Nel cielo di novembre la Luna nasconde Venere ma occhi puntati sulla cometa Lemmon

Secondo le previsioni la cometa, scoperta ad aprile dal Mount Lemmon Observatory, il 10 novembre si troverà alla minima distanza dalla Terra, a circa 30 milioni di km. Non solo, perché con un buon binocolo si potrà osservare anche l'ammasso globulare M15, un poco più a ovest di Pegaso.
La Galassia di Andromeda o M31, ripresa dalle piazzole dell’Osservatorio Astronomico della Regione Autonoma Valle d’Aosta. Cortesia Alessandro Cipolat Bares (https://bares.altervista.org/) per la Fondazione C. Fillietroz-ONLUS
Un, due, tre stella!

Nel mese di novembre proponiamo spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico, in programma al sabato con prenotazione online obbligatoria. Per informazioni, consultate il nostro sito web: https://www.oavda.it/ 

Ricordiamo anche che venerdì 24 novembre si terrà a Saint-Barthélemy l’evento speciale Black Hole Friday. L’iniziativa, dedicata ai buchi neri e promossa dalla NASA, comincia in Planetario con uno spettacolo originale tra curvature spazio-temporali, wormhole e buchi neri supermassicci. Segue una visita guidata notturna in Osservatorio Astronomico con l’osservazione del cielo a occhio nudo e con i telescopi della Terrazza Didattica.

Ed ora vediamo cosa ci riserva il cielo di questo mese.

La Luna

Le fasi della Luna

Ultimo quarto domenica 5 novembre, Luna nuova lunedì 13, Primo quarto lunedì 20, Luna piena lunedì 27.

Congiunzioni tra la Luna e pianeti e stelle brillanti

Segnaliamo che il 1° novembre ci sarà un’occultazione lunare della stella Beta Tauri, chiamata Elnath. Il fenomeno non è visibile dall’Italia, ma solo dall’Argentina, dal Cile, Bolivia e Perù meridionale.

Venere e la Luna, attorno alle 11.00 del mattino del 9 novembre, appena prima dell’occultazione. Immagine generata con il software Stellarium (https://stellarium.org).
Venere e la Luna, attorno alle 11.00 del mattino del 9 novembre, appena prima dell’occultazione. Immagine generata con il software Stellarium (https://stellarium.org).

Il 9 il nostro satellite naturale occulterà il pianeta Venere: per una località del nord Italia attorno alle 11.00 (dunque a fine mattina) la Luna “nasconderà” il pianeta, che “riemergerà” dal suo lato sud ovest attorno alle 12.15. Attenzione. Vista la vicinanza della Luna alla Terra i tempi variano fortemente da una località all’altra. Consigliamo di avvalersi di un software per visualizzare la situazione per il proprio luogo di osservazione.

Il fenomeno dovrebbe essere apprezzabile già con un semplice binocolo; con un telescopio sarà sicuramente ancora più emozionante. Questa occultazione sarà visibile dall’Europa alla Russia occidentale, dalla Groenlandia alle isole Svalbard, parte dell’Africa e dell’Asia.

Nel resto del mese, l’11 novembre la Luna passerà appena “sotto” a Castore e Polluce, le due brillanti stelle dei Gemelli, il giorno 20 a soli 3 gradi “sotto” a Saturno e il 25 a una distanza di 5 gradi a sud ovest di Giove.

I pianeti

Mercurio

Il piccolo pianeta all’inizio del mese si presenta a ovest appena dopo il tramonto ma, calando sotto l’orizzonte praticamente assieme al Sole (si trova alla stessa altezza di quest’ultimo), risulta praticamente invisibile. Il 27 ottobre scorso Mercurio ha fatto ingresso nella costellazione della Bilancia; l’11 novembre passa in quella dello Scorpione, il 17 nell’Ofiuco o Serpentario: ebbene sì, esiste anche questa, la tredicesima costellazione zodiacale! Il 29 novembre, infine, passa nel Sagittario.

