La Valle d’Aosta conferma il trend positivo nell’andamento della pandemia

In particolare, i nuovi casi positivi sono ancora più elevati rispetto ai confronti (12,6/100.000 casi medi giornalieri su base settimanale rispetto ai 7,0 dell’Italia e del Piemonte ed i 7,1 della Lombardia), ma si tratta di numeri ormai molto piccoli; riguardo ai ricoveri, sia ordinari sia in Terapia Intensiva, siamo perfino su valori nettamente inferiori; ciò vale, finalmente, anche per i decessi, che sono meno di 1/100.000 alla settimana (0,8 vs 1,6 dell’Italia, 1,1 del Piemonte e 1,4 della Lombardia).
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Un epidemiologo per amico

A cinque settimane dalle riaperture, la Valle d’Aosta conferma il trend positivo nell’andamento della pandemia: stima di Rt in calo, nuovi casi positivi in riduzione, allineamento dei principali indicatori ai valori nazionali e di quelli delle regioni più vicine. In particolare, i nuovi casi positivi sono ancora più elevati rispetto ai confronti (12,6/100.000 casi medi giornalieri su base settimanale rispetto ai 7,0 dell’Italia e del Piemonte ed i 7,1 della Lombardia), ma si tratta di numeri ormai molto piccoli; riguardo ai ricoveri, sia ordinari sia in Terapia Intensiva, siamo perfino su valori nettamente inferiori; ciò vale, finalmente, anche per i decessi, che sono meno di 1/100.000 alla settimana (0,8 vs 1,6 dell’Italia, 1,1 del Piemonte e 1,4 della Lombardia).

Possiamo dunque sperare che questo trend prosegua positivamente, sempre che i comportamenti individuali si mantengano prudenti nel tempo, la campagna vaccinale proceda con tempestività e la progressiva liberalizzazione di tutte le attività non inverta tale tendenza.

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Per non avere uno sguardo limitato al presente, ho voluto confrontare l’andamento nazionale della pandemia di quest’anno rispetto al precedente. E qualche sorpresa è venuta fuori. Lo vedete nei tre grafici che vi presento. Tutti i numeri sono in valore assoluto, con il solo artificio di utilizzare delle medie mobili a sette giorni per rendere le curve di più facile interpretazione.

Nuovi casi positivi: le diagnosi del 2021 sono nella prima ondata fino a cinque volte più numerose di quelle del 2020, fatto certamente dovuto alla maggior disponibilità di strumenti diagnostici piuttosto che ad una minore diffusione dell’infezione.

Totale degli ospedalizzati: il picco pandemico che ci siamo appena lasciati alle spalle è praticamente sovrapponibile alla prima ondata del 2020. Ciò significa che per gravità (o in termini più specifici per morbilità) la diffusione virale non è mutata nei due anni, il che dimostra l’ampia sottostima dei casi delle prime fasi pandemiche.

Decessi: circa la metà nel 2021 rispetto al 2020 nel momento di maggiore intensità, probabilmente per un miglioramento delle terapie impiegate e per una parziale protezione delle fasce di popolazione più fragili, tuttavia la velocità di decremento non si dimostra inferiore al passato.

Ma ciò che appare più evidente in tutte le curve è la stagionalità della pandemia. Non va dimenticato che il SARS-CoV-2, il coronavirus responsabile della pandemia, è un virus respiratorio che si diffonde maggiormente nelle stagioni più fredde: vedremo nel prossimo autunno, quando la campagna vaccinale sarà nelle sue fasi finali ed i comportamenti individuali saranno ormai consolidati, che cosa succederà.

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In ultimo, come di consueto, la campagna vaccinale: vi riporto in una tabella riassuntiva a che punto siamo, in Italia ed in Valle d’Aosta, le cui percentuali sono pressoché sovrapponibili. I grafici finali ne danno un’idea più immediata.

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