Sanità, i sindacati dei medici: “Servono concreti, massicci e immediati investimenti”

"È evidente che il sistema sanitario regionale, così com’è, non è più in condizione di reggere l’onda d’urto derivante da tutte le criticità, prevedibili e non, susseguitesi nell’ultimo decennio. "
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Economia

“La crisi è in atto, il graduale processo di trasformazione da ospedale “Hub” a ospedale di “provincia” da dedicare solo alle urgenze (non tutte) e a prestazioni ambulatoriali è sotto gli occhi di tutti.” I sindacati della dirigenza medica tornano a denunciare lo stato in cui versa la sanità valdostana.

In una nota Anaao-Assomed, Aaroi-Emac, Anpo, Cimo, Fesmed, Fp-Cgil Medici, Fp-CislMedici, Fvm, Snr-Fassid, Uil-Fpl Medici chiedono “concreti, massicci e immediati investimenti per garantire una qualità di vita ed una remunerazione consona alle attuali leggi di mercato, affinché i servizi vengano svolti tutti e bene, le liste di attesa abbattute, e i medici ospedalieri non vengano sospinti nelle “generose” braccia della sanità privata o degli ospedali pubblici fuori regione”.

I sindacati puntano il dito contro i governi regionali degli ultimi anni che “colpevolmente, hanno legiferato per la riduzione dei posti letto e dei reparti, hanno tergiversato nella costruzione di un ospedale nuovo e hanno influenzato scelte e decisioni “afinalistiche” da parte della direzione aziendale”. Nel mirino delle organizzazioni sindacali anche le direzioni strategiche, che “ha favorito e continua a favorire la perdita di attrattività del personale medico verso il nostro ospedale e la continua pressione della sanità privata sui medici ospedalieri, con conseguente imponente e continua emorragia di questi ultimi dal nostro sistema pubblico”.

Alla scarsità di dirigenti medici e sanitari, che “ha determinato l’allungamento delle liste di attesa a ogni livello, il deterioramento della qualità dei servizi offerti ed infine l’ulteriore peggioramento delle condizioni di lavoro di coloro che sono per ora rimasti”, si aggiunge la questione dei “medici a gettone, incaricati da cooperative” che mandano avanti alcuni servizi ospedalieri (ortopedia, radiologia e da poche settimane anche il pronto soccorso).

La Pandemia ha aggravato ovviamente la situazione. “È evidente che il sistema sanitario regionale, così com’è, non è più in condizione di reggere l’onda d’urto derivante da tutte le criticità, prevedibili e non, susseguitesi nell’ultimo decennio. – prosegue la nota .  Di questo graduale percorso sgretolante l’eccellenza ospedaliera sanitaria pubblica valdostana (eccellenza riconosciuta un tempo in tutta Italia) sono stati testimoni molti degli attuali consiglieri regionali, facendo talvolta il girotondo delle poltrone tra maggioranza e opposizione”.

L’appello dei dirigenti medici è rivolto alla politica, che si trova davanti a un bivio. “Tutto il governo regionale ora deve agire, deve investire, deve programmare, deve pretendere azioni concrete da parte della direzione aziendale, deve chiedere supporto delle organizzazioni sindacali e dei professionisti della salute (quei pochi che sono rimasti). Ne vale della capacità di garantire qualità ed efficacia delle prestazioni sanitarie e delle cure, per il diritto alla salute dei valdostani e dei turisti”.

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