Venere

Il 3 novembre passa dalla costellazione del Leone a quella della Vergine. Sei giorni più tardi, giovedì 9 novembre, a fine mattinata, si verifica un importante e raro fenomeno, visibile anche dall’Italia: la Luna passa davanti al brillante pianeta, occultandolo: rimandiamo alla sezione sulla Luna per ragguagli su come osservarlo. Nel resto del mese Venere, che sorge a oriente prima del Sole è la brillante “stella del mattino”. Dato che Venere si avvicina progressivamente al Sole, la sua finestra di osservabilità calerà sempre più. All’inizio del mese è visibile già dalle ore 4.00 a un’altezza di una decina di gradi sopra l’orizzonte est fino alle 7.00, mentre a fine novembre lo si vede dalle 5.00 ancora fino alle 7.00, grazie al posticipo dell’ora del sorgere del Sole.

Marte

Il 18 novembre il pianeta rosso è in congiunzione con il Sole. Dato che la sua posizione coincide con quella di quest’ultimo, il pianeta risulta inosservabile per tutto il mese. Il 25 novembre Marte lascia la costellazione della Bilancia per entrare in quella dello Scorpione.

Giove

Il 3 novembre il pianeta gigante raggiunge l’opposizione, ossia, visto dalla Terra, si trova in una direzione quasi diametralmente opposta a quella del Sole. Risulta perciò visibile a partire dal crepuscolo (attorno alle 18.30) fino all’alba. Per tutto il mese si muove all’interno dei confini della costellazione dell’Ariete.

Saturno

Nei primi giorni di novembre è già visibile appena fa buio, alle 18.30 (18.00 a fine mese) nella costellazione dell’Acquario, in cui rimane per tutto novembre. Rispetto al mese precedente anticipa il suo tramonto che all’inizio di novembre avviene attorno alle 23.30 e verso le 22.00 a fine mese.

Urano

Questo mese, oltre a Giove, è in opposizione anche Urano, in particolare il 13 novembre. Risulta quindi visibile per tutta la notte nella costellazione dell’Ariete a una decina di gradi a sud est di Giove. Ai primi di novembre sorge alle 18.00 verso nord est ed è visibile utilizzando un buon binocolo o un piccolo telescopio per contemplarne il colore verde chiaro. Una curiosità: nei primi dieci giorni di novembre la sua posizione non è lontana dai radianti degli sciami meteorici delle Tauridi (vedi sezione sotto)

Nettuno

Il pianeta è già osservabile a un’altezza di una trentina di gradi verso sudest all’imbrunire (a partire dalle 18.30 a inizio novembre, verso le 18.00 a fine mese). Se si vuole scorgerne il piccolo dischetto e il colore azzurro marcato occorre usare un telescopio. Per quasi tutto il mese si trova nella costellazione dei Pesci, per spostarsi proprio alla fine novembre in quella dell’Acquario.

La cometa Lemmon (C/2023 H2)

Questa cometa, scoperta lo scorso aprile dal Mount Lemmon Observatory, il 29 ottobre scorso ha raggiunto la minima distanza dal Sole, portandosi a 134 milioni di km. Secondo le previsioni il 10 novembre si troverà alla minima distanza dalla Terra, a circa 30 milioni di km (un quinto della distanza media tra Terra e Sole) e contemporaneamente raggiungendo il massimo della luminosità, sufficiente da renderla visibile con un buon binocolo.

Nei giorni vicini al 10 novembre, quindi, la cometa sarà visibile dopo il tramonto del Sole, all’inizio del crepuscolo serale, attorno alle 18.30, a un’altezza di una cinquantina di gradi sopra l’orizzonte ovest nella costellazione di Ercole. Tramonta verso le 23.20.

A quanto pare, la cometa Lemmon ritorna vicino al Sole dopo un periodo di circa 3.800 anni.

Gli sciami meteorici di novembre

Le Tauridi Sud e Nord

Sono uno sciame di meteore (nome tecnico delle stelle cadenti) associate alle polveri lasciate in prossimità dell’orbita terrestre dall’asteroide 2004 TG10 o, secondo altre stime, dalla cometa 2P/Encke. In realtà le Tauridi rappresentano due sottosciami distinti: le Tauridi Sud, attive da fine settembre al 2 dicembre con il massimo attorno al 5 novembre e le Tauridi Nord, attive dal 13 ottobre al 2 dicembre, con un massimo tra l’11 e il 13 novembre, in cui si producono circa 5-10 meteore all’ora. Le stelle cadenti di cui sono costituiti sembrano sgorgare dalla costellazione del Toro, da cui entrambi gli sciami prendono il nome. Dal punto di vista del disturbo del chiarore lunare le condizioni di visibilità saranno diverse: discrete per le Tauridi Sud, dato che il 5 la Luna sarà all’ultimo quarto (e sorgerà attorno a mezzanotte) e decisamente ottimali per le Tauridi Nord, dato che la Luna, in fase nuova il 13, sarà illuminata solo al 2%.

