Il cielo di aprile, la luce cinerea della Luna e l’ultimo sguardo alla cometa Pons-Brooks

Cosa dobbiamo aspettarci dal cielo di aprile? Ce lo spiegano i ricercatori dell'Osservatorio astronomico regionale. Da non perdere anche le congiunzioni tra la Luna, i pianeti e le stelle Regolo, Spica e le Pleiadi.
La galassia M101 nella costellazione dell’Orsa Maggiore, riprese dalle piazzole dell’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Cortesia Alessandro Cipolat Bares (https://www.flickr.com/photos/astrobares/) per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS
Un, due, tre stella!

Nel mese di aprile, il mese globale dell’astronomia (GAM, Global Astronomy Month, organizzato da Astronomers Without Borders (https://my.astronomerswithoutborders.org/programs/global-astronomy-month) proponiamo al pubblico spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico ogni sabato con prenotazione online obbligatoria.

In particolare, gli appuntamenti di sabato 13 aprile fanno parte dell’evento speciale Yuri’s Night a Saint-Barthélemy, che ricorda l’anniversario del volo di Yuri Gagarin, che il 12 aprile 1961 divenne il primo essere umano a raggiungere lo spazio e orbitare intorno alla Terra. Per informazioni, è possibile consultate il nostro sito web: https://www.oavda.it/.

Ma cosa dobbiamo aspettarci dal cielo di aprile?

La Luna

Le fasi della Luna

Ultimo quarto martedì 2 aprile 2024, Luna nuova lunedì 8, Primo quarto lunedì 15, Luna piena mercoledì 24.

Congiunzioni tra la Luna e pianeti e stelle brillanti

Il giorno 10 la Luna incontra Giove nella costellazione dell’Ariete, i due saranno visibili al crepuscolo serale, a partire dalle ore 20.00. Il giorno successivo sarà vicina all’ammasso stellare delle Pleiadi, il fenomeno è apprezzabile fino alle 21.45 circa. La Luna successivamente avvicinerà i Gemelli passando a pochi gradi dalla stella Polluce.

Il nostro satellite il 18 aprile passerà accanto a Regolo (la stella più brillante della costellazione del Leone) e il 22 sarà visibile molto vicina a Spica, l’astro più luminoso della Vergine. Tutti questi avvicinamenti saranno osservabili in prima serata, a partire dalle 21.30.

Nell’immagine, che ritrae il cielo verso ovest il 15 aprile alle 23.30, è visibile la posizione della Luna vicina a Polluce, la stella più brillante dei Gemelli. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)
Nell’immagine, che ritrae il cielo verso ovest il 15 aprile alle 23.30, è visibile la posizione della Luna vicina a Polluce, la stella più brillante dei Gemelli. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)

La luce cinerea della Luna

Al tramonto osserviamo la luce cinerea sulla Luna

Quando l’angolo tra Luna, Terra e Sole è ridotto (all’inizio o verso la fine del ciclo delle fasi lunari), possiamo vedere, oltre alla sottile falce lunare illuminata direttamente dalla luce del Sole, anche il resto del suo disco rischiarato dalla luce riflessa dalla Terra. Questo diafano chiarore è chiamato luce cinerea per via del suo colore grigio chiaro.

Al fine di cogliere questo suggestivo fenomeno consigliamo di osservare la Luna il 10 aprile al crepuscolo serale, a partire dalle 20.30, quando oltretutto la sottilissima falce lunare (di età di 2,2 giorni) si troverà vicina a Giove. Il fenomeno della luce cinerea sarà visibile anche il giorno successivo: la Luna (età 3,3 giorni), avendo percorso dal giorno prima solo un piccolo tratto della propria orbita, si vedrà nel cielo vicina all’ammasso stellare aperto delle Pleiadi (vedi immagine in basso).

