La moral suasion, tutta a sinistra, arriva da Adu – Ambiente Diritti e Uguaglianza in Valle d’Aosta – che “su Cime Bianche – si legge in una nota – invita il Pcp a non mollare”. Con un messaggio ben mirato: Stavolta, però, a differenza di quanto accaduto con l’ospedale e l’aeroporto, tutti i consiglieri restino coerenti”.
La procedura d’incarico avviata per lo studio di fattibilità va semplicemente revocata, aggiunge Adu, con la Regione, socio maggioritario e quindi responsabile della Monterosa Spa, deve esprimersi in tal senso.
Il precedente negativo del Terminillo – scrive ancora il movimento –, un progetto simile bloccato dal Ministero della Transizione ecologica perché in un’area protetta dalla rete europea Natura 2000 proprio come Cime Bianche, si aggiunge ad una situazione di massima incertezza, caratterizzata dal riscaldamento climatico ed ora anche dal perdurare della crisi globale sanitaria ed economica. In un contesto del genere, è impossibile che uno studio di fattibilità possa essere realmente affidabile e, quindi, diventa di fatto inutile.
Non solo: la spesa prevista per questa prima fase, pari a oltre 900.000 euro, potrebbe essere riconosciuta come un danno contabile per la Regione – spiegano dai lidi di Adu –. Di questa somma, i 250.000 euro destinati alla progettazione definitiva, sono illegittimi, dato che il Consiglio regionale aveva autorizzato solo il livello dello Studio di fattibilità.
Lo sguardo, però, si posa anche sui banchi dell’Esecutivo regionale: “Invitiamo l’Assessore competente Caveri e la Giunta a fermare Monterosa SpA e la procedura di affido”.