La posizione del radiante delle Leonidi nella costellazione del Leone. Credit: Meteor Shower Calendar  (https://www.imo.net/resources/calendar/)
La posizione del radiante delle Leonidi nella costellazione del Leone. Credit: Meteor Shower Calendar (https://www.imo.net/resources/calendar/)

Le Leonidi

Secondo le previsioni dell’International Meteor Organization nelle prime ore del 18 novembre si verificherà il picco dello sciame meteorico delle Leonidi, il più importante del mese di novembre, associato dalle polveri della cometa periodica 55P/Tempel-Tuttle. Sono così denominate perché sembrano provenire dalla costellazione del Leone, in un punto detto radiante (vedi immagine qui sopra). Quest’anno la Luna, tra la fase nuova e quella del primo quarto, non disturberà affatto la visibilità delle meteore più brillanti di questo sciame, che raggiunge il massimo della sua visibilità nella seconda parte della notte, quando la Luna sarà tramontata e il radiante alto sull’orizzonte.

Stelle e costellazioni visibili nelle serate di novembre

La costellazione di Pegaso. Credit: IAU and Sky & Telescope (https://www.iau.org/static/public/constellations/gif/PEG.gif)
La costellazione di Pegaso. Credit: IAU and Sky & Telescope (https://www.iau.org/static/public/constellations/gif/PEG.gif)

I tesori di Pegaso e Andromeda

Un poco più a ovest della stella Enif, che simboleggia il naso del cavallo Pegaso, con un buon binocolo o un piccolo telescopio possiamo osservare, a 34.000 anni luce dal Sole, l’ammasso globulare M15, composto da 300.000 stelle comprese in uno sferoide di circa 130 anni luce di diametro. Scoperto dall’astronomo italiano Giovanni Domenico Maraldi, dal punto di vista astrofisico è una forte sorgente di raggi X, forse prodotti da un buco nero generato da una massiccia stella dell’ammasso giunta allo stadio finale della sua evoluzione. Ne parleremo al Black Hole Friday in programma venerdì 24 novembre!

Dalla parte opposta rispetto al corpo del cavallo alato Pegaso, cioè più a oriente, troviamo la costellazione di Andromeda. Dalla stella luminosa Beta Andromedae (Mirach) possiamo muoverci verso la stella Mu e Nu Andromedae per individuare a poca distanza da quest’ultima M31 (la Galassia di Andromeda), l’oggetto più lontano percepibile a occhio nudo, distante da noi ben 2,5 milioni di anni luce. Al telescopio mostra il suo brillante nucleo, che pur apparendo come una massa luminosa e compatta, è in realtà composto da miliardi di stelle visualmente non distinguibili una dall’altra per via della grande distanza da noi. M31 appare in tutta la sua magnificenza nella spettacolare immagine ripresa dall’astrofotografo Alessandro Cipolat Bares dalle piazzole del nostro Osservatorio Astronomico, alla quale dedichiamo la copertina di questo mese.

Il destino della Galassia di Andromeda e della nostra Galassia è quello di inghiottirsi a vicenda tra non meno di 3,7 miliardi di anni… un evento a cui crediamo nessuno di noi potrà assistere!!! Per questo suggeriamo di partecipare allo spettacolo Sulle ali di Pegaso al Planetario di Lignan, ogni sabato alle ore 18.00, dove proiettiamo una simulazione dell’incontro cosmico realizzata dagli studiosi sulla base di dati scientifici.

La costellazione zodiacale del mese: gli elusivi Pesci

La costellazione dei Pesci. Credit: IAU and Sky & Telescope (https://www.iau.org/static/public/constellations/gif/PSC.gif)
La costellazione dei Pesci. Credit: IAU and Sky & Telescope (https://www.iau.org/static/public/constellations/gif/PSC.gif)

In questo mese la costellazione dei Pesci (la cui sigla è Psc) è ben visibile verso le ore 21.30 in direzione dell’orizzonte sud. L’asterismo del Grande Quadrato di Pegaso è un buon riferimento per individuare i due pesciolini: quello occidentale, a forma di pentagono irregolare, si trova sotto al Quadrato, mentre il pesce orientale, più debole e dall’aspetto allungato, è individuabile a est di questo asterismo.

