Il Forte di Bard sbarca a Trento. Il racconto dell’impatto dei cambiamenti climatici sulle aree alpine del museo, infatti, valica i confini della Valle d’Aosta grazie alla mostra Alpi in divenire. Sguardi a confronto in Valle d’Aosta che, dal 16 aprile al 17 maggio, sarà ospitata nelle sale di Palazzo Roccabruna, dove sarà possibile scoprire il complesso quadro dello stato di salute delle Alpi valdostane attraverso il linguaggio della fotografia storico-contemporanea, in connessione con approfondimenti scientifici.
Si tratta di un progetto espositivo inedito promosso dal Forte di Bard curato da Enrico Peyrot, fotografo e storico della fotografia, e da Michele Freppaz, professore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, che si è occupato della parte scientifica.

Attraverso fotografie storiche e scatti contemporanei, la mostra presenta al pubblico la ricchezza dei quattro Quattromila valdostani – Monte Rosa, Cervino, Gran Paradiso e Monte Bianco – ed i loro mutamenti dovuti ai cambiamenti climatici contemporanei.
Le grandi vedute e gli scatti ad alta quota saranno accompagnati da approfondimenti scientifici, con l’obiettivo di restituire il complesso quadro dello stato di salute delle Alpi valdostane, con particolare attenzione alla criosfera.
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Umberto Monterin – Massiccio del Monte Rosa, Ghiacciaio del Lys. Torrente epiglaciale (bédière). 4 agosto 1924 – Lastra gelatina bromuro d’argento – Famiglia Monterin
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Umberto Monterin – Monte Rosa, Ghiacciaio d’Indren. Tavola dei ghiacciai con capitello di ghiaccio. Settembre 1923 – Lastra gelatina bromuro d’argento – Famiglia Monterin
Due linguaggi diversi ma complementari che daranno vita ad un percorso che vuole mettere in risalto la ricchezza documentale e naturale della regione. In mostra, 26 opere tra foto storiche riprodotte a partire da originali provenienti dagli archivi della Regione Valle d’Aosta e da fondi privati, e foto contemporanee scattate negli ultimi anni che danno vita ad una serie di confronti, oltre a quattro stereografie.
Due le sezioni: la prima dedicata alla sensibilizzazione nei confronti dei grandi cambiamenti climatici sulle Alpi attraverso il linguaggio fotografico e la seconda dedicata ai risultati scientifici in cui sono approfonditi il ruolo fondamentale degli osservatori scientifici sui quattro Quattromila valdostani e le campagne di studio e di ricerca che regolarmente si svolgono, dai monitoraggi della criosfera, ai carotaggi, agli studi sul suolo.
L’ultima sala vede invece la partecipazione del Muse di Trento con uno spazio dedicato al suo ruolo nella ricerca sulle Alpi orientali, punto di riferimento importante nel campo dello studio e della conservazione dei ghiacciai e della loro biodiversità.
“La mostra rappresenta il compimento di quattro anni di lavoro dedicati alla documentazione e alla ricerca dell’impatto dei cambiamenti climatici sulle quattro vette più iconiche delle Alpi valdostane che si è tradotto nel progetto L’Adieu des glaciers – spiega la presidente del Forte di Bard, Ornella Badery –. Un racconto per immagini nato dall’esigenza di documentare il particolare momento storico che i ghiacciai stanno attraversando, ma anche dalla necessità di raccogliere testimonianze di un passato glorioso, grazie allo studio di documenti inediti, con l’intento di valorizzare tutto ciò che i ghiacciai sono e rappresentano: sede per eccellenza della ricerca scientifica e riserva di vita, luogo di turismo, patrimonio visivo e spazio per uno sviluppo sempre in bilico tra sfruttamento e sostenibilità”.
“L’impatto emotivo delle immagini protagoniste dell’esposizione ospitata a Palazzo Roccabruna ci permette di confrontarci con i problemi che anche noi avvertiamo in relazione al forte impatto che i cambiamenti climatici esercitano sui ghiacciai – dice invece Andrea De Zordo, presidente della Camera di commercio di Trento –. Ci conforta sapere che l’impegno della ricerca scientifica, che questa mostra sa ben documentare, anche grazie alla collaborazione con il Muse di Trento, è attento e puntuale e ci permette di mantenere alta l’attenzione su un processo, quello dello scioglimento dei ghiacciai in volume e superficie, che ci coinvolge tutti per le implicazioni significative che esercita sull’ambiente, sulla disponibilità di risorse idriche e sul mantenimento di un equilibrio ecologico”.
L’esposizione sarà inaugurata martedì 15 aprile, alle 18.

