La mobilitazione nazionale dell’edilizia, proclamata dai sindacati Feneal Uil e Fillea Cgil, ha visto scendere in diverse piazze della penisola – Torino, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari – migliaia di lavoratori del settore per protestare contro “il decreto che blocca la cessione dei crediti per i bonus edili a discapito dei i redditi più bassi” e contro “le nuove norme del Codice degli appalti, che riducono gli obblighi di applicazione dei contratti collettivi nazionali edili e introducono la liberalizzazione dei subappalti a cascata con conseguenze pesanti su occupazione, sicurezza dei lavoratori, qualità del lavoro e sostenibilità”.
Alla manifestazione torinese, che si è svolta questa mattina in zona Falchera, periferia in fase di riqualificazione, erano presenti anche una quarantina di partecipanti dalla Valle d’Aosta guidati da Roberto Billotti segretario generali Fillea Cgil VdA e Marco Anelli della Feneal Uil a rappresentare la preoccupazione delle imprese valdostane.
Una realtà economica importante che conta, secondo i dati forniti dai sindacati 450 imprese edili, oltre 3500 operai e 200 impiegati.
Le controproposte portate in piazza da Fillea e Feneal Uil prevedono il mantenimento della cessione dei crediti per le famiglie con Isee fino a 30mila euro, i condomini di periferia, le case popolari, l’attuazione di politiche industriali stabili e strutturali per la rigenerazione delle città.
Una risposta
Dunque: 450 imprese, 3500 operai, 200 impiegati e soltanto in pochi 40 vanno alla mobilitazione. Alcuni di questi sono sindacalisti di professione. Un bel flop altro che mobilitazione.