Vaccino Covid, Lavevaz: “Un primo passo verso il ritorno alla normalità”

"È un gesto sociale, che darà a tutta la comunità la possibilità di guardare con più fiducia al futuro”, ha spiegato il Presidente della Regione. "L’immunità di gregge - ha aggiunto l'Assessore alla Sanità Barmasse - passa soltanto attraverso la consapevolezza che il vaccino è l’unico strumento oggi a nostra disposizione".
Lavevaz e Barmasse
Politica

La campagna di vaccinazione vera e propria prenderà il via a gennaio con le 3334 dosi previste per la Regione, ma già dal “VaccineDay” di ieridomenica 27 dicembre – le autorità regionali intravedono la possibilità di un’uscita dall’emergenza.

“Di fronte ad un’emergenza sanitaria come quella creata dal virus del Covid-19, l’unica risposta possibile è la vaccinazione – spiega in una nota l’Assessore alla Sanità Roberto Barmasse –, perché è l’unica soluzione durevole che permette in maniera rapida la riduzione del contagio e una reale ripresa della quotidianità, a tutti i livelli. È quindi importante il gesto, dalla forte valenza simbolica, dei sanitari che si sono sottoposti alla prima dose del vaccino. Un gesto che speriamo molti capiscano perché l’immunità di gregge passa soltanto attraverso la consapevolezza che il vaccino è l’unico strumento oggi a nostra disposizione, per proteggerci, per proteggere i nostri cari e, soprattutto, per proteggere chi è più fragile di fronte al virus”.

Parole che riecheggiano in quelle del Presidente della Regione Erik Lavevaz: “L’inizio del Piano di vaccinazione in tutta Italia è un primo passo verso il ritorno alla normalità – ha spiegato –. Un ringraziamento doveroso lo rivolgo ai sanitari che hanno dato l’esempio, sottoponendosi per primi al vaccino. Dopo i sanitari, il piano prevede il coinvolgimento degli operatori e degli anziani che si trovano nelle microcomunità e nelle Rsa, perché per loro un ulteriore diffondersi del contagio potrebbe essere pesante. Il gesto dei nostri sanitari, così come di tutti quelli che in tutta Italia si sono sottoposti al vaccino, è un gesto sociale, che darà a tutta la comunità la possibilità di guardare con più fiducia al futuro”.

0 risposte

  1. Plasma immune, terapia monoclonale, antinfiammatori presi per tempo, idrossiclorochina idem, rivalutando i medici di base quali sentinelle sul territorio per curare tempestivamente i malati nella fase iniziale.
    Un vaccino creato in fretta e furia, che non garantisce la totale sicurezza di chi se lo fa iniettare e di cui non si conoscono gli effetti a medio e lungo termine. Il fatto che meno della metà del personale sanitario in Valle abbia aderito alla vaccinazione la dice lunga su quale fiducia nutrano gli addetti ai lavori.
    Sarebbe anche interessante sapere, e non viene detto, che questo virus ha già fatto registrare 23 varianti diverse. E’ un virus e come tale muta velocemente. Il vaccino di oggi sarà inutile sulle varianti, come lo sono i vaccini antinfluenzali che non proteggono se non dal ceppo e dalla variante precisa per cui sono stati creati.

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