Nella rappresentazione tradizionale i due pesci sono collegati da un lungo nastro ondeggiante simboleggiato da alcune stelle: possiamo sfruttare questa caratteristica per una proficua identificazione dei due componenti di questa costellazione. Partendo dal pesce occidentale, dalla stella Iota ci spostiamo in direzione est verso le stelle Omega, la “d” (41 Psc), la coppia formata dalla 62 e da Kuton (Delta Psc), poi, proseguendo attraverso le stelle Epsilon e Nu, arriviamo alla stella Al Resha, l’Alfa dei Pesci, il punto più meridionale del “nastro”. Facilita trovare questo punto di intersezione la forma molto appuntita della cuspide che i due nastri formano.

Da lì si risale verso la stella Torcular (Omicron Psc) e passando da Alpharg (Eta Psc) giungiamo infine al secondo pesce, individuabile principalmente dalle stelle Psi, Nu e Omicron, molto più difficile da riconoscere del suo compagno occidentale.

È d’obbligo un cielo buio come quello dello Starlight Stellar Park a Saint-Barthélemy, dato che lo splendore di queste stelle è attorno alla quarta magnitudine, quindi, sotto un cielo mediamente inquinato dalle luci artificiali, sarebbero appena visibili. Di fronte a difficoltà o a eventuale insuccesso nell’identificazione dei due pesci e del loro nastro ce ne si faccia una ragione, dato che anche Arato, poeta del IV sec. a.C. nella sua opera più famosa, i Fenomeni, ci dice che “sempre risalta uno più che non l’altro” (*).

Le costellazioni che non tramontano mai: il Drago

L’aspetto del cielo verso nord attorno alle 22.30 del 15 novembre. È visibile a sinistra del Piccolo carro (asterismo dell'Orsa Minore) la costellazione del Drago . Indicata nel cerchietto giallo la stella Thuban, Alfa Draconis. Immagine generata con il software Stellarium (https://stellarium.org)
L’aspetto del cielo verso nord attorno alle 22.30 del 15 novembre. È visibile a sinistra del Piccolo carro (asterismo dell’Orsa Minore) la costellazione del Drago . Indicata nel cerchietto giallo la stella Thuban, Alfa Draconis. Immagine generata con il software Stellarium (https://stellarium.org)

Durante la seconda parte della serata, verso le 23.00, anche i neofiti potranno riconoscere senza difficoltà l’asterismo del Grande Carro, che sale lentamente sopra l’orizzonte in direzione nord est.

Tra le due Orse (Maggiore e Minore) si snoda una costellazione molto antica, dalla forma che assomiglia alla lettera “S” rovesciata: il Drago celeste (Draco è il suo nome ufficiale).

In prima serata, fino alle 22.30-23.00, è possibile osservare ancora la testa del Drago, un quadrilatero formato dalle stelle Beta, Gamma, Nu e Xi, guardando verso nord ovest a “sinistra” (ovest) del Piccolo Carro.

Uno dei due “occhi”, poco distante dalla luminosa Vega, è Eltanin (nota anche come Etamin, anche se il suo nome ufficiale è il precedente), la stella Gamma che curiosamente, pur contrassegnata dalla terza lettera dell’alfabeto greco, è la più brillante della costellazione. Si tratta di una gigante arancione a circa 150 anni luce da noi.

La stella Alfa è Thuban: l’attribuzione della prima lettera greca si spiega probabilmente con il fatto che era la stella polare nell’anno 3000 a.C. epoca agli albori dell’astronomia in oriente. Lo sarà ancora nell’anno 23.000 d.C., come mostriamo durante gli spettacoli al Planetario di Lignan.

(*) Arato, Fenomeni, v. 240, traduzione di G. Vanin e B. Cusinato, in Catasterismi (L’origine, la storia, il mito delle costellazioni), Edizioni Rheticus-DBS, Feltre 2017, p. 46

La rubrica “Il cielo del mese” della Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS è realizzata con il contributo della Fondazione CRT.

A cura di Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli

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