messicano ventunenne che in pochi conoscevano prima di questa gara. Ma Del Toro, per gli appassionati (anche valdostani) delle due ruote, non è certo un nome nuovo: nel 2023, senza i suoi compagni di squadra andati fuori tempo massimo nelle prime giornate, si piazzò terzo nella generale del Giro della Valle d’Aosta e un mese dopo trionfò al Tour de l’Avenir. Insomma, il talento di Del Toro non è certo una sorpresa, ma la brillantezza dimostrata nelle ultime tappe della scorsa settimana dimostrano che il corridore ha stoffa da vendere. Resta da capire come la sua squadra – la Uae Emirates – gestirà gli equilibri interni dell’ultima settimana. Perché Del Toro era venuto al Giro per imparare e aiutare il capitano designato Juan Ayuso.

Ayuso, però, ha un ritardo di 1’26” dal compagno di squadra, accumulato in parte nella tappa degli sterrati di Siena di domenica 18 maggio (giorno della prima “rosa” di Del Toro), ma anche e soprattutto nell’insidiosa giornata di Nova Goriza e nella frazione di Asiago. La Uae ha protetto Ayuso, ma Del Toro – correndo più da gregario che da capitano – è andato a prendere chi provava a fuggire, staccando i suoi compagni di squadra e facendo accumulare secondi all’ex portacolori della Colpack.

Isaac Del Toro al traguardo di Clavalité di Fénis nel luglio del 2023
Isaac Del Toro al traguardo di Clavalité di Fénis nel luglio del 2023

Insomma, il giorno di riposo di ieri – lunedì – potrebbe essere servito anche a chiarire le dinamiche di squadra della Uae. Perché la squadra emiratina ha come obiettivo primario quello di vincere il Giro (ma con chi?): e una guerra intestina tra due suoi corridori potrebbe avvantaggiare avversari di altre formazioni, che sono sì attardati dalla maglia rosa ma non ancora fuorigioco.

Roglic irrecuperabile, l’incognita Yates, il ritorno prepotente di Carapaz

Isaac Del Toro alla vigilia dell'ultima tappa del Giro della Valle 2023 insieme a Corrado Cottin
Isaac Del Toro in maglia Monex alla vigilia dell’ultima tappa del Giro della Valle 2023 insieme a Corrado Cottin

La tappa di Nova Goriza, sulla carta per velocisti ma condizionata da una caduta ai 40 chilometri dall’arrivo che ha attardato diversi capitani, ha riabilitato Simon Yates, capitano della Visma Lease a Bike che sembrava destinato a finire il Giro senza esserne mai vero protagonista. Rimasto nel gruppo dei migliori a Nova Goriza (insieme a Del Toro), Yates si è trovato così al secondo posto della generale con 1’20” di ritardo dal leader della corsa. Più di Yates, però, fa paura Richard Carapaz, che è quarto a 2’07” di ritardo da Del Toro, ma che ha dimostrato di avere una gamba straordinaria mercoledì scorso imponendosi nella bella frazione appenninica di Castelnovo Ne’ Monti. All’ecuadoregno, inoltre, la Valle d’Aosta porta bene: nel 2019 vinse a Courmayeur scattando sul San Carlo. Quel giorno Vincenzo Nibali e Primoz Roglic rimasero a guardare (nessuno voleva andare a cercare per primo il sudamericano), e così persero il Giro.

A proposito di Roglic: il favorito numero 1 alla vigilia della corsa rosa sembra aver abbandonato ogni velleità di vittoria finale. Domenica nella tappa del Monte Grappa si è staccato dal gruppo dei migliori, e il suo ritardo contenuto (circa un minuto è mezzo) è frutto del grande lavoro della sua Red Bull Bora. Lo sloveno adesso è decimo a 3’52” da Del Toro, un ritardo che potrebbe aumentare drasticamente oggi sull’arrivo del San Valentino. Sempre che Roglic, una volta di più, stupisca tutti e ribalti la classifica.

In mezzo tanti corridori, ma pochi sembrano avere le forze di cambiare le sorti della corsa rosa. Derek Gee della Israel punta forse a una top five, Thymen Aresman della Ineos pagherà a caro prezzo il terreno perso nelle prime tappe in Albania. Discorso diverso per Egan Bernal e Antonio Tiberi: il campione colombiano ha pagato a caro prezzo le cadute e la sua poca propensione alle cronometro, ma in queste ultime sei tappe non manca il terreno più idoneo per metterlo a suo agio. Le salite non mancano, peraltro quelle valdostane forse le ricorda vista l’esperienza vissuta al Giro della Valle con la nazionale colombiana nel 2009.

