Per spegnere le fiamme c’era voluta circa una settimana. Parliamo del rogo, divampato il 30 gennaio dell’anno scorso, a Fontainemore. Oggi, martedì 28 marzo, a distanza di poco più di un anno dai fatti, si è concluso il processo di primo grado. Alla persona che aveva segnalato di aver perso il controllo di un fuoco in località Foy, dal quale si erano sviluppate le fiamme, il 29enne Graziano Naro, il Gup ha inflitto 8 mesi di reclusione, pena sospesa e con non menzione, per incendio colposo.
La Procura, rappresentata dal pm Giovanni Roteglia, contestava al giovane di aver acceso un abbruciamento a una trentina di metri dalla vegetazione, con materiale ligneo raccolto proprio pulendo il bosco. Sempre secondo il capo d’imputazione, una delle capre che Naro stava pascolando in quell’occasione aveva urtato l’abbruciamento, causando la diffusione dei tizzoni. La richiesta del pubblico ministero al giudice era stata di condannare l’imputato a 11 mesi.
Complessivamente, risultavano bruciati 73 ettari di superficie. Per lo spegnimento si erano susseguite squadre del Nucleo Antincendio Boschivo del Corpo forestale valdostano e dei Vigili del fuoco professionisti e volontari, richiedendo anche l’intervento di elicotteri, tra i quali il “Cochise” in uso al Corpo nazionale. Il rogo si era propagato (riprendendosi più volte nella settimana) ad una zona composta prevalentemente da aree incolte, con sviluppo dai 1000 ai 1700 metri di quota.
Timori erano derivati anche dalla prossimità delle fiamme ad alcuni casolari, specie nella parte più alta del territorio interessato. La difesa dall’imputato, l’avvocato Federica Gilliavod, aveva richiesto la realizzazione di una perizia, affidata ad un dottore forestale, che sostanzialmente escludeva dalla responsabilità dell’imputato il rogo. Una tesi che la Procura ha contestato, anche sulla base dei dati meteo del periodo in quella zona, che evidenziavano giornate consecutive di favonio, condizione non indicata per gli abbruciamenti dalle norme regionali.
Parlando nei giorni dell’incendio, il sindaco di Fontainemore Speranza Girod aveva sottolineato che “non è partito per incuria, anzi. E’ un ragazzo, che non fa neanche l’agricoltore, ma proprio per cercare di mantenere il territorio, anziché passare la domenica con la sua famiglia era lì a cercare di pulire e a tenere appunto lontana l’invasione dell’incolto. Più che di disattenzione, parlerei di un caso fortuito”.
Una risposta
73 ettari bruciati, una settimana di lavoro dei pompieri e finisce tutto a tarallucci e vino.