“Bene la sentenza della Corte costituzionale sulle indennità che ‘premiano’ il rischio, in cui incorre il personale della sanità e dei servizi agli anziani nella lotta contro il Covid-19, durante i noti e gravi eventi del 2020”, ma l’importante è che “ora si proceda immediatamente con l’erogazione dello stesso indennizzo, concordato con l’Assessorato alla Salute e il Celva, per il personale socio-sanitario assistenziale dei servizi per gli anziani, che ha patito i rischi connessi al loro lavoro nello stesso periodo”.
A scriverlo, in una nota, sono le Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil che spiegano come lo scorso 4 maggio le parti sociali “hanno scritto alle istituzioni regionali interessate, mettendo in risalto come questa indennità dovesse essere rivolta a tutto il personale interessato, compreso il personale interinale in azienda sanitaria e quello delle case di riposo. Ora la Corte Costituzionale dà ragione alla formula che avevamo previsto e richiesto e non possiamo che esprimere la più ampia soddisfazione”.
Non senza una nota polemica: “Spuntano commentatori dell’ultima ora che salgono sul carro dei vincitori, quando in realtà, documenti alla mano, sono state le Funzioni Pubbliche di Cgil, Cisl e Uil a battersi affinché l’indennità ‘una tantum’ andasse a tutte le lavoratrici e ai lavoratori della sanità e dell’assistenza della Valle d’Aosta, nelle modalità che la Corte Costituzionale ha ritenuto corrette. Diamo merito anche alla Regione, che dando credito alle nostre proposte negoziali, ha poi difeso gli esiti contro l’impugnativa del Governo in Suprema Corte. Duole rimarcare invece come alcuni enti locali abbiano scelto di contrattare con altri Sindacati tali risorse premianti e straordinarie, utilizzando risorse contrattuali ordinarie, per loro natura disponibili a tutto il personale delle nostre pubbliche amministrazioni”.
Ora è necessario recuperare il tempo perduto e, proseguono i sindacati confederali, “a questo punto è necessario che si proceda celermente all’erogazione dell’indennità”, ribadendo come sentenza venga considerata “a pieno titolo una vittoria tutta nostra”.
Con un “però”: “Persiste il rammarico che rimangono ancora fuori dall’indennità le operatrici e gli operatori del JB Festaz – si legge ancora nella nota –. Noi abbiamo chiesto ripetutamente che venissero inseriti. Su questo non c’è stato verso di farci ascoltare. Non demordiamo e continueremo a batterci, affinché vengano eliminate le disparità”.