Il laziale Tiberi è rimasto attardato dalla caduta di Nova Goriza, ha 3’02” di ritardo ma anche l’assistenza garantitagli dal grande vecchio Damiano Caruso, suo primo gregario che lo precede addirittura nella generale, seppur di appena 7 secondi. In casa Bahrain Victorius le gerarchie non sembrano essere in discussione e Caruso – che è stato uno degli uomini più fidati di Nibali – saprà garantire assistenza al suo giovane capitano.

La verità è che, alla vigilia dell’ultima settimana del Giro, l’unico nodo ancora da sciogliere è quello legato alla Uae: a tirare le somme e scegliere tra Ayuso e Del Toro sarà come sempre la strada (anche quella della nostra regione). Ma un peso enorme lo avranno pure le parole e le capacità gestionali del team manager della squadra emiratina, il basco Matxin Joxean Fernandez, per tanti anni impegnato a cercare talenti sulle strade del Giro della Valle.

 

È iniziato il Giro d’Italia. E pure il conto alla rovescia per l’arrivo di tappa ad Ayas

Il danese Mads Pedersen ha vinto la prima tappa del Giro d'Italia 2025
Il danese Mads Pedersen ha vinto la prima tappa del Giro d’Italia 2025

9 maggio 2025

Il Giro d’Italia ha la sua prima maglia rosa. Il danese Mads Pedersen ha vinto poco fa la prima tappa dell’edizione 2025 della corsa Rosa, la Durazzo-Tirana, vestendo di conseguenza l’iconico simbolo del primato in classifica.

Ma la strada da fare è ancora lunga, e prima di arrivare a Roma i corridori dovranno lasciare l’Albania (domenica sera) e poi percorrere altre 19 frazioni tra pianura, colline e montagne quasi impossibili da scalare. In quest’ultima categoria si inserisce il passaggio valdostano del Giro d’Italia 2025, previsto tra venerdì 30 e sabato 31 maggio prossimi: la Biella-Ayas prima e la Verrès-Sestrière subito dopo andranno a definire gli ultimi dettagli di una classifica che oggi ha preso forma per la prima volta. Ma che è destinata inevitabilmente a cambiare volto a partire dalla prima vera insidia del Giro 2025, la cronometro di domani nel centro storico della capitale albanese Tirana.

Il profilo altimetrico della 19esima tappa del Giro d’Italia 2025, la Biella – Champoluc di Ayas di 166 chilometri
Il profilo altimetrico della 19esima tappa del Giro d’Italia 2025, la Biella – Champoluc di Ayas di 166 chilometri

I favoriti della corsa rosa

La crono odierna potrebbe essere il primo terreno di scontro tra i big del Giro, gara orfana del vincitore dell’ultima edizione Tadej Pogačar. Il Nuovo Cannibale si dedicherà al Tour de France, saltando così la possibilità di giocare “in casa” alcune tappe del Giro. La corsa organizzata da Rcs farà infatti capolino pure in Slovenia, a Nova Goriza, dove però ci sarà un altro sloveno a catalizzare l’attenzione del pubblico di casa: si tratta di Primož Roglič, uno dei favoritissimi per la vittoria finale della corsa rosa.

Secondo gli addetti ai lavori, il Giro partito oggi dall’Albania sarà una sfida a due tra Primož Roglič e Juan Ayuso. Il primo vuole bissare il successo del 2023: solido in salita, fortissimo a cronometro, il capitano della Red Bull-Bora Hansgrohe punta a chiudere in bellezza la sua carriera eccezionale, magari diventando il vincitore più anziano nella storia del Giro con i suoi 35 anni. Attenzione però alla nuova generazione, ovvero a Juan Ayuso, spagnolo dell’UAE, che a soli 22 anni ha già conquistato il Giro Giovani Under 23 nel 2023 e, quest’anno, il Trofeo Laigueglia e la Tirreno-Adriatico.

Un po’ più defilati per il successo finale Adam Yates (UAE), terzo al Tour de France 2023, il gemello Simon (Visma-Lease a Bike) e l’ecuadoregno Richard Carapaz (EF Education-Easy Post), vincitore nel 2019 capace di beffare proprio in Valle d’Aosta Nibali e Roglič nella tappa di Courmayeur. Gli italiani si affidano, almeno per la classifica generale, ad Antonio Tiberi (Bahrain-Victorious), quinto nella scorsa edizione e che avrà alle sue spalle due sapienti uomini di esperienza come lo spagnolo Pello Bilbao e il siciliano Damiano Caruso.

