Questo è il mio ultimo incontro con voi, se come tutti speriamo non ci saranno sorprese nei mesi a venire. Vorrei lasciarvi con qualche riflessione personale che possa aiutarvi a comprendere meglio qual è la situazione attuale e che cosa ci possiamo aspettare per il futuro.
Purtroppo la pandemia è tutt’altro che esaurita: lo dimostrano i miei ultimi grafici che documentano, su scala mondiale e con tutti i limiti della raccolta dei dati internazionali, l’andamento giornaliero dell’Rt (attualmente intorno a 0,90), dei nuovi casi (circa 400.000 al giorno) e dei decessi (non meno di 10.000)
In Italia (ed in Valle d’Aosta) la situazione è sotto controllo: la variante indiana, meglio definita come variante delta, non rappresenta che pochi punti percentuali dei nuovi casi di malattia. Certo che per trovarla bisognerebbe sequenziare un numero congruo di casi, e questo attualmente non è il nostro caso, in cui ciò avviene in meno dell’1% dei tamponi positivi. E’ ovvio che per trovare qualcosa bisogna cercarlo secondo corretti metodi epidemiologici, non fosse altro per poterne escludere autorevolmente la presenza.
I vaccini si sono dimostrati efficaci nel ridurre drasticamente i casi gravi (terapie intensive e decessi), ma l’immunità di gregge, di cui a mio parere spesso si parla a sproposito, rimane un’utopia. Primo perché non siamo un gregge (cioè una popolazione chiusa che vive confinata in un luogo definito) e secondo perché tra no vax, incerti, persone non facilmente reperibili o non censite, controindicazioni vere al vaccino e fasce giovanili che attualmente non sono autorizzate alla vaccinazione ben difficilmente si raggiungerà la soglia prevista, che peraltro è legata al tasso di riproduzione delle singole varianti in gioco che purtroppo tende ad aumentare.
La durata dell’immunità è un altro punto in sospeso, sia per quanto riguarda quella derivante dalla malattia naturale, sia quella derivante dalla vaccinazione: allo stato attuale delle conoscenze una terza dose di vaccino non è ritenuta necessaria, ma è passato troppo poco tempo per poterlo affermare con sicurezza.
Speriamo di non ripetere gli errori dell’estate scorsa, in cui tutto sembrava finito, ma che i mesi di netta attenuazione della malattia possano essere utilizzati per prepararci ad eventuali ulteriori ondate potenziando l’attività di contact tracing e vaccinando quante più persone possibili.
Resta sempre valido il consiglio ad essere prudenti, di lavarci le mani e di mantenere nei limiti del ragionevole il distanziamento sociale soprattutto nei luoghi chiusi, vista l’importanza della diffusione virale tramite aerosol.
Auguro una buona estate a tutti, ed un ringraziamento ad Aostasera che mi ha ospitato.
Una risposta
Luca, perché non scrivi più? Mi manca l’epidemiologo amico!