Chiedono aiuto sul Cervino, ma poi rifiutano il soccorso

La vicenda tra venerdì sera e ieri, sabato 20 agosto. I tre alpinisti, dell’est europeo, erano nella capanna Carrel (3.830 metri) e hanno deciso di scendere autonomamente stamane. Rischiano una denuncia: la via normale italiana è chiusa.
Il monte Cervino.
Cronaca

Avevano chiesto l’aiuto dell’elicottero venerdì sera verso le 21, spiegando di non essere più in grado di proseguire e di trovarsi all’interno della Capanna Carrel (3.830 metri), sul Cervino. Il forte vento però, per buona parte della giornata di ieri, sabato 20, ha impedito di decollare. Quando una “finestra” di bel tempo si è aperta, dopo le 18.30, il Soccorso Alpino Valdostano li ha contattati telefonicamente e i tre alpinisti dell’est europeo protagonisti della vicenda hanno rifiutato l’intervento, riferendo di essersi rifocillati ed intenzionati a scendere autonomamente nella mattinata di oggi, domenica 21 agosto.

L’elicottero non li ha quindi raggiunti, ma l’ascensione rischia di presentare comunque delle conseguenze. La via normale italiana al Cervino, percorsa dai tre (probabilmente polacchi), è chiusa per effetto dell’ordinanza del sindaco di Valtournenche Jean Antoine Maquignaz, adottata a seguito della frana che ha interessato il versante italiano lo scorso 2 agosto. Per i tre, una volta a Valle, si prospetta quindi una denuncia per inosservanza del provvedimento dell’autorità.

Analoga misura era stata assunta alla vigilia di ferragosto per uno scalatore, anch’egli polacco, che aveva chiesto soccorso sul Pic Tyndall (4.200 metri). Il 20 luglio le guide alpine avevano deciso di smettere accompagnare clienti sulla “Gran Becca”, in ragione del rischio di crolli conseguente alla siccità. Nel crollo del 2 agosto, rocce e pietre si erano staccate dalla Testa del Leone, rendendo necessaria l’evacuazione di 13 alpinisti che erano impegnati nell’ascensione a monte del punto di crollo.

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