La Valle d’Aosta freme

Per la Valle d’Aosta bisognerà aspettare esattamente tre settimane. Il Giro, come anticipato, potrebbe decidersi sulle montagne valdostane nella tappa Biella – Champoluc di venerdì 30 maggio. In totale 166 chilometri quasi completamente di salita e discesa, visto che la prima asperità di giornata sarà il Croce Serra che inizierà dopo neanche 4 chilometri dal via.

A fine discesa – a Borgofranco – l’ingresso in Valle d’Aosta e un tratto agevole fino a Verrès, dove potrebbe iniziare la gara vera: da lì in poi il Col Tze Core (16 chilometri, 7,7% di pendenza media, punte del 15%), il Saint-Pantaléon (16,5 chilometri, 7,2% di pendenza media, punte del 12%) dal versante di Chambave, il Col de Joux (15,1 chilometri, 6,9% di pendenza media, pendenza massima del 12%) per intero da Saint-Vincent e infine, dopo il nuovo ingresso in val d’Ayas da Brusson, l’ultima asperità verso Antagnod (9,5 chilometri, 4,5% di pendenza media con punte dell’11%), da dove la corsa volerà in discesa verso il traguardo di Champoluc.

Sabato 31 maggio il giro d’Italia si chiuderà – almeno per la classifica generale – con il tappone del Sestrière che partirà da Verrès
Sabato 31 maggio il giro d’Italia si chiuderà – almeno per la classifica generale – con il tappone del Sestrière che partirà da Verrès

L’indomani, sabato 31, da Verrès inizierà l’ultima vera tappa del Giro d’Italia, che si concluderà con la passerella di Roma: dalla cittadina verrezziese si punterà la Val di Susa, passando però dai Gran Premi della Montagna di Rocca Canavese e del Colle del Lys prima del gran finale la salita al Colle delle Finestre e subito dopo l’ultima ascesa verso il Sestrière. Una sola garanzia: ci sarà da divertirsi.

Eventi e asfaltatura delle strade: la Valle d’Aosta si prepara al Giro d’Italia

22 aprile 2025
di Orlando Bonserio

Presentazione Giro d'Italia Valle d'Aosta
Presentazione Giro d’Italia Valle d’Aosta

Diciassette comuni attraversati, 125 km di strade per la prima tappa e 15 km per la seconda: quando mancano meno di quaranta giorni, la Valle d’Aosta si sta preparando al Giro d’Italia, che venerdì 30 maggio arriverà a Champoluc da Biella e sabato 31 partirà da Verrès alla volta di Sestrière. Due tappe durissime, che potrebbero essere decisive nell’assegnazione della Maglia Rosa, a cui si aggiunge la tappa del Giro-E del 30 maggio da Saint-Vincent a Champoluc.

“Credo si deciderà il vincitore del Giro: chi vuole vincere deve giocarsi tutte le sue carte in queste due tappe”, ha detto l’AD di RCS Paolo Bellino nella conferenza stampa di presentazione delle tappe valdostane. “Il Giro è il legame col territorio: tra la partenza e l’arrivo, c’è l’Italia. Da quando produciamo noi le immagini video, dal 2022, citiamo tutti i paesi in cui passiamo: il protagonista è il territorio. Secondo una ricerca di Banca Ifis, il Giro è l’evento sportivo che produce maggiori ricadute economiche sui territori attraversati. Con il Giro-E diamo la possibilità a circa 200 persone di godere del pubblico degli ultimi 60-80 km del Giro, promuovendo anche il tema della sostenibilità e della sicurezza”.

Saranno due giorni intensi per i comuni coinvolti e non solo, con diversi eventi a precederli – dalla fiaccolata degli scorsi giorni ad Ayas all’esposizione del Trofeo Senza Fine a Verrès il prossimo weekend, poi incontri con sportivi, aperitivi, concerti, incontri con le scuole, mercatini, Notti Rosa – a sottolineare che il Giro “è un evento importante, non solo dal punto di vista sportivo”, dice Alessandro Giovenzi, sindaco di Verrès, che torna ad essere sede di partenza dopo 28 anni.

Se per Ayas si tratta di una prima volta (“Aspettavamo da tanto tempo di far conoscere le nostre montagne”, come dice il sindaco Alex Brunod. “Portiamo la Corsa Rosa ai piedi del Monte Rosa”), Francesco Favre, sindaco di Saint-Vincent, tappa di partenza del Giro-E, sottolinea come il suo comune sia stato 18 volte località di partenza e 13 di arrivo del Giro d’Italia: “Crediamo molto nel ciclismo: l’anno scorso abbiamo avuto la tappa del Giro della Valle d’Aosta da Saint-Vincent a Champoluc, gli scorsi giorni abbiamo approvato il nuovo progetto al Col de Joux”. “L’80% dei comuni dell’Unité è toccata dal Giro, una grande iniziativa di promozione dei nostri territori che stanno lavorando insieme”, sottolinea Michel Savin, presidente dell’Unité des Communes Evançon.

