Arpa Valle d’Aosta: “Mai così poca neve negli ultimi 20 anni”

"È ancora presto per essere ufficialmente in emergenza - scrive nel suo report l'Agenzia di protezione ambientale -, capita spesso che ci siano eventi di precipitazione nevosa molto importanti nei mesi di marzo e aprile, che potrebbero compensare".
Scsrsità di neve
Ambiente

Mai così poca neve negli ultimi 20 anni”. Così l’Arpa Valle d’Aosta, dai suoi canali social, descriveva ieri – 14 febbraio – l’impatto sullo stock idrico nivale dovuto a questo periodo senza precipitazioni.

L’equazione dell’Agenzia di protezione ambientale è presto fatta: “Meno neve oggi = meno acqua in estate”, nella speranza che “la neve prevista nelle prossime 24/48 ore possa migliorare la situazione”.

La quantità di acqua immagazzinata nella neve (Snow Water Equivalent)
La quantità di acqua immagazzinata nella neve (Snow Water Equivalent)

Nel report pubblicato oggi, invece, Arpa dettaglia il dato: “Questo inverno è stato caratterizzato, al momento, da scarse precipitazioni in tutto il nord Italia, con inevitabili conseguenze connesse ad una mancanza distoccaggiodella risorsa idrica. In particolare, in Valle d’Aosta l’impatto si è fatto sentire nella quantità di acqua immagazzinata nella neve (Snow Water Equivalent): siamo ai valori minimi mai osservati negli ultimi vent’anni in questo periodo, anche se è ancora presto per essere ufficialmente in emergenza”.

La quantità di acqua immagazzinata nella neve (Snow Water Equivalent)
La quantità di acqua immagazzinata nella neve (Snow Water Equivalent)

“Bisogna aspettare infatti la fine dell’inverno/inizio della primavera per avere il quadro completo, poiché ultimamente capita spesso che ci siano eventi di precipitazione nevosa molto importanti nei mesi di marzo e aprile, che potrebbero compensare in qualche modo la mancanza d’acqua che si è avuta fino ad ora”, si legge nel documento.

A dare un’idea visiva della situazione, in parallelo con lo scorso inverno, è invece un’immagine tweettata dal portale Hydrology Group del Cnr-Irpi, il Consiglio nazionale delle Ricerche e l’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica.

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