L’immagine ritrae la spettacolare configurazione visibile l’11 aprile attorno alle 20.30: la Luna con con la luce cinerea (si noti il resto del disco lunare debolmente illuminato) è vicina alle Pleiadi, il celebre ammasso stellare nella costellazione del Toro. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)
L’immagine ritrae la spettacolare configurazione visibile l’11 aprile attorno alle 20.30: la Luna con con la luce cinerea (si noti il resto del disco lunare debolmente illuminato) è vicina alle Pleiadi, il celebre ammasso stellare nella costellazione del Toro. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)

La cometa 12P/Pons-Brooks

Il mese scorso la cometa ha attratto l’attenzione del pubblico, grazie alle immagini pubblicate dai media che mostrano una certa abbondanza di dettagli interessanti nella chioma e nella coda di questo visitatore celeste.

Ad aprile l’elongazione (ossia la distanza angolare) dal Sole diminuisce alquanto, di una quindicina di gradi, mentre lo splendore apparente è in leggero aumento rispetto al mese precedente. I primi giorni del mese risultano quindi quelli ideali per tentare l’osservazione della cometa, che si troverà nella costellazione dell’Ariete. Suggeriamo di tentare di osservarla ai primi del mese, a ovest, subito dopo il tramonto del Sole, magari avvalendosi di un buon binocolo e della cartina di riferimento che pubblichiamo qui sotto.

Nel resto del mese la sua distanza angolare dal Sole si riduce sempre più, mentre si avvicina alla nostra stella, il che renderà la sua osservazione progressivamente sempre più difficile.

Vi è però una possibilità per coloro che osserveranno dall’America settentrionale  l’eclisse totale di Sole dell’8 aprile: durante la fase totale dell’eclisse la cometa potrebbe essere visibile accanto al Sole, a oriente della nostra stella. .

Il 21 aprile la Pons-Brooks sarà alla minima distanza dal Sole, a poco più di 116 milioni di km da quest’ultimo.

Il percorso della cometa 12P/Pons-Brooks nel mese di aprile. Nei primi giorni del mese osservando da cieli scuri e limpidi la cometa dovrebbe essere visibile a occhio nudo, in ogni caso è bene aiutarsi con un binocolo. Immagine generata con il sito In-The-Sky.org (https://in-the-sky.org/).
Il percorso della cometa 12P/Pons-Brooks nel mese di aprile. Nei primi giorni del mese osservando da cieli scuri e limpidi la cometa dovrebbe essere visibile a occhio nudo, in ogni caso è bene aiutarsi con un binocolo. Immagine generata con il sito In-The-Sky.org (https://in-the-sky.org/)

I pianeti

Ricordiamo che la visibilità dei pianeti può variare in base a diversi fattori, come la presenza di ostacoli lungo l’orizzonte, le condizioni atmosferiche e in base alla propria ubicazione geografica. Le posizioni e la visibilità dei pianeti sono indicate per un cielo visibile dal centro Italia.

In ogni caso è consigliabile osservare da un luogo con cielo il più possibile scuro, lontano dalle luci della città.

Mercurio

Nei primi cinque giorni del mese è visibile un po’ a fatica, appena dopo il tramonto del Sole, in quanto si trova a una decina di gradi da quest’ultimo. Nei giorni successivi diventa rapidamente invisibile, in quanto si avvicina alla congiunzione con il Sole che raggiunge il giorno 11. Il giorno 20 è invece in congiunzione con Venere, che si trova a un paio di gradi a sudest. Torna visibile nell’ultima decade del mese, quando si può tentare di osservare il pianeta molto basso sull’orizzonte, in direzione est, attorno alle 6.00 (appena prima del sorgere del Sole). Mercurio si muove nella costellazione dei Pesci per tutto il mese.

Venere

Ad aprile è ancora praticamente invisibile, dato che si avvicina progressivamente al Sole con il quale è in congiunzione il giorno 12. Dalla costellazione dei Pesci il 30 aprile passa in quella dell’Ariete. Una curiosità: dall’11 al 13 si troverà all’interno dei confini della costellazione della Balena, la quattordicesima costellazione zodiacale!