Un lavoro che coinvolge anche la Regione, in primis con le operazioni di riasfaltatura delle strade toccate dal Giro: “Sono giorni complicati che stiamo gestendo nel migliore dei modi”, ha detto Davide Sapinet, Assessore ai lavori pubblici. “Ci sono 500 km di viabilità su cui lavorare, in questo inizio di primavera la precedenza è stata data alle strade del Giro, solo marginalmente toccate dal maltempo. Come Regione forniremo anche supporto ai Comuni sulla viabilità comunale”. Sapinet ha anche specificato che “per il 2025 per gli asfalti di tutti i 500 km di strade regionali sono stati stanziati 4 milioni e 800 mila euro, a cui abbiamo aggiunto un ulteriore milione proprio in virtù del Giro d’Italia. Con il nuovo accordo triennale 2026/29 i milioni saliranno a 8 all’anno”.

“Il Giro è l’ennesima perla che si aggiunge alla collana di grandi eventi sportivi nazionali ed internazionali di questo 2025, che hanno portato la Valle d’Aosta sui più grandi palcoscenici mondiali”, conclude l’Assessore allo sport e turismo Giulio Grosjacques. “È un impegno che abbiamo preso l’anno scorso, dopo il successo del Giro Next Gen e per ripartire dopo il 2023”.

Giro d’Italia, perché ad Ayas la corsa rosa potrebbe esplodere

14 gennaio 2025

Durissima. Non c’è altro termine per definire la 19esima tappa del Giro d’Italia 2025 di ciclismo, la Biella – Champoluc di Ayas presentata ieri sera, lunedì 13 gennaio, al Parco della Musica di Roma. Ci sono volute quasi due ore di una cerimonia poco affascinante e decisamente senza ritmo, ma tutto sommato ne è valsa la pena: sotto al velo che nascondeva un arrivo di tappa valdostano atteso da tre anni (Cogne 2022, la zampata di Giulio Ciccone) c’è un’altimetria da leccarsi i baffi. O da far tremare le gambe, decidete voi.
Tzecore, Saint-Pantaléon e col de Joux, d’infilata: prima del trittico la Serra che collega la partenza di Biella al Canavese, dopo i tre “bestioni” lo zampellotto che da Brusson va ad Antagnod, ultima fatica prima della discesa che porterà la corsa sul traguardo posto nella zona delle terme del Monterosa dopo l’attraversamento di Champoluc.
I numeri fanno impressione: se i 166 chilometri totali che la terzultima tappa del Giro d’Italia percorrerà venerdì 30 maggio sembrano pochi, sappiate che quelli di pianura sono poco meno di 40 (39,7, ovvero il 23,91 per cento): 3,7 chilometri dalla partenza fino a Mongrando, poi la statale 26 che da Borgofranco porta a Verrès (24,4). Ci sarà respiro dal termine della discesa dello Tzecore – tra Montjovet e Saint-Vincent – fino all’imbocco della salita che porta al Saint-Pantaléon, a Chambave (8,2 chilometri) e poi solo tremila e quattrocento metri dalla rotonda di Chatillon fino a Saint-Vincent, quando partirà il Col de Joux, scalato finalmente dal versante più difficile.

Che gara sarà?

Il percorso è apparecchiato a dovere, resta da capire come lo interpreteranno i corridori. Perché saranno loro a dover fare la corsa. Ecco, a questo punto vale la pena soffermarsi sul Giro nella sua interezza, anche per dare un valore (che sarà decisamente importante) alla tappa valdostana che aprirà l’ultimo fine settimana della corsa rosa. Il Giro d’Italia che parte dall’Albania non sembra presentare grandissime insidie nella prima settimana, mentre nella seconda la cronometro tra Lucca e Pisa potrebbe fare danni, soprattutto dopo le strade bianche del giorno prima a Siena. L’arrivo di Asiago (con il doppio Monte Berico) andrà a disegnare la classifica alla vigilia dell’ultima settimana di corsa.
Il gran finale è da cuori forti, ma una volta tanto le Dolomiti passano in secondo piano rispetto alle Alpi: l’arrivo sul San Valentino è un “cinque stelle”, ma il giorno successivo Mortirolo e Tonale sono sacrificati in una tappa che li proporrà troppo lontani dall’arrivo di Bormio. Ci sarà un po’ di respiro giovedì 29 con lo sprint di Cesano Maderno, ma la cala durerà poco: il giorno dopo, il programma prevede infatti l’elettrocardiogramma impazzito delle strade valdostane. Terreno che si presta alle fughe da lontano e ai colpi di testa: insomma, percorso adatto ai cuori impavidi, e in gruppo non ne mancano. Ecco, nel ciclismo moderno che è nuovamente contraddistinto da gesta che sportivamente di definiscono “eroiche” (o folli: la differenza tra i due sostantivi è molto labile) la tappa di Ayas è il tracciato ideale per chi vuole “vedere le carte” degli avversari.

