Legge regionale Covid, FdI: “Una boutade per mascherare le inefficienze”

"Uno Stato, per quanto incapace come questo, non riceverà uno ‘schiaffo’ del genere dalla Regione. Una posizione politica va espressa in maniera chiara, basta alle ambiguità”, ha spiegato il coordinatore Zucchi, durante la protesta contro le modifiche ai Decreti sicurezza.
Fratelli d'Italia VdA
Politica

“Non siamo dei giuristi, ma non vorremmo che la legge approvata ieri in Consiglio regionale sia solo unaboutadeper mascherare le inefficienze. Una risposta da ‘effetto placebo’ nei confronti di chi ci crede veramente”.

È “tranchant” Alberto Zucchi, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, nel valutare il provvedimento passato ieri in piazza Deffeyes – al centro di uno scontro istituzionale tra la Regione e Roma – che rende possibile la riapertura delle attività commerciali (tra cui bar, ristoranti, servizi alla persona, musei, biblioteche, alberghi e impianti a fune e attività produttive artigianali e industriali) in Valle d’Aosta.

Il nodo che mette sul tavolo FdI è politicissimo, e punta il dito contro “le componenti di sinistra che impongono scelte non opportune”, ma anche “l’atteggiamento ambiguo del Senatore Lanièce, che deve prendere una posizione e deve farlo oggi”.

Si farà una brutta figura – prosegue Zucchi –. Uno Stato, per quanto incapace come questo, non riceverà uno ‘schiaffo’ del genere dalla Regione. Una posizione politica va espressa in maniera chiara, e noi diciamo basta alle ambiguità”.

No al “Decreto insicurezza”

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Al centro della conferenza stampa indetta da Fratelli d’Italia c’è il “no” al nuovo Decreto sicurezza – la Camera ne ha approvato la fiducia posta dal Governo lo scorso 30 novembre –, che di fatto manderà in archivio quello voluto da Matteo Salvini quand’era Ministro dell’Interno.

“L’emergenza Covid – ha spiegato Lorenzo Aiello – rischia di essere molto peggio oggi rispetto alla prima chiusura, ed il Parlamento si occupa dei Decreti sicurezza. Sappiamo che l’immigrazione è un business e che non crea integrazione, mentre la sinistra continua a foraggiarla, cancellando le multe alle ong che trasportano i migranti”.

Non solo: “L’emendamento Boldrini – aggiunge l’ex consigliere comunale di Aosta – impedirà il rimpatrio dei clandestini omosessuali. Una cosa impossibile da provare, avremo barche in arrivo battenti bandiera arcobaleno’”.

Tra il livello nazionale a quello più strettamente locale si muove invece Paolo Laurencet, attualmente consigliere di opposizione nel Capoluogo e già candidato Sindaco di Aosta: “Abbiamo un Paese in grave difficoltà e la nostra Regione si appresta a vivere una stagione invernale chiusa. È assurdo che mentre le persone non potranno uscire dal proprio Comune chiunque potrà entrare in Italia. La Valle d’Aosta sembra voler aprire tutto, ma c’è una grossa confusione. Ed i commercianti non sanno cosa succederà da qui a Natale e a Capodanno”.

Sicurezza, per Laurencet, punto debole anche per Aosta stessa: “È un argomento che non va affrontato a ‘spot’ ma in maniera organica. Si fanno interventi sull’illuminazione pubblica una tantum, come in viale della Pace, che dovrebbero essere invece strutturali, su tutto il territorio e anche in collina”.

Discorso non dissimile per la videosorveglianza: “In città sono installate 128 telecamere – chiude il consigliere FdI –, e tutte in centro, mentre andrebbero messe in modo organico. Un problema che si può risolvere dialogando con il privato, così come per un sistema di illuminazione vecchio. Un’operazione di coinvolgimento che potrebbe aiutare le imprese locali”.

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