“Con 600 euro di pensione, me ne chiedevano 420 per l’affitto”

Le testimonianze di alcuni inquilini sfrattati dalle case popolari, durante una serata organizzata dalla Lega Vda. Durante l'appuntamento di ieri sera, giovedì 16 marzo, il gruppo consiliare ha presentato una proposta di modifica delle attuali leggi e delibere sul tema casa.
Lega VDA
Politica

La morosità incolpevole, l’aumento dei prezzi delle bollette, l’imposizione del teleriscaldamento, l’emergenza abitativa e il bando affitti. Sono solo alcuni dei problemi sul tema casa al centro di un incontro pubblico organizzato ieri sera, giovedì 16 marzo, dalla Lega Vda, all’Hotel Northern Palace. Oltre al gruppo consiliare del Carroccio erano presenti l’ex presidente Arer Paolo Varetti, Lilliana Padurariu (NDA non più vicepresidente dell’Associazione Quartiere Cogne, come erroneamente scritto precedentemente), e la rappresentante dell’Associazione Disabili Valle d’Aosta Maria Antonietta Summaria.

Il primo ad intervenire durante la serata è stato Enzo, pensionato ed ex inquilino delle case ARER sfrattato perché moroso colpevole. “Mi hanno inviato una bolletta da 320 euro da pagare, poi 100 di arretrato, che fanno 420.  – ha spiegato l’uomo, davanti ad una sala gremita – Ho una pensione di 600 euro, come faccio? Devo andare a rubare?”. Il pensionato ha poi raccontato il giorno dello sfratto. “Sono venuti armati e mi hanno fatto accomodare fuori dalla porta, hanno cambiato la serratura. Avevo lasciato una collanina d’oro, un paio di pantaloni che non ho fatto in tempo a portare via. Purtroppo, bisogna subire e non si può fare nient’altro. Nella mia ignoranza pensavo che avremmo trovato una soluzione, che potessi fare delle ore di volontariato.”  All’ex inquilino sono state concesse sette ore per sgomberare l’appartamento e altre sei per la cantina. “Ho chiamato quattro amici che mi hanno dato una mano ma non sono riuscito, come fai a fare un trasloco in così poco tempo?”

A portare la sua testimonianza è stata anche Roberta, madre di quattro bambini attuale beneficiaria di una delle case popolari del quartiere Cogne. “Sono figlia di due invalidi e ho un fratello in carrozzella. Ho subito uno sfratto forzoso, avevo fatto domanda per la morosità incolpevole in quanto io mi sono trovata in serie difficoltà durante la pandemia perché non mi arrivava la cassa integrazione, di conseguenza avevo lasciato dei canoni di affitto arretrati. Con le prime riaperture sono andata subito all’Arer per fare un piano di rientro, che è stato rispettato finché non ho visto moltiplicare le bollette. Io pagavo 200 euro di affitto comprese le spese condominiali, oggi mi trovo a pagare 450 euro.” Al pari di Roberta, anche i suoi genitori hanno avuto una spiacevole esperienza: “Purtroppo tra pandemia e quant’altro, erroneamente mia madre ha dimenticato di presentare l’Ise; quindi, il suo affitto è arrivato a 1088 euro.
Per bloccare lo sfratto, Roberta si è vista costretta a pagare 3500 euro nell’immediato e a breve dovrà avviare un altro piano di rientro.

Nel corso del suo intervento, non sono mancate le critiche al teleriscaldamento, imposto dall’amministrazione a tutti gli inquilini, che hanno trovato concorde anche Giorgio, idraulico ed inquilino Arer:” Hanno fatto degli allacciamenti con canalette nei vari alloggi, al posto di attaccarsi al boiler. Io mi sono opposto e ho bypassato l’impianto, per questo ho ricevuto una lettera di sfratto. Hanno fatto un disastro, ad alcuni hanno addirittura bucato i mobili per far passare i tubi. Sono dovuto andare da una persona a modificargli l’impianto perché glielo avevano piazzato al centro della cucina e non poteva neanche più mettere i mobili necessari a cucinare. Purtroppo, l’Arer è la proprietaria delle case, noi siamo solo affittuari e non contiamo niente.” La causa di quest’obbligo sta in una clausola del contratto standard riservato agli affittuari Arer, che impone ai condomini di accettare tutte le migliorie eseguite negli alloggi senza che queste possano essere rifiutate.

Per provare a mettere una pezza a queste ed altre situazioni, la Lega Vda ha presentato una mozione, illustrata ieri sera dal capogruppo Andrea Manfrin che propone delle modifiche alla morosità incolpevole “in modo tale da ricomprendere chi davvero si trova in maniera incolpevole a non poter pagare le bollette” e della disciplina dell’emergenza abitativa “in maniera da dare una pronta risposta a chi subisce uno sfratto esecutivo eliminando il criterio della perdita del reddito ma verificando nel merito se le cause dello sfratto siano per motivi oggettivi e privi di dolo.”

Ad oggi, infatti, secondo una delibera del settembre 2022, per evitare che una persona venga sfrattata dopo quattro bollette non pagate è necessario che si espleti la “sopravvenuta impossibilità a provvedere al pagamento del canone locativo e delle spese accessorie in ragione della perdita o consistente riduzione della capacità reddituale de nucleo familiare”. Una formula, quella contenuta nella delibera, che secondo Manfrin comprometterebbe l’accesso all’incolpevolezza a tutti gli anziani e i disabili che pur percependo una pensione fissa si trovano ad essere incapaci di far fronte al prezzo delle bollette. La mozione affronta, inoltre, anche la questione del bando affitti, prevedendo di tornare  ad un sistema semplificato, con pagamento tempestivo e non più con un anno e mezzo di ritardo dalla domanda. Infine vengono proposte modifiche alla la legge regionale 2013/3, introducendo il calcolo delle bollette basato sull’Isee degli assegnatari, “rimuovendo, contemporaneamente, gli obblighi di allaccio forzato al teleriscaldamento e consentendo agli utenti di potersi approvvigionare dall’operatore energetico più conveniente.”

2 risposte

  1. colpa dei poveri, dovrebbero fare i parlamentari e con 20mila euro al mese risolverebbero i loro problemi

  2. io spero solo che i pezzi grossi che stanno seduti sulle loro belle poltrone si decidano ad ascoltare i cittadini e le loro opinioni e ha rispettare i loro diritti noi non siamo solo un bancomat abbiamo i nostri diritti o sbaglio?

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