Senza Pogacar un Giro più aperto

Ci sarà il colle delle Finestre, il giorno dopo, e in molti pensano che proprio sullo sterrato della Val Susa i leader del Giro esploderanno le ultime cartucce. Probabilmente sarà così, ma egoisticamente parlando la frazione del venerdì ad Ayas sembra più adatta ai colpi di scena: chi non potrà permettersi di attendere il Finestre e il suo sterrato, dovrà necessariamente partire sulle salite della nostra regione.
Il Tzecore propone pendenze a doppia cifra e delle tre è forse la più dura, Saint-Pantaleon e Joux sono salite meno irregolari ma che possono fare male, soprattutto se dovesse venire fuori una giornata calda di fine primavera.
E c’è un’altra cosa che accomuna queste tre ascese: la lunghezza. Tutte in un range che va da 15,1 a 16,5 chilometri, che possono essere eterni se uno va in crisi. Figurarsi se vengono affrontate una dopo l’altra, con discese da fare a rotta di collo e con il rischio di saltare un rifornimento.
Ecco, l’assistenza delle squadre sarà fondamentale, in un tracciato del genere: fondamentale anche non avere un Cannibale al via della corsa come Tadej Pogacar. Con lo sloveno, ogni discorso affrontato finora perderebbe di senso, perché con tutta probabilità alla partenza di Biella il nuovo cannibale vestirebbe di rosa sgargiante e potrebbe pure provare a vincere in solitaria ad Ayas e al Sestrière solo per dimostrare al pubblico – semmai ce ne fosse ancora bisogno – che il paragone con Eddy Merckx non è più un azzardo. Ma Tadej al Giro non ci sarà: ecco la fortuna di Ayas e della tappa valdostana del Giro d’Italia 2025.
In caso di una classifica della corsa ancora aperta, almeno sulla carta, il finale della frazione di venerdì 30 maggio potrebbe servire a scombinare gli ultimi equilibri rimasti. Se invece si arrivasse all’ultimo week-end con una classifica “congelata” e con una vittoria già in tasca, la 19esima tappa della corsa rosa offrirebbe l’occasione di far saltare il banco. Di provare un colpo senza senso, di rischiare il tutto per tutto a cento o più chilometri dall’arrivo. Insomma, a dare al pubblico del ciclismo quelle emozioni che solo questo sport sa trasmettere.

Tappe Giro d Italia
Tappe Giro d Italia

Ufficializzate le tappe del Giro d’Italia 2025: un arrivo ad Ayas e una partenza da Verrès

13 gennaio 2025

di Orlando Bonserio

Una conferenza stampa saltata “misteriosamente” a pochi giorni dalla data inizialmente prevista del 12 novembre, poche – laconiche – comunicazioni, ma finalmente oggi sono state rese note le tappe ufficiali del Giro d’Italia 2025 durante la (lunghissima) presentazione all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Come ampiamente previsto, anche la Valle d’Aosta avrà la sua ribalta, con un arrivo di tappa ad Ayas e la partenza da Verrès della tappa successiva.

Nello specifico, venerdì 30 maggio la 19ª tappa porterà da Biella a Champoluc, con 4.950 metri di dislivello e le salite del Col TzeCore, Saint-Panthaléon e Col de Joux, mentre sabato 31 l’ultima tappa (prima del gran finale a Roma) andrà da Verrès a Sestriere, circa 200 km passando dal Colle delle Finestre, Cima Coppi della Corsa Rosa di quest’anno con i suoi 2.176 metri di quota. Due tapponi di montagna impegnativi e potenzialmente decisivi per questo Giro d’Italia, che prenderà il via da Durazzo in Albania venerdì 9 maggio con tre tappe nel paese balcanico.

Giro d’Italia, slitta la presentazione della corsa: Ayas e Verrès attendono l’ufficializzazione delle tappe

31 ottobre 2024

La partenza della seconda tappa del Petit Tour: da sinistra l’ex sindaco di Notre-Dame Corrado Oreiller, Riccardo Moret, Jonas Vingegaard e l’ex sindaco di Saint-Georges Laura Cossard
La partenza della seconda tappa del Petit Tour: da sinistra l’ex sindaco di Notre-Dame Corrado Oreiller, Riccardo Moret, Jonas Vingegaard e l’ex sindaco di Saint-Georges Laura Cossard

Lunedì scorso ai margini della conferenza stampa di Giunta l’assessore regionale al Turismo, Sport e Commercio Giulio Grosjacques aveva confermato che le date valdostane del Giro d’Italia 2025 di ciclismo, ovvero “un arrivo venerdì 30 maggio e una partenza il giorno successivo.

