I cambiamenti climatici e la raccolta delle mele, produzioni in calo fino al 60%

La grandine e le gelate primaverili hanno colpito duramente anche la produzione delle mele, con risultati che variano però di zona in zona. Si salva la raccolta a Saint-Pierre, comunque in perdita, mentre si aggrava dall'altro lato della Dora. Nicoletta (Coldiretti): "Per alcuni è stato un anno catastrofico".
MeleVallee 2017
Economia

Una situazione complessa e a macchia di leopardo, che dipende, giocoforza, da cambiamenti climatici sempre più repentini e sempre più difficili da prevedere.

Rispetto al miele, che ha visto una produzione primaverile pressoché azzerata, la raccolta delle mele in Valle vede risultati ondivaghi e molti fattori a concorrere verso il risultato finale. Risultato, anche nei casi migliori, comunque in perdita.

“È una questione un po’ particolare – spiega Alessio Nicoletta, Presidente Coldiretti Valle d’Aosta –, perché per alcuni è stato proprio un anno catastrofico, nel quale raccoglieranno circa il 40% in meno. Per altri invece no”.

Con due esempi ben distinti: “Nella zona di Saint-Pierre la produzione si è salvata quasi tutta – aggiunge Nicoletta –, mentre nella zona Gressan hanno un grosso calo di produzione. È certo che questi cambiamenti climatici ci stanno distruggendo. Sono eventi non frequenti ma che si stanno ripetendo quasi a cadenza regolare, vedi le gelate, ma che sono davvero devastanti. Problemi sparsi e spesso puntiformi, ma dove ci sono stati sono stati enormi”.

A Saint-Pierre tra il 10 ed il 15% di raccolto in meno

Saint-Pierre, si diceva, si è parzialmente “salvata”. Anche se i danni ci sono e si contano con precisione.

“Nonostante le gelate e la grandine abbiamo un buon prodotto, dovuto agli sbalzi di temperatura tra la sera ed il giorno – spiega il Presidente della Cofruits Renzo Bionaz –. Avremo indicativamente un 10/15% in meno rispetto allo scorso anno. Stimiamo di raccogliere 13mila quintali invece di 15mila. Il prezzo dovrebbe compensare le perdite, ma come qualità siamo invece ottimi. Sarebbe potuta essere un’annata migliore, ma subito si pensava peggio”.

Il problema è anche nel prevedere, nei limiti del possibile, le variazioni climatiche. Questione molto complicata, a maggior ragione per una raccolta – partita con la Gala e che oggi prosegue con la Renetta, per chiudere con la Delizia – che abbraccia un arco temporale ampio, cominciato ad agosto e che terminerà quasi a novembre.

“Ormai ci aspettiamo sempre annate diverse – aggiunge Bionaz –. Le grandinate una volta erano molto rare, oggi invece si scopre quello che succede di anno in anno. Il tempo si accorcia sempre più, e serviranno soluzioni diverse, con le reti antigrandine e l’irrigazione antibrina”.

A Gressan un’annata tra il 50 e il 60% in meno

Dall’altra parte della Dora la situazione è molto diversa. Ivo Viérin, produttore di Gressan, non usa giri di parole: “L’ammanco di prodotto quest’anno si aggira tra il 50 ed il 60%, a seconda della posizione del frutteto. La qualità risulta molto dolce, perché con meno mele la pianta nutre meglio i suoi frutti. Ma noi, con il 50% in meno, non riusciamo a rientrare nelle spese”.

“Il problema – aggiunge – viene dalle mancanze dell’inverno, abbiamo ormai un risveglio vegetativo precoce, basta sbagliare di 4, 6 o 8 giorni ed il fiore trova la notte sbagliata. Quest’anno il 7, l’8 ed il 9 aprile sono state tre notti durissime, e purtroppo gli impianti antibrina non sono dappertutto, non penso esista in Valle l’antibrina consortile. Siamo un po’ laCerentoladell’agricoltura”.

Nessuna “bacchetta magica”, ma sul clima bisogna lavorare: “Ormai si è capito che il problema del clima si presenta a livello esponenziale – prosegue Viérin –. Abbiamo ancora il ghiaccio che alimenta le sorgenti e dobbiamo ancora capire che quella è la nostra forza, come anche la disponibilità di acqua. Speriamo di riuscire però a farne un utilizzo accorto per compensare il cambiamento di clima. Un tempo qui non grandinava mai, adesso lo fa tutti gli anni. Qui ha fatto poco danno, ma fa comunque male. Sto infatti pensando, per eventuali frutteti importanti futuri, di farli già crescere con la rete antigrandine”.

Poi, un messaggio: “Bisogna diffidare dai prodotti che vengono da lontano – chiude –, che sprecano petrolio e influiscono sui cambiamenti climatici. In diversi paesi, oltretutto, non è detto che si abbia l’attenzione che abbiamo in Europa, che ci obbliga a livello di difesa dei prodotti per i quali siamo i primi al mondo”.

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