Dopo un “tira e molla” che va avanti da metà marzo 2019, attraverso una serie di incidenti di percorso e di ostacoli, ora una certezza c’è.
La Commissione Tecnica che doveva valutare l’ammissibilità del Referendum comunale consultivo sulla riapertura al traffico veicolare dell’Arco di Augusto – riproposto dal Comitato promotore il 9 luglio scorso e annunciato un paio di giorni dopo dai consiglieri di Aosta Lorenzo Aiello (CasaPound), Étienne Andrione (Lega) e Vincenzo Caminiti (Misto) – si è espressa, e l’ha fatto favorevolmente.
Il Referendum, quindi, si può fare.
Commissione Tecnica che ha proposto al Comitato tre emendamenti al quesito referendario, accettati, che quindi trasformeranno la domanda da porre ai cittadini aostani, che sarà la seguente: “Siete favorevoli alla riapertura completa della viabilità veicolare attorno all’Arco di Augusto, quale era prima degli interventi attuali di semipedonalizzazione, fino al compimento di ogni attività finalizzata alla totale pedonalizzazione dell’area?”.
Se l’ammissione del quesito può fare esultare i tre consiglieri, ora però tutta la questione si gioca su fattori procedurali e, soprattutto, sul “fattore tempo”, non di semplice soluzione.
“Accettiamo gli emendamenti proposto dalla Commissione Tecnica – spiega Andrione –, anche perché sono migliorativi. Nella lettera che invieremo loro chiederemo però che non ci siano limitazioni temporali oltre a quelle previste dall’articolo 29 dello Statuto che spiega che i Referendum non possono essere coincidenti con altri appuntamenti elettorali. Siccome nel 2020 si vota per le Comunali, sappiamo che la consultazione referendaria non potrà essere fatta lo stesso giorno. Nel passato, però, quella norma prevedeva si potesse fare tre mesi prima o tre mesi dopo l’appuntamento elettorale. Insomma, vogliamo che ci dicano che non ci saranno sorprese, ce lo faremo confermare”.
Un percorso in salita
Andrione lo dice chiaramente, consapevole che il percorso del quesito referendario non sarà semplice: “Dalla risposta della Commissione partono i 90 giorni per la raccolta delle 1500 firme necessarie, in seguito la Commissione stessa ha 15 giorni per verificarle e nel caso che le firme siano regolari il Sindaco ha 10 giorni per fissare la data del Referendum che dovrà essere entro 120 giorni”.
Percorso accidentato che, se tutto andasse liscio, potrebbe vedere gli aostani andare a votare per la viabilità all’Arco di Augusto nei dintorni di fine aprile 2020, a più di un anno dall’idea stessa del Referendum e a ridosso delle Elezioni amministrative di maggio.
“Lo sforzo per raccogliere le firme è colossale – spiega ancora il consigliere in quota Lega –, questa è una norma estremamente punitiva. 1500 firme in 90 giorni sono poco meno del 10% di tutti i votanti delle Comunali 2015, che furono 17mila 553”.
Problema nel problema, nelle pieghe del regolamento, è anche la natura stessa del Referendum, che è infatti “consultivo”. Nello Statuto, appunto, si legge sì che “In caso di esito positivo, il Sindaco è tenuto a proporre al Consiglio Comunale, entro 60 giorni dalla proclamazione dei risultati, la deliberazione sull’oggetto del quesito sottoposto a referendum”, ma anche che “Qualora il Consiglio comunale ritenga di non aderire al parere espresso dalla popolazione sulla questione oggetto del referendum, deve pronunciarsi con una deliberazione motivata”.
Il “dado”, comunque, è tratto: “Siamo perfettamente coscienti delle difficoltà – conclude Andrione –, seguiamo lo svilupparsi dell’iniziativa ma andremo fino in fondo. Abbiamo chiesto fino all’ultimo al Sindaco Centoz di evitare questo esito e gli chiediamo da tempo di realizzare la rotatoria di via Monte Émilius per andare verso la pedonalizzazione completa, come ha annunciato. Ora, se tutto verrà confermato, il Referendum si mescolerà con campagna elettorale, nuovamente una scelta del Sindaco”.