Per la conferma delle località che ospiteranno i due appuntamenti si attendeva martedì 12 novembre, giorno della presentazione ufficiale della corsa rosa. Ma nella mattinata di oggi Rcs, la società di produzione della gara ciclistica più importante d’Italia, ha preso tempo: presentazione rinviata a data da destinarsi.

Cosa è successo? Difficile a dirsi, ma i motivi che hanno portato lo staff di Mauro Vegni a rinviare l’appuntamento – perlopiù a qualche giorno soltanto dalla presentazione in pompa magna del Tour de France – possono essere soltanto due.

Qualche problema con le tappe o un big in attesa?

Einer Rubio Reyes esulta a Crans Montana: quel giorno la tappa del Giro d’Italia – che avrebbe dovuto partire da Borgofranco e attraversare la Valle d’Aosta – fu neutralizzata per circa cento chilometri
Einer Rubio Reyes esulta a Crans Montana: quel giorno la tappa del Giro d’Italia – che avrebbe dovuto partire da Borgofranco e attraversare la Valle d’Aosta – fu neutralizzata per circa cento chilometri

Lo spostamento della presentazione del Giro ha fatto storcere il naso a parecchi, considerato che negli ultimi anni la presentazione del Giro d’Italia seguiva di pochi giorni il Giro di Lombardia, l’ultima corsa del Word Tour andata in scena il 12 ottobre scorso.

E solo due problemi, di natura decisamente differente, possono aver costretto Rcs Sport a non confermare la presentazione della corsa con un così grande anticipo.

Il primo è di natura organizzativa: potrebbero mancare ancora alcuni “via libera” dalle sedi di tappa, condizione che impedirebbe di svelare un percorso che poi rischierebbe di essere monco. Nell’ultima edizione di Radiocorsa, la rubrica di RaiSport che tratta essenzialmente di ciclismo, il 24 ottobre scorso Andrea De Luca e Beppe Conti avevano ipotizzato addirittura che potesse saltare la “Grande Partenza” dall’Albania, presentata in pompa magna qualche tempo fa. La notizia, se confermata, farebbe il paio con le voci che segnalano emissari di Rcs in visita in questi giorni in Sicilia, regione che potrebbe sostituire l’Albania per l’organizzazione delle prime tre tappe della corsa rosa. Se così fosse, la domanda da porsi sarebbe una sola: la Sicilia garantirebbe a Rcs i 7 milioni di euro promessi dall’Albania a suo tempo?

L’altro possibile motivo di rinvio della presentazione sarebbe di natura più sportiva, ovvero la mancata finalizzazione dell’accordo di partecipazione al Giro di qualche big.

Il Giro vorrebbe confermare Tadej Pogacar, dominatore dell’ultima edizione, e vorrebbe portare in gara anche il suo rivale storico Jonas Vingegaard. Ufficializzare il duello che ha caratterizzato gli ultimi Tour de France in sede di presentazione potrebbe valere il rinvio.

La Valle d’Aosta resta in attesa

Le certezze valdostane restano solide, anche se ancora non ufficiali a livello di percorso. Un arrivo venerdì 30 maggio – presumibilmente ad Ayas – e la partenza del giorno dopo, pare a Verrès. Per adesso si resta ancora nel campo delle ipotesi, anche se sono diversi gli indizi che fanno pensare che alla fine le due località della Bassa Valle potranno vestirsi a festa la prossima primavera.

Il primo indizio è di carattere logistico: ci sono appena 27 chilometri di distanza tra le due località, per corridori e seguito della corsa una gran bella notizia. Peraltro la vallata, così come i paesi del circondario, possiedono strutture ricettive in grado di ospitare una carovana decisamente numerosa.

Il secondo indizio, invece, arriva dal calendario ciclistico del 2024: come già anticipato da Aostasera il 25 settembre scorso, Ayas nel luglio scorso aveva ospitato l’arrivo del tappone del Giro della Valle d’Aosta. Il talentuoso belga Jarno Widar aveva alzato le mani al cielo nel piazzale del mercato davanti alle terme Monterosa, zona di Champoluc che avrebbe tutte le carte in regola per ospitare un arrivo di una gara dei professionisti.

