L’udienza di oggi, tenuta nell’aula bunker delle Vallette di Torino, ha visto in evidenza le testimonianze di tre collaboratori di giustizia. Tutti hanno confermato il radicamento criminale calabrese nella regione.
L’udienza di secondo grado, conclusasi oggi al Palazzo di giustizia di Torino, ha visto una riduzione della pena comminata all’uomo, scesa a 10 anni. Al Tribunale di Aosta, nel giugno 2019, gliene erano stati inflitti 17.
I Carabinieri erano impegnati nei servizi per il rispetto delle disposizioni sugli spostamenti durante l'epidemia del Coronavirus. Le accuse sono di resistenza e violenza a pubblico ufficiale, nonché di inosservanza del provvedimento dell'autorità.
Simone Fortuna, nostro giovane fotografo e collaboratore per AostaSera, è uno studente universitario al primo anno di un corso di Laurea Magistrale, a Torino, e oggi ci racconta come la sua generazione sta vivendo l'emergenza Coronavirus.
A palazzo di giustizia di Torino, con le due udienze di questa settimana, si sono esaurite le arringhe degli avvocati dei presunti componenti della “locale” aostana a processo con il rito abbreviato. La sentenza si avvicina.
Il presunto capo della “locale” aostana di 'ndrangheta ha rilasciato dichiarazioni spontanee, nella prima udienza dopo la richiesta, per lui, di 14 anni di carcere: “Io? Un capro espiatorio”.
Per Marco Fabrizio Di Donato, ritenuto il capo della “locale” aostana, il pm Castellani ha chiesto 14 anni, 10 per suo fratello Roberto Alex. Per Francesco Mammoliti, altro imputato considerato “partecipe” della locale, 10 anni e 8 mesi.
Si è tenuta oggi, al Palazzo di giustizia di Torino, l’udienza convocata dal Gip Salvadori per approfondire alcune delle posizioni per cui, nell’inchiesta Geenna, la Dda aveva chiesto di archiviare, in assenza di rilievi penali.
Il ristoratore in carcere dallo scorso 23 gennaio ha rilasciato dichiarazioni spontanee: “qui ci conosciamo tutti e tutti conoscono tutti”. Ha parlato anche Alessandro Giachino, dissociandosi dagli addebiti.
Cinque imputati (Giachino, Prettico, Raso, Sorbara e Carcea) non hanno richiesto al Gup riti alternativi. Dagli altri accusati nel filone “valdostano” delle indagini di Dda e Carabinieri è giunta richiesta di rito abbreviato.
Il Gup Danieli non ha ammesso, per vizi formali, la richiesta di piazza Deffeyes di costituirsi nel procedimento sulle presunte infiltrazioni di ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. Accolti, invece, i comuni di Aosta e Saint-Pierre e l’associazione Libera VdA.
Numerose le richieste di tempo per approfondire le 800 pagine depositate dal pm Valerio Longi, riguardanti soprattutto intercettazioni telefoniche svolte dai Carabinieri nel periodo della campagna elettorale 2018.
L'avvocato Raffaele Della Valle, tra i difensori del consigliere regionale Marco Sorbara, spiega perché, nell'udienza iniziata stamane dinanzi al Gup di Torino, ha eccepito rispetto ad una nuova serie di atti depositata, negli scorsi giorni, dal pm Valerio Longi.
In aula al Tribunale di Torino, stamane, per l'udienza preliminare del procedimento nato dall'operazione Geenna, sulle infiltrazioni di 'Ndrangheta in Valle, c'è anche il sindaco di Saint-Pierre, Paolo Lavy. Il Comune ha deciso di costituirsi parte civile.
Si tratta di un 51enne ed un 54enne residenti in Valle, già agenti di Polizia penitenziaria. Le accuse erano di concorso in falso e corruzione. L’udienza di secondo grado si è tenuta oggi, martedì 12 novembre, a Torino.
A bordo della “Citroen C3” viaggiava anche il padre della piccola, rimasto illeso. Lo scontro è avvenuto in mattinata, nel territorio di Volpiano, sulla carreggiata in direzione di Aosta. L’altra vettura ha proseguito la sua corsa.