E’ di tre mesi di carcere la pena richiesta dal pm Francesco Pizzato al giudice monocratico Maurizio D’Abrusco nei confronti di Fabrizio Fournier, il 55enne di Saint-Vincent imputato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. La requisitoria dell’accusa si è sviluppata nell’udienza di oggi, lunedì 28 giugno, assieme alle discussioni delle parti civili (la comunità ebraica di Torino, la Regione e il Comitato provinciale Valle d’Aosta dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia). Il processo è stato quindi rinviato al prossimo 7 luglio per il completamento dell’arringa difensiva, le eventuali repliche delle parti e la sentenza.
L’indagine, sviluppata dalla Digos alla Questura di Aosta, era partita nel 2018 dai cancelli posti all’esterno dell’abitazione dell’imputato, sui quali figuravano simboli (aquile e triangoli) ricondotti dall’accusa al Terzo Reich e alla “classificazione” dei prigionieri nei lager. Oltre alle cancellate, la Procura ha contestato a Fournier un’ulteriore serie di condotte volte a negare la Shoah. Tra queste, la pubblicazione di una foto su Facebook in cui è ritratto “mentre effettua il saluto romano in luogo pubblico”, nonché la diffusione (sui social e tramite WhatsApp) di video a carattere negazionista della Shoah, accompagnati da valutazioni del tipo “le camere a gas sono delle ‘bufale’ servite per far passare per ‘mostri’ persone che non lo sono state per niente, come il grande Adolf Hitler”.
Gli inquirenti hanno poi ricostruito come Fournier fosse noto tra i suoi amici come “Nazi” e tra i suoi motivi di lagnanza, peraltro ricorrente, ci fosse l’essere nato nel giorno della memoria. Nel processo sono sfilati una decina di testimoni citati dalle parti. L’accusa, inoltre, ha chiesto la trascrizione, ai fini dell’utilizzo nel procedimento, di una serie di intercettazioni cui l’imputato è stato sottoposto (in una, non manca di rassicurare un’interlocutrice del fatto che “torneremo!”). La volontà inquirente era dimostrare come l’insieme di episodi travalichi la libera manifestazione del pensiero, sconfinando nell’istigazione (derivante dal fatto che i cancelli si affacciassero sulla pubblica via) e nella propaganda.
Fournier, negli interrogatori effettuati durante le indagini (ad assisterlo sono i legali Enrico Pelillo di Bergamo e Danilo Pastore di Ivrea), ha smentito la matrice nazista e motivato l’aspetto delle cancellate (che erano anche state sequestrate, all’inizio dell’inchiesta) con la passione per l’esoterismo e i rimandi al filosofo tedesco Schopenhauer. In aula, inoltre, ha collocato parte delle contestazioni nell’ambito di una “goliardata” tra amici (visione che i testimoni citati dalla difesa hanno confermato). Tra meno di dieci giorni si saprà se ha convinto il giudice.