Quanto a Verrès, le corse ospitate quest’anno sono addirittura due (entrambe partenze): quella del Giro Valle d’Aosta che portava a Borgofranco di Ivrea e prima ancora la seconda frazione in linea del Giro d’Italia Next Gen, corsa prodotta – guarda un po’ – da Rcs Sport.

La storia e “l’imbarazzo” di Vingegaard

Jonas Vingegaard al foglio firma della prima tappa in linea del Giro della Valle d’Aosta 2018, al Rhemes-Saint-Georges – Rhemes-Notre-Dame poi vinta dall’olandese Kevin Inkelaar
Jonas Vingegaard al foglio firma della prima tappa in linea del Giro della Valle d’Aosta 2018, al Rhemes-Saint-Georges – Rhemes-Notre-Dame poi vinta dall’olandese Kevin Inkelaar

Verrès ha inoltre già ospitato il Giro d’Italia: il 1° giugno 1997, sotto una pioggia intensa, partì dalla località valdostana la 15esima tappa di quel Giro d’Italia, vinta a Borgomanero dopo 173 chilometri da Alessandro Baronti. Forse ci si ricorda meglio del giorno precedente, il 31 maggio 1997, quando a Breuil Cervinia Ivan Gotti si impose di prepotenza prenotando il primo dei suoi due Giri d’Italia (l’altro è quello del 1999, arrivato dopo la contestata squalifica di Marco Pantani). Ayas, invece, non vanta precedenti di questo tipo.

Chissà invece che tipo di ricordi serba della Valle d’Aosta il danese Jonas Vingegaard, che ha partecipato a un’edizione del Giro ciclistico della nostra regione. Il timore è che non siano buoni, perché il due volte vincitore del Tour de France ha percorso sulle nostre strade pochissimi chilometri prima di infortunarsi a una clavicola. Vingegaard, l’11 luglio del 2018, vinse da capitano della nazionale danese il prologo di quel Petit Tour, i 7,9 chilometri che collegano Saint-Gervais-Mont-Blanc alla frazione di Saint-Nicolas-de-Veroce. L’indomani, giovedì 12, cadde nel tratto di trasferimento della tappa Rhemes-Saint-Georges – Rhemes-Notre-Dame, ritirandosi insieme ad altri 16 corridori. Lui, però, portava la maglia gialla di leader della corsa.

Per la cronaca, nonostante quel ritiro, al termine del 2018 fu messo sotto contratto dalla Jumbo Visma, oggi Jumbo Lease a Bike: quattro anni dopo vinse il suo primo Tour de France.

 

 

Il Giro d’Italia torna in Valle d’Aosta: nel 2025 possibile arrivo di tappa ad Ayas?

L’esultanza di Giulio Ciccone il maggio a Cogne lo scalatore abruzzese è al momento l’ultimo vincitore di una tappa del Giro d’Italia nella nostra regione
L’esultanza di Giulio Ciccone il maggio a Cogne lo scalatore abruzzese è al momento l’ultimo vincitore di una tappa del Giro d’Italia nella nostra regione

24 settembre 2024

Il Giro d’Italia dovrebbe tornare in Valle d’Aosta nel 2025. La notizia non è ancora ufficiale, ma i rumors relativi al disegno del tracciato della corsa rosa numero 108 iniziano a essere insistenti. La nostra regione, stando alle voci, dovrebbe ospitare un arrivo di tappa nell’ultimo fine settimana di gara. La data più probabile è quella di venerdì 30 maggio, alla vigilia dell’ultima frazione di montagna che dovrebbe svilupparsi in Val di Susa.

Nella speranza che le voci siano vere, resta da capire dove potrebbe terminare la 19esima frazione del Giro d’Italia. E qui l’intrigo diventa più complicato, anche visti i recenti trascorsi burrascosi tra la nostra regione e Rcs Sport, la società che organizza la corsa rosa. In primavera, dopo il successo di Tadej Pogacar, il Giro aveva ritrovato quasi magicamente brillantezza e visibilità e in Valle d’Aosta almeno 3 o 4 località avevano avanzato ufficiosamente la propria candidatura per un arrivo di tappa.

La scelta finale, però, spetta a Rcs, che nella “rosa” delle papabili avrebbe optato per Ayas.

Richard Carapaz all’arrivo di Courmauyeur del Giro d’Italia quel giorno l’ecuadoregno ipotecò il successo della corsa rosa
Richard Carapaz all’arrivo di Courmauyeur del Giro d’Italia quel giorno l’ecuadoregno ipotecò il successo della corsa rosa

Tappa corta e nervosa prima del gran finale

Se così fosse, per Ayas sarebbe una prima volta: mai il Giro d’Italia dei professionisti ha raggiunto questa località. Il condizionale è d’obbligo, ma sono diversi i fattori che sembrano favorire il Comune della valle dell’Evançon. Primo tra tutti, la scelta di Rcs di modernizzare un ciclismo che sulle corse a tappe sta cambiando impostazione e chilometraggi: nel concreto, le tappe tendono a essere più corte e più nervose. Meno ore di gara, ma più spettacolari. La 19esima frazione del Giro d’Italia 2025 potrebbe partire da Borgomanero e arrivare ad Ayas, più vicina geograficamente alla località del lago d’Orta rispetto a La Thuile o Courmayeur.

