Un’ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale, che dispone sette arresti nei confronti di altrettanti indagati per traffico di sostanza stupefacente in Valle d’Aosta (quattro cittadini albanesi e tre italiani), è stata eseguita oggi, venerdì 8 marzo, dalla Polizia. Ai domiciliari sono finite cinque persone (una è però detenuta per altro reato), mentre per altre due (per una delle quali è prevista la carcerazione preventiva) sono ancora in corso le ricerche.
L’operazione rappresenta il culmine di un’indagine “iniziata nel dicembre 2022”, fanno sapere da corso Battaglione, e condotta dalla Squadra Mobile, sotto la direzione della Procura della Repubblica (del fascicolo è titolare il pm Manlio D’Ambrosi). Dall’inchiesta, per gli inquirenti, sono emersi “i membri di quello che sarebbe un sodalizio criminale protagonista di movimentazioni di grandi quantità di cocaina nella Valle”.
Secondo quanto ricostruito dalla Polizia, il gruppo aveva una gerarchia precisa. Esisteva una figura di vertice, che si occupava degli approvvigionamenti fuori Valle. Questi, per compiere meno “viaggi”, riguardavano quantitativi significativi, anche 2 kg di stupefacente. La merce veniva poi distribuita ai “rivenditori” del gruppo, che la piazzavano ai consumatori, prevalentemente ad Aosta (solo un paio di cessioni sono state monitorate fuori città), “al prezzo variabile di circa 90-150 euro a dose”.
Le indagini hanno messo a fuoco anche le modalità di contatto e interlocuzione tra i consumatori e i pusher. I primi inviavano un messaggio su WhatsApp, che includeva una frase, apparentemente una affermazione: “Vengo con 1, 2, 5… persone”. In realtà, per gli investigatori, una richiesta di dosi, dove il numero indicava la quantità desiderata. Dopodiché, i due si incontravano ed avveniva la cessione.
Nelle perquisizioni odierne non è stato rinvenuto stupefacente, ma nel corso delle attività investigative la Polizia ha effettuato diversi recuperi di cocaina, sequestrandone oltre mezzo chilo. Stando a quanto ricavato, i sette avrebbero “occupato” lo spazio sul mercato dello stupefacente lasciato libero da altri gruppi, sgominati dalle forze dell’ordine. Anche per questo, nell’operazione odierna non è definibile un profilo particolare di cliente, trattandosi di consumatori abituali.
Dall’inchiesta è emerso anche che, ad un certo punto, il gruppo avrebbe avuto necessità di liquidità per pagare la merce ai fornitori fuori Valle, scegliendo di “finanziarsi” con reati contro il patrimonio. In particolare, due dei fermati per gli inquirenti sarebbero coinvolti in almeno tre furti in abitazione – tutti nella regione – mirati a sottrarre beni di valore ingente (anche 40mila euro), da “piazzare” per monetizzare. In uno degli episodi risultano essere stati sottratti dei fucili da caccia (di cui era stato condannato, per la ricettazione delle armi, un giovane aostano). Nei prossimi giorni, si terranno gli interrogatori di garanzia degli arrestati.