Un piccolo bilancio dei tre mesi passati alla guida del Partito democratico della Valle d’Aosta e un elenco di priorità per arrivare al Congresso del 7 dicembre. In mezzo, inevitabilmente, la politica. O meglio, la spaccatura ormai conclamata all’interno del Progetto civico progressista in Consiglio Valle (e fuori).
L’incontro dem che lancia la campagna congressuale, in realtà, è in sé un mini Congresso. Con qualche assenza eminente, tra cui gli esponenti della corrente Gauche autonomiste, ma anche quella dell’ex Sindaco di Aosta Centoz e della già Segretaria dimissionaria Timpano.
Il Commissario Umberto D’Ottavio cerca di “recuperare” l’identità del Partito in Valle. Ma anche l’identità di una presenza in piazza Deffeyes e sullo scacchiere politico.
E lo dice chiaramente: “È importante per noi essere al governo della Regione, per orientare a sinistra le scelte e le decisioni, come quelle sul Pnrr. Il risultato elettorale ha premiato il Progetto progressista, che assieme agli autonomisti ha deciso di isolare la Lega, che è il primo partito in Valle”.
Poi le domande, rivolte anche a se stesso: “È cambiato il progetto? È cambiata l linea? Qualcuno ha deciso di spingere gli autonomisti verso la Lega? Perché dimettersi? A chi si fa dispetto? Abbiamo spiegato perché è importante partecipare alle decisioni e alle riunioni di maggioranza. Credo nel rispetto delle idee, fare testimonianza è importante ma il Pd non è nato per fare testimonianza ma per essere strumento politico per governare”.
L’obiettivo è governare: “Serve un governo di Legislatura. Abbiamo detto agli autonomisti che vogliamo farlo, fare un tagliando a questa maggioranza, dopo un anno, per vedere i prossimi quattro. Non siamo interessati a una verifica su questioni di principio, ma a temi molto concreti”.
Movimenti autonomisti che sono, prosegue D’Ottavio, l’interlocutore privilegiato: “Bisogna guardare alla prossima scadenza elettorale, alle Elezioni del 2023. E se vuoi cercare di vincere devi immaginare come puoi farlo. Vogliamo allearci? Ci mancherebbe, dobbiamo fare il fronte più ampio possibile. E diremo agli autonomisti che il primo interlocutore sono loro”.
L’autonomia del Consigliere e la maggioranza a 21
Ma, al centro del “villaggio”, ci sono i movimenti o i consiglieri? Il discorso è annoso, ed è stato affrontato in più sedi e da posizioni diverse. Ma anche con cambi diametrali di idee da parte di chi, presto o tardi, ha fatto il “salto” nell’aula di piazza Deffeyes.
D’Ottavio spiega: “L’autonomia del gruppo è fondamentale, soprattutto quando sei al governo. Solo chi è in Consiglio e in Giunta può gestire la mediazione con gli altri. Per noi la maggioranza è di 21 consiglieri. Se due di loro non si presentano, sicuramente in buona fede, alle riunioni, gli altri devono adeguarsi? Non è così, è un concetto sbagliato. Si fanno scelte politiche che possono essere anche diverse. Dietro quello che è successo in Consiglio non c’è il Commissario, ci sono consiglieri che hanno preso una decisione che io rispetto”.
Il buen ejemplo del Comune di Aosta
L’atmosfera della maggioranza nel Comune di Aosta, rispetto alle “turbolenze” regionali, è invece profondamente diversa. Non certo una novità, dato che la questione – una rispolverata revival degli ormai famigerati “niveaux différents – era emersa proprio durante l’ultima Assemblea cittadina. Ma il Commissario tiene rimarcarla: “Difficoltà ne stiamo incontrando, certo, e anche pratiche, ma penso che la situazione del Comune di Aosta sia tale per cui il Pd sta benissimo. È riconosciuta l’autonomia del gruppo e si discute tutti assieme delle decisioni”.
Ed il recente passato?
Dopo D’Ottavio gli interventi si susseguono. Tra questi alcuni eletti, dall’Assessore ai Beni culturali Jean-Pierre Guichardaz al Consigliere regionale Paolo Crétier, fino al Presidente del Consiglio comunale di Aosta Luca Tonino. Al microfono, con declinazioni varie, si snocciolano presente e futuro, con afflati “futuribili”.
Un piccolo salto nel recente passato, invece, se lo gioca Irene Deval, che del Pd VdA fu Segretaria dal 2015 al 2017.
“C’è voluto tanto penare per rivedere una sala piena – ha spiegato -. Abbiamo avuto quattro anni di non esistenza di un partito. Il Pd ha delle regole che non sono fini a loro stesse. Bisogna stare attenti a svicolare dalle piccole regole che si trascurano, perché poi si passa a quelle grandi e succede ciò che è successo a noi. Le cose, con l’arrivo di Umberto sono immediatamente cambiate. I toni si sono abbassati e si è data dignità ad una situazione politica”.
Poi l’appoggio pieno alla linea del Commissario: “I partiti regionalisti non sono né di destra né di sinistra – ha chiuso Deval -, non lo sono mai stati. Il Partito democratico deve prendersi il suo ruolo”.
Il percorso verso il Congresso
Al congresso, il primo senza primarie potrà partecipare chi è iscritto e in regola, ma anche chi si iscrive fino all’8 novembre. Sabato 13 novembre è il termine per depositare alla Commissione le candidature alla Segreteria regionale dem, che devono essere sottoscritte da almeno 20 iscritti e accompagnata da un documento politico.
Dal 25 novembre al 2 dicembre sono in programma invece le riunioni di circolo sul territorio. Dal 2 dicembre, invece, la Commissione, finita la campagna congressuale, leggerà i verbali, per arrivare al 7 dicembre con l’Assemblea pubblica e l’elezione del nuovo Segretario del Pd regionale.