L’altro atout vincente di Ayas è la ricchezza di strade che sono presenti nel suo circondario. Se è vero che a Champoluc e dintorni si arriva solo tramite la regionale della Val d’Ayas, è altrettanto vero che “ciclisticamente parlando” la vicinanza di tre colli importanti Arlaz, TzeCore e Joux – può permettere agli organizzatori di sbizzarrirsi nel disegno di un eventuale finale di corsa.

Un po’ di Valle d’Aosta in mezzo a tanto Piemonte

L’arrivo di Ayas dovrebbe inserirsi a metà del “trittico” finale del Giro 2025, che dovrebbe concludersi con la passerella di Roma di domenica 1° giugno. Prima di chiudere la sua avventura nella città eterna, però, la corsa vivrà le sue ultime emozioni sulle Alpi piemontesi e valdostane.

La Regione Piemonte investirà tanto anche nel 2025 sul mondo del pedale, dopo che in questo 2024 ha organizzato la Grande Partenza del Giro d’Italia e l’arrivo della terza tappa e la partenza della quarta frazione del Tour de France. Dopo la rinuncia alla Grande Partenza della Vuelta Espana, a Torino si è deciso di puntare ancora sul rosa. Possibile un arrivo in volata nella zona di Alessandria mercoledì 28 maggio (forse a Castellania, paese natale di Fausto Coppi) prima delle fatiche del “trittico”. Giovedì il primo arrivo in salita – magari alle Cascate del Toce, dove Pantani vinse nel 2003, o a Macugnaga e successivamente la frazione con finale in Valle d’Aosta. Sabato 31 maggio la chiusura al Sestrière, con probabile partenza di tappa in Canavese. Sono ancora indiscrezioni, ma l’unica certezza è che dopo quel finale conosceremo il nome dell’atleta che succederà a Tadej Pogacar nell’albo d’oro del Giro d’Italia.

Regione e Rcs tentano di ricucire lo strappo del 2023

Giro d'Italia Saint Rhémy En Bosses
Giro d’Italia Saint Rhémy En Bosses

Nella speranza che i rumors diventino realtà – la presentazione del Giro d’Italia si terrà nella seconda metà di ottobre c’è un’altra certezza, ovvero che la Regione Valle d’Aosta è al lavoro da tempo per ricucire lo strappo con Rcs in seguito ai fatti del 19 maggio 2023. Quel giorno la frazione da Borgofranco a Crans Montana si disputò solo negli ultimi 75 chilometri: la pioggia e il malumore che serpeggiavano in gruppo da qualche giorno portarono l’organizzazione a neutralizzare la prima parte del percorso (ivi compreso l’intero passaggio in Valle della carovana da Pont-Saint-Martin al tunnel del Gran San Bernardo). Risultato: si gareggiò da Le Chable a Crans Montana – vittoria al colombiano Einer Rubio e il pubblico valdostano rimase a guardare la sfilata degli autobus delle squadre lungo il tracciato.

maggio a Crans Montana Einer Rubio conquista il successo nella tappa più controversa di quell’edizione del Giro
maggio a Crans Montana Einer Rubio conquista il successo nella tappa più controversa di quell’edizione del Giro

A quei tempi si parlò di un “risarcimento sportivo” che Rcs doveva alla Regione: di certo, dopo la grande partenza del Giro d’Italia Next Gen dello scorso giugno, i rapporti tra l’Amministrazione regionale e la società milanese si sono decisamente quietati.

Ayas, in tutto questo, negli ultimi anni ha comunque fatto le prove di grande ciclismo ospitando tre arrivi (e due partenze) di tappa del Giro della Valle d’Aosta: nel luglio scorso proprio ad Ayas il fenomeno belga Jarno Widar gettò le basi per il suo successo al Petit Tour, prima di lui sullo stesso traguardo delle terme del Monterosa vinsero il lussemburghese dell’Arkea Michel Ries (2019) e il marchigiano Alessandro Fedeli (2018). Basterà per vestirsi di rosa tra meno di un anno?

Una risposta

  1. Complimenti l’articolo è scritto molto bene, anche per chi non segue il ciclismo è molto chiaro, le tappe valdostane sono imperdibili.

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