Anche Rete civica, il movimento che in Consiglio Valle esprime gli eletti Chiara Minelli e Alberto Bertin, reagisce alle notizie sulla doppia inchiesta sulla ‘ndrangheta in Valle e chiede alla politica una reazione.
“Le notizie di stampa sull’indagine denominata ‘Egomnia’ confermano, purtroppo la pervasività e la pericolosità dell’organizzazione ‘ndranghetista valdostana come già l’indagine Geenna ha evidenziato – scrive Rete civica in una nota –. Ne emerge un quadro sconfortante con la ‘locale’ che stende le sue attenzioni su partiti in crisi di consenso e con politici che bussano, consapevoli o meno, alla porta di pluripregiudicati con lo scopo di raccogliere voti”.
“Ma al contempo – prosegue il comunicato –, dalle intercettazioni emergono anche forme di resistenza, come nel caso del consigliere di Rete civica Alberto Bertin, cui vanno la nostra solidarietà e vicinanza, il cui lungo impegno contro la criminalità organizzata ne ha fatto un simbolo da colpire, una icona da prendere di mira perché ostacolo al malaffare”.
“Ora è ancora più necessario che la politica e la società tutta reagiscano – scrive ancora Rete civica –. Bisognerà al più presto acquisire e esaminare la nuova documentazione, ma è evidente fin d’ora che persone che risultassero indagate o pesantemente compromesse da quanto emerge dall’indagine non potranno continuare a ricoprire cariche apicali. Ci attendiamo assunzioni di responsabilità trasparenti e significative”.