Minelli e Guichardaz: “Narrazione sbagliata sulla nostra uscita dalla maggioranza”

Le due consigliere regionali ricostruiscono in una conferenza stampa la "scelta di coerenza" che ha portato prima alle dimissioni dai rispettivi ruoli e poi al passaggio in opposizione. E sul futuro di Pcp: "Andiamo avanti. Il progetto è aperto alle forze progressiste".
Da dx Raimondo Donzel, Erika Guichardaz, Luigi Giunta, Chiara Minelli e Eugenio Torrione
Politica

La narrazione che vuole l’uscita di Chiara Minelli e Erika Guichardaz dalla maggioranza per posizioni “ideologiche e “integraliste” è “sbagliata” e non corrisponde alla realtà. A ribadirlo nel pomeriggio di oggi una conferenza stampa di Progetto Civico Progressista. Con il programma approvato nell’ottobre 2019, raffrontato al documento di verifica del giugno 2021 e agli atti successivi, le due consigliere regionali spiegano la scelta “di coerenza” che ha portato prima alle dimissioni dai rispettivi ruoli e poi al passaggio in opposizione.

“La nostra speranza era di un cambiamento che partisse innanzitutto da un metodo diverso di gestire la maggioranza; il programma stava alla base di quell’alleanza, era il faro, un faro che non era fisso e stabile, che avrebbe potuto cambiare, ma che andava discusso fra forze politiche” ricorda Erika Guichardaz. Cosa  non avvenuta, ad esempio, sul progetto di ampliamento del presidio ospedaliero, accusa la consigliera regionale, dove non si è voluto realizzare l’approfondimento previsto dal programma. “La scelta sull’ospedale era quella più importante di questa legislatura e su quel tema non si poteva accettare un cambio, come invece ci è stato imposto. Non sono assolutamente questioni di principio, ma questioni che ad ottobre avevamo posto e sui cui avevamo trovato una convergenza, poi non c’è stata alcuna volontà di dialogo”.

Altri punti del programma che hanno allontano le due consigliere dal gruppo degli attuali 19 riguardano le nomine regionali – “si è continuato secondo logiche spartitori – la riforma elettorale, mai affrontata, così come la legge di sobrietà, Cva, Cime Bianche, le Discariche di rifiuti speciali – le consigliere hanno annunciato il deposito di una nuova proposta di legge – l’elettrificazione della ferrovia, “osteggiata da vari esponenti autonomisti, il piano regionale sui trasporti, la cui bozza “pronta da febbraio per essere avviata alla Vas è ancora ferma”.

Tutti i passaggi di questi mesi, fino alla separazione delle scorse settimane, sono “sempre stati concordati con chi ci segue fuori da palazzo” evidenzia Chiara Minelli. L’Assemblea di Progetto Civico Progressista (95 gli aderenti iniziali) e il Tavolo di coordinamento. “Progetto civico non è un cartello elettorale, anche se forse qualcuno l’ha scambiato per quello” dice Guichardaz. “Non è un partito, ma un progetto che vuole raggruppare le forze politiche progressiste, un progetto aperto su base partecipativa” le fa eco Minelli. L’uscita del Pd, su cui tutti sperano in un ripensamento con la nuova segreteria che verrà eletta a breve, non mina la validità del progetto. “Il progetto non finisce né in consiglio regionale e né con le forze politiche che fanno parte di Pcp. La nostra intenzione è di andare avanti e aprirlo ad Adu, al M5S e alle singole persone che vogliono il cambiamento”. 

Il percorso però è tutt’altro che in discesa. A cominciare dall'”anomalia” che la separazione ha prodotto in piazza Chanoux. L’addio con annunciati strascichi legali – la diffida arrivata dal Pd – rischia di ripercuotersi sul gruppo comunale di Ppc.

Noi speriamo di no – dice Raimondo Donzel di Area democratica – il  gruppo comunale sta lavorando bene, dando ottime risposte. Speriamo che il Pd riconosca che questa collaborazione al Comune di Aosta è fattiva e la porti avanti”. Parole condivise da Eugenio Torrione di Rete Civica: “Appoggiamo tutti i nostri rappresentanti in consiglio comunale, compresi quelli del Pd che ne fanno parte e cercheremo di gestire questa anomalia nella più assoluta normalità”.

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