200mila euro e un alloggio presi ad un’anziana: In tre a giudizio

Michele Giovinazzo (62 anni), sua moglie Dorina Ciliberti (60) e il figlio Enzo Giovinazzo (33) sono imputati per circonvenzione d’incapace. Il processo è iniziato oggi, martedì 27 settembre, dinanzi al giudice monocratico Tornatore.
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Cronaca

Circa duecentomila euro, attraverso operazioni bancarie, oltre ad un alloggio. E’ il patrimonio di cui la Procura di Aosta contesta a tre persone di aver disposto, a vario titolo, a seguito della circonvezione dell’anziana proprietaria. Il processo è iniziato oggi, martedì 27 settembre, dinanzi al giudice monocratico Marco Tornatore ed a giudizio compaiono Michele Giovinazzo (62 anni), sua moglie Dorina Ciliberti (60) ed il figlio Enzo Giovinazzo (33). Gli imputati sono difesi dagli avvocati Giovanni Borney e Federica Gilliavod, del foro di Aosta.

Secondo le indagini condotte dai Carabinieri della stazione di Nus, Michele Giovinazzo – che, nel 2013, era già stato processato e condannato in primo grado (poi prosciolto per prescrizione, nelle fasi successive del procedimento) per lo stesso reato nei confronti della donna, relativamente allora a bonifici per complessivi 186mila euro – avrebbe continuato a vivere con l’anziana, sola e con parenti lontani dalla Valle, stabilendosi in casa sua assieme alla consorte e, dopo la sentenza iniziale, registrandosi all’Inps quale badante della donna.

“Non sono mai seguiti – ha però detto in aula il sottufficiale occupatosi delle indagini – né versamenti di contributi relativi a tale prestazione lavorativa, né sono emersi movimenti bancari riconducibili al pagamento di tali mansioni”. Gli inquirenti (a rappresentare l’accusa, oggi, in aula era il pm Luca Ceccanti) hanno messo a fuoco una procura speciale iniziale, ottenuta dall’imputata per operare sui conti della donna (fonte delle operazioni contestate, tra i quali anche dei giroconti e bonifici a favore di Enzo Giovinazzo, da cui la sua imputazione), poi sostituita da una generale nel 2016, utilizzata tra l’altro per la vendita di un terreno dell’anziana.

Parte di quell’operazione, risulta essere stata “saldata” dall’acquirente con un’Audi A4, ma – ha osservato il militare nella sua deposizione – “la signora non ha mai avuto la patente”. Chiamato quale testimone, il notaio che ha redatto le deleghe ha ricordato che “ebbi qualche dubbio e mi feci fare un certificato sulla capacità d’intendere e di volere della donna”. “Sul rilascio delle procure generali – ha aggiunto – sono sempre molto cauto, ma lei insistette, dicendo: ‘lui mi segue, mi aiuta’”.

Nel 2018, mentre Giovinazzo è detenuto per un altro reato (nel suo passato si trova anche traccia di una condanna d’appello, assieme alla moglie, per tentata estorsione ad un imprenditore), a seguito di un problema di salute dell’anziana (rimasta quindi con Ciliberti), il 118 interviene nell’abitazione:  le condizioni in cui arriva in ospedale – ha ripercorso un’assistente sociale in aula – sono di “incuria e di ecchimosi” sul corpo, che “andavano approfondite”.

Ne consegue, da parte dei servizi sanitari ospedalieri, una segnalazione in Procura, con l’attivazione dell’iter per interdire l’anziana e nominare un amministratore di sostegno. Passi istituzionali rispetto ai quali, a detta della testimone, l’imputata “era molto scocciata, perché diceva” che la signora “era seguita bene, che i lividi nascevano dal suo lanciarsi dal letto” e che, se gli operatori del 118 la avevano trovata nel seminterrato della casa, “era perché consigliato forse da qualcuno del Comune, che aveva fatto un sopralluogo”. In un successivo contatto con i servizi sociali, poi, Ciliberti avrebbe ammesso l’uso di un bancomat dell’anziana, “venendo da noi redarguita”.

Il processo è stato aggiornato al prossimo 28 ottobre, per sentire un altro testimone dell’accusa, oltre a quelli citati dai difensori. Visto l’arco di tempo dei fatti contestati, la causa appare a rischio di estinzione dell’ipotesi di reato per prescrizione, sin da questo grado di giudizio. A ciò si aggiunge che, nel frattempo, l’anziana – parte civile nel procedimento – è deceduta e i parenti non le sono subentrati nel giudizio.

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