La congiunzione stretta tra Marte e Saturno alle prime luci dell’alba dell’11 aprile, vista da una località del centro Italia. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)
La congiunzione stretta tra Marte e Saturno alle prime luci dell’alba dell’11 aprile, vista da una località del centro Italia. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)

Marte

Si muove nella costellazione dell’Acquario per poi sconfinare dal giorno 24 in quella dei Pesci. Marte è visibile la mattina prima dell’alba, ancora molto vicino al Sole. Per tutto il mese il pianeta rosso e Saturno si trovano angolarmente piuttosto vicini: tra il giorno 10 e l’11 sono in congiunzione stretta, a poco più di mezzo grado, il fenomeno è visibile a partire dalle ore 6.00, in un cielo già chiaro per via dell’aurora. Fino a fine mese si può tentare di osservare la levata dei due pianeti, entro le 5.30 del mattino, dato che progressivamente si allontaneranno angolarmente dal Sole.

Giove

Il pianeta gigante del Sistema Solare è ancora visibile per poche ore all’inizio della serata nella costellazione dell’Ariete. A inizio mese tramonta verso le 21.30, attorno alle 21.00 alla fine.

Saturno

Si trova nella costellazione dell’Acquario a pochi gradi di distanza dal Sole. Sorgendo qualche decina di minuti prima dell’alba, può essere cercato verso sud est nella fascia oraria dalle 6.00 fino alle 6.30 circa.

Urano

Il lontano gigante ghiacciato si trova a  poco più di un grado a nord di Giove, è dunque visibile nella costellazione dell’Ariete dopo il tramonto del Sole nelle stesse condizioni di quest’ultimo. Il giorno 20 Urano è in congiunzione con il pianeta gigante. Chi volesse individuarlo con un piccolo strumento ottico (un binocolo o un cannocchiale) potrebbe puntare Giove e salire di un poco, fino a scorgere il debole puntino color verde acqua.

Nettuno

Emergendo lentamente dalla congiunzione con il Sole avvenuta a metà del mese scorso, è ancora immerso nel bagliore solare. Verso la fine del mese potrebbe essere visibile molto basso sull’orizzonte, nella costellazione dei Pesci prima dell’alba (entro le 6.00).

Gli sciami meteorici di aprile

Le Liridi, le stelle cadenti di aprile

In seconda serata sorge la Lira, costellazione nella quale è situato il punto da cui appaiono diramarsi le “stelle cadenti” (le Liridi) visibili in maggior numero dal 21 al 23 aprile.

La spiegazione di questo fatto risiede nel fatto che la Terra incrocia ogni anno in quei giorni le particelle lasciate dalla cometa C/1861 G1 Thatcher lungo la propria orbita (percorsa in più di 415 anni). I granelli di questa polvere cometaria, entrando in atmosfera a grande velocità, producono le scie luminose che chiamiamo “stelle cadenti” (termine popolare) o meteore. Lo sciame delle Liridi raggiungerà il suo massimo la mattina del 22 aprile.

Purtroppo quest’anno la Luna, che sarà a due giorni dalla fase di Luna piena proprio nella notte del picco, disturberà non poco le osservazioni di queste meteore. Ma a volte questo sciame riserva una sorpresa, con un aumento del numero di meteore visibili al picco che possono arrivare a diverse centinaia (come accadde nel 1802).

Stelle e costellazioni visibili nelle serate di aprile

Aprile segna la fine della visibilità di una delle costellazioni più conosciute e apprezzate, Orione, che in prima serata scorgiamo verso ovest, sera dopo sera sempre più in declino verso l’orizzonte. Analogamente alcune altre costellazioni del cielo autunnale e invernale come l’Ariete, il Toro e l’Auriga anticipano sempre più il loro tramonto.

La costellazione dell’Idra tra il Leone, il Cancro e il Corvo. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)
La costellazione dell’Idra tra il Leone, il Cancro e il Corvo. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)

Nelle serate di aprile attorno alle 22.30 si intravede verso sud, leggermente a destra della sagoma del Leone e sotto le stelle del Cancro, la testa dell’Idra femmina. Poco in basso possiamo vedere Alphard, la sua stella più brillante. La sinuosa figura dell’Idra prosegue a zig zag verso sud est passando “sotto” al quadrilatero del Corvo.

