Preannunciato nella scorsa udienza del processo sulla gestione non autorizzata dei rifiuti nella discarica di Pompiod, è stato definito dalla “Ulisse 2007 Srl”, la società di gestione del sito, l’intervento di messa in sicurezza dell’impianto. Alla proposta, consistente in “una copertura dei rifiuti attualmente presenti” in discarica e nella “rimozione della partita di rifiuti oggetto di indagine”, i consulenti tecnici della Procura hanno fatto tuttavia fronte con alcuni suggerimenti di migliorie, riguardanti tra l’altro le caratteristiche tecniche della copertura prospettata.
La situazione è stata rappresentata oggi, giovedì 27 maggio, al giudice monocratico Maurizio D’Abrusco, che ha quindi concesso alle parti un periodo di tempo per procedere ad un’interlocuzione finalizzata a raggiungere un’ipotesi condivisa. Imputati del processo sono Umberto Cucchetti, legale rappresentante della società di gestione e Maria Antonietta Dellisanti, direttore tecnico dell’impianto per conto dell’azienda. Per l’accusa, a Pompiod, dal 2018 e sino all’agosto 2019, è stato smaltito materiale, per poco meno di 3.500 tonnellate, incompatibile con la natura e l’autorizzazione dell’impianto.
La proposta di intervenire sull’area era giunta proprio dalle figure a giudizio, attraverso i rispettivi difensori, nell’ottica di un superamento delle contestazioni e, a quel punto, di riproporre un’oblazione, cioè l’estinzione del reato tramite il pagamento di una somma prestabilita. La prossima udienza è stata fissata per il 14 ottobre. Entro allora, conclusa la fase interlocutoria tra consulenti, l’attuazione del piano potrà avere inizio. Alla scorsa udienza, il pm Francesco Pizzato aveva manifestato l’interesse della Procura al fatto “che vengano rimossi i rifiuti indebitamente conferiti”.
La questione è seguita con particolare attenzione dalla Regione, che ha sospeso – alla luce del procedimento penale e del sequestro del sito – il rinnovo dell’autorizzazione all’esercizio della discarica chiesto da “Ulisse 2007” (vedendo riconosciuta, di recente, la legittimità di tale scelta dal Tar della Valle d’Aosta). L’ente si è costituito parte civile nel processo e all’udienza odierna, attraverso i legali dell’avvocatura interna, ha manifestato l’esigenza di coordinazione rispetto alla definizione del piano di interventi, giacché piazza Deffeyes non riterrebbe soddisfacente un’ipotesi inferiore alle aspettative della Procura.
Sui conferimenti indebiti avevano indagato il Corpo forestale della Valle d’Aosta e la Guardia di finanza. Era emerso che il materiale contestato provenisse anche da Piemonte e Lombardia e presentasse contaminazione da mercurio, oppure valori di antimonio, fenolo e idrocarburi superiori ai limiti autorizzativi, nonché contenenti fibre di amianto, o ancora con una concentrazione di ph tale da rendere il rifiuto classificato quale “pericoloso”. Le investigazioni avevano restituito che il sito venisse utilizzato, “di fatto, come discarica per rifiuti speciali non pericolosi in luogo di inerti”.
Oltre alla Regione, istanza di costituzione di parte civile era stata depositata dai comuni di Jovençan ed Aymavilles, dal Comitato discarica sicura Pompiod, da Legambiente e da Valle Virtuosa. Al processo in corso si è arrivati a seguito dell’opposizione, da parte degli attuali imputati, ai decreti penali di condanna emessi dal Tribunale (con ammende da 38.500 euro per ognuno dei due e per “Ulisse 2007”), accogliendo la richiesta della Procura una volta chiuse le indagini. Alcuni amministratori e cittadini della zona erano, anche oggi, dinanzi al Tribunale prima dell’inizio dell’udienza.