Aosta: la mozione di sfiducia al Sindaco c’è, ma non si vede

Annunciata 5 giorni fa, sono ancora due le firme che mancano alle 12 per sfiduciare Centoz e Marcoz. La minoranza comunale, intanto, aspetta marzo e sfrutterà il Bilancio da votare il 28 febbraio.
La minoranza comunale di Aosta
Politica

La mozione di sfiducia al Sindaco di Aosta Fulvio Centoz ed alla sua Vice, Antonella Marcoz, c’è. Ma non si vede.

Annunciata cinque giorni fa da Carola Carpinello, Altra VdA, sono infatti ancora ad oggi 10 le firme depositate per presentare la mozione sulle 12 richieste a termini di regolamento, ovvero i nove di minoranza (Altra VdA, Lega, Movimento 5 stelle e la “doppia anima” del Gruppo misto di minoranza, Rete Civica e CasaPound) più il “dissidente” di maggioranza Vincenzo Caminiti.

La sfiducia a Centoz, un discorso lontano

I consiglieri di opposizione vogliono però spiegare il senso della mozione di sfiducia, nella quale l’inchiesta “Geenna” – che ha visto finire in manette l’ex Assessore comunale Marco Sorbara ed il consigliere Uv Nicola Prettico – fa, a loro dire, solo da “ciliegina sulla torta”.

“Il MoVimento 5 stelle – spiega la sua esponente ad Aosta Patrizia Pradelli – a inizio consiliatura aveva chiesto le dimissioni di Paron perché aveva abbandonando la sua lista (Creare VdA, ndr.) per entrare nell’Uv tradendo il suo elettorato. Poi, in una mozione mai arrivata in aula, abbiamo chiesto di dichiarare se qualche consigliere facesse parte di un’associazione massonica dimostrando una certa lungimiranza”.

A Pradelli fa eco il suo compagno di movimento Luca Lotto: “Avevamo chiesto al Sindaco di non dare le deleghe a Sorbara. Il quadro grigio che investiva la sua figura ci rendeva già allora molto perplessi. Non fummo ascoltati, e dopo quasi quattro anni i fatti dimostrano che non avevamo sbagliato”.

In questo rientrerà anche la richiesta di togliere le deleghe assessoriali a Paron che il M5s ha pronta per il prossimo Consiglio: “che risulta indagato per turbativa d’asta e tentata turbativa, ma anche perché nell’inchiesta ‘Geenna’ risulta che alcune forze che fanno riferimento ad una possibile ‘locale’ avessero appoggiato altri due politici, tra cui Paron”, chiude Lotto.

“Abbiamo sempre accusato le incapacità e le inefficienze di questa giunta – aggiunge invece Giampaolo Fedi, Rete Civica -, e le tante cose su cui questa amministrazione non riesce ad andare in fondo. ‘Geenna’ è un’altra zona d’ombra che si aggiunge, e che soprattutto coinvolge un assessore che ha operato in Comune per otto anni”.

Il peso di “Geenna”

Sul peso specifico di “Geenna” nella mozione di sfiducia si spende in primis Étienne Andrione, Lega: “Le debolezze di questa maggioranza non possono essere risolte da qui a fine legislatura, le infiltrazioni mafiose presentano un quadro inquietante e sono strutturali e alla radice della nascita di questo stesso governo che è illegittimo politicamente. Aspettiamo fiduciosi che qualcuno in maggioranza si accorga che è così e ci diano le due firme che mancano, si vada a casa e che la parola torni al popolo sovrano”.

Tema sul quale torna anche Lorenzo Aiello, CasaPound, che risponde idealmente al Sindaco: “Non è una manovra di palazzo, nessuno cerca di ribaltare il potere ma si cerca di porre fine ad una giunta totalmente deteriorata. Ora c’è anche tutta l’inchiesta recente e gli arresti e ci penserà la magistratura, ma anche se si ridimensionassero le accuse l’ombra sull’esecutivo è troppo grande”.

Il Caminiti di minoranza

“Nemico” del Sindaco della prima ora, Caminiti, dai consigliere di maggioranza attacca e annuncia: “Ho firmato questa mozione perché credo che sia il momento, visto il clima di sospetto, di andare tutti a casa e dare segnale tornando al voto. Parliamo di una maggioranza che non esiste più e le due ultime votazioni per il Presidente del Consiglio lo dimostrano, il Sindaco ha 12 voti su 20 di maggioranza e su 29 totali. Andrò in minoranza quando questa mozione avrà 12 firme, quindi fino a marzo. O si sarà a casa, come spero, tutti quanti, o sarò in opposizione”.

Il nodo – e la trappola – del Bilancio

Se il Consiglio del 20 febbraio si prospetta incandescente, anche se la mozione di sfiducia arriverà a marzo, sarà il 28 febbraio, il giorno dell’approvazione in aula del Bilancio, la “chiave di volta”.

O, per meglio dire, il momento che potrebbe “stanare” i due di maggioranza che potrebbero dare corso alla sfiducia. Bilancio che verrà comunque approvato, dal momento che – altrimenti – lo spettro è quello dell’esercizio provvisorio.

In conferenza stampa Carpinello l’aveva già anticipato, oggi lo conferma: “La mozione, per essere discussa, oltre alle 12 firme necessita di tempi che vanno dai 10 ai 30 giorni. L’inciampo in mezzo è la discussione sul Bilancio del 28 febbraio, la summa dell’attività consiliare. La minoranza voterà ovviamente contro, mi chiedo se chi volesse firmare la mozione di sfiducia due giorni prima voterà la finanziaria”.

E lì si vedrà perché per paradosso il Bilancio potrebbe “stanare” sì, ma anche ricompattare, dall’altro lato, una maggioranza sull’orlo di una crisi di nervi.

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