Più a est, quasi a contrastare il colore azzurro di Regolo, brilla la gigante arancione Arturo, mentre a nord culmina l’Orsa Maggiore, che contiene al suo interno l’asterismo del Grande Carro. A proposito di costellazioni vicine alla Stella polare, questo mese (nella sezione “Le costellazioni che non tramontano mai”) presentiamo una costellazione… dal lungo collo.

La porzione più densa della Via Lattea è visibile solo alla fine della notte; quindi, osservando in prima serata attraverso uno spessore minore del nostro sistema galattico, è possibile individuare le galassie esterne alla nostra, come la galassia M101 nella costellazione dell’Orsa Maggiore, protagonista della nostra Astrocopertina del mese. Parliamo di galassie anche a proposito del Leone, che descriviamo qui di seguito.

La costellazione zodiacale del mese: il Leone

Il percorso della cometa 12P/Pons-Brooks nel mese di aprile. Nei primi giorni del mese osservando da cieli scuri e limpidi la cometa dovrebbe essere visibile a occhio nudo, in ogni caso è bene aiutarsi con un binocolo. Immagine generata con il sito In-The-Sky.org (https://in-the-sky.org/).
Il percorso della cometa 12P/Pons-Brooks nel mese di aprile. Nei primi giorni del mese osservando da cieli scuri e limpidi la cometa dovrebbe essere visibile a occhio nudo, in ogni caso è bene aiutarsi con un binocolo. Immagine generata con il sito In-The-Sky.org (https://in-the-sky.org/).

Nel cielo primaverile la nostra attenzione è attratta dall’inconfondibile sagoma del Leone, una fra le poche costellazioni in grado di rappresentare in modo realistico ciò di cui portano il nome. Il “falcetto del Leone” è quel caratteristico asterismo (disegno di stelle) a forma di punto interrogativo alla rovescia che rappresenta la criniera e il petto; il… puntino è la già ricordata stella Regolo (in latino “il piccolo re”), Alfa Leonis, la più brillante di questa costellazione. Ventunesima stella in ordine di luminosità, Regolo si trova alla distanza da noi di 79 anni luce (un anno luce = 9.460 miliardi di km).

Nell’antico Egitto, nel periodo in cui il Sole si trovava prospetticamente in questa costellazione, i leoni andavano a rinfrescarsi presso il Nilo, proprio nei giorni in cui il grande fiume esondava depositando sulle sue rive il fertile limo che permetteva un’agricoltura florida. Per questo motivo il Leone era considerato un animale sacro. Nell’VIII secolo a.C. il “Solleone” si verificava attorno alla metà di agosto, attualmente il periodo più caldo per tutta l’area mediterranea.

Nella mitologia greca il Leone è quello di Nemea, la cui uccisione costituiva una delle fatiche di Ercole. In questo caso la belva, proveniente dalla Luna, in seguito alla sua uccisione da parte dal prode semidio fu “rispedita” in cielo.

Regolo in latino significa “reuccio”.  L’origine del nome potrebbe dipendere dal fatto che nell’antica Persia vigeva l’usanza di dividere il cielo in quattro parti rette dalle “Stelle reali”, ognuna delle quali originariamente designava una direzione cardinale. L’astronomo francese Flammarion ricondusse alle stagioni le stelle “reali” Antares per l’estate, Fomalhaut per l’autunno, Aldebaran per l’inverno; Regolo, la stella della primavera, delle quattro è la meno brillante, da qui forse l’appellativo di “Piccolo re”.

