In attesa della fissazione della nuova udienza del Riesame, il Gip del Tribunale di Torino ha concesso gli arresti domiciliari a Monica Carcea, che ha potuto così lasciare stamane il carcere in cui era rinchiusa dallo scorso 23 gennaio. La donna, ex assessore al comune di Saint-Pierre, era stata arrestata dai Carabinieri nell’operazione Geenna della Dda di Torino su presunte inflitrazioni della ‘ndrangheta in Valle, ed è indagata per concorso esterno in associazione mafiosa.
La decisione del magistrato è arrivata a seguito della richiesta dei difensori Claudio Soro del foro di Aosta e Francesca Peyron di Torino, sulla quale il pm Stefano Castellani ha espresso parere favorevole. Il “semaforo verde” era già arrivato dopo l’interrogatorio della donna in Procura, ma i giudici non avevano mai applicato la detenzione in abitazione. Il primo “no” era giunto dal Gip stesso, quindi il Tribunale del Riesame lo aveva confermato.
Lo scorso 27 maggio, però, la Cassazione aveva annullato con rinvio quell’ordinanza del Riesame. Ora, nell’attesa che le motivazioni degli ermellini arrivino ad un diverso collegio dello stesso Tribunale, per una nuova valutazione del caso, il giudice ha deciso per la scarcerazione, accogliendo l’istanza difensiva. L’appello dei legali di Carcea era basato sul fatto che l’indagata fosse incensurata, che si fosse dimessa dalla carica pubblica subito dopo l’arresto e sulla sua situazione familiare (è madre di bimbi piccoli).
Tra due giorni, il 14 giugno, si terrà invece, sempre dinanzi ai giudici del Riesame di Torino, l’udienza di appello per pronunciarsi sull’opposizione presentata dagli avvocati di Marco Sorbara, il consigliere regionale sospeso arrestato nella stessa inchiesta. L’impugnazione, in questo caso, riguarda il provvedimento del Gip che, a fine aprile, aveva negato la scarcerazione, respingendo l’istanza depositata dopo l’interrogatorio dinanzi ai sostituti procuratori della Dda titolari delle indagini.
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Ma quando faceva quello che ha fatto non pensava a suoi figli ?