In realtà Alfa Leonis è una stella multipla, ovvero è un sistema costituito da più stelle. La principale è una stella di tipo spettrale B7, molto calda (circa 13.000 gradi) e intrinsecamente 360 volte più luminosa del Sole: si tratta della rappresentante della classe B più vicina alla Terra. Probabilmente a causa dell’elevato moto di rotazione presenta una curiosa forma appiattita. Questa caratteristica, non rilevabile con semplici osservazioni visuali o fotografiche, è stata appurata con uno strumento molto particolare: l’interferometro CHARA applicato al telescopio di Mount Wilson negli Stati Uniti.

Regolo ha una piccola compagna, probabilmente una stella nana bianca, che le orbita a breve distanza (meno di un terzo della distanza della Terra dal Sole) con un periodo di circa 40 giorni. Nel tempo sono state scoperte altre due stelle compagne, vicine a Regolo, che formano una stella binaria le cui due componenti orbitano una attorno all’altra con un periodo di circa 800 anni; insieme, a loro volta, alla distanza media da Regolo di almeno 600 miliardi di km, completano un’orbita in non meno di 130.000 anni! Quindi Alfa Leonis è in realtà un sistema costituito da ben quattro stelle.

Gamma Leonis, nota anche come Algieba, è una stella doppia formata da una gigante arancione luminosa 90 volte il Sole e con un diametro 30 volte quello della nostra stella, e da una gigante gialla 30 volte più luminosa del nostro Sole con un diametro esteso metà della principale. Il periodo orbitale di queste due stelle potrebbe essere nell’ordine dei 500 anni e la distanza reciproca è almeno il doppio di quella che separa Plutone e il Sole. La distanza della coppia da noi è di almeno 110 anni luce. Vista nei telescopi della Terrazza Didattica del nostro Osservatorio Astronomico è indubbiamente una delle stelle doppie più suggestive.

Il nome Algieba è una deformazione dell’espressione Al Jabbah, che in arabo medievale significa “la criniera del leone”. La stella gigante arancione possiede un pianeta di massa gioviana che le orbita attorno.

Un terzetto di galassie

Con i telescopi riflettori del nostro Osservatorio Astronomico si scorgono nella costellazione del Leone le galassie M65 e M66, alla distanza di circa 35 milioni di anni luce. Al telescopio la prima galassia si presenta come un fuso di luminosità uniforme, mentre la seconda è più interessante, in quanto presenta delle polveri lungo i bracci che ne movimentano l’aspetto. Assieme a una terza galassia, NGC 3628, costituiscono un gruppo noto come il terzetto del Leone; la distanza media tra una galassia e l’altra è di circa 250.000 anni luce.

Le costellazioni che non tramontano mai: la Giraffa

L’aspetto delle stelle della Giraffa come appare agli inizi del mese. Per individuarla, in prima serata nelle notti di primavera, si può utilizzare il Piccolo Carro prolungando le sue stelle verso sinistra. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)
L’aspetto delle stelle della Giraffa come appare agli inizi del mese. Per individuarla, in prima serata nelle notti di primavera, si può utilizzare il Piccolo Carro prolungando le sue stelle verso sinistra. Immagine generata con il software Stellarium (http://stellarium.org)

Attorno alle 22.00, in questa stagione a sinistra della Stella polare (si può usare il Piccolo Carro allineando le stelle del suo timone verso “sinistra”, cioè a ovest), si possono notare alcune deboli stelle, che fanno parte della costellazione della Giraffa, introdotta da Jakob Bartsch, genero di Keplero, nel 1624, a rappresentare l’episodio biblico del cammello che portò Rebecca dal suo futuro sposo Isacco. Formata da stelle di quarta magnitudine, la costellazione del… “cammello leopardato” (in latino Camelopardalis, o Camelopardus) richiede un cielo scuro e limpido per essere osservata, come quello dello Starlight Stellar Park di Saint-Barthélemy, dove sorge il nostro Osservatorio Astronomico. Degna di nota è la sua stella Alfa, che, alla distanza di circa 6.000 anni luce, è una delle stelle più lontane visibili a occhio nudo. La possiamo scorgere perché è quasi 700.000 volte più luminosa del Sole!

A cura di Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli

La rubrica “Il cielo del mese” della Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS è realizzata con il contributo della Fondazione CRT.

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