Abbruciamenti in Bassa Valle, Legambiente denuncia: “C’è un vuoto normativo”

“Le linee guida previste nel Piano del miglioramento della qualità dell'aria non sono evidentemente sufficienti", spiega Legambiente Valle d'Aosta, che chiede alla politica di intervenire per trovare soluzioni alternative ai roghi ricordando il divieto che vige nelle regioni del Nord Italia.
Una foto scattata da Legambiente la mattina di martedì 29 dicembre
Società

“Legambiente riceve da tempo, e in particolare negli ultimi giorni, segnalazioni di cittadini della Bassa Valle che lamentano gli effetti negativi sulla qualità dell’aria dovuti a giornalieri roghi praticati sul territorio”.

A segnalarlo è la stessa Associazione ambientalista che rimarca come sia “evidente che c’è un vuoto normativo, per cui il problema, reale, dell’eliminazione dei residui vegetali (speriamo solo quelli!) viene risolto con i metodi più sbrigativi”.

“Da tempo – scrive ancora Legambiente Valle d’Aosta – gli studi scientifici avvertono sui danni dell’inquinamento causato da questi fuochi, oggetto nella nostra regione di puntuali campagne di monitoraggio da parte dell’Arpa, soprattutto in periodi come quello invernale, in cui basse temperature e bassa pressione schiacciano a terra e ci costringono a respirare i fumi prodotti. In territori come i nostri, poi, la conformazione delle valli non permette la dispersione delle particelle cariche di veleni. A poco serve inoltre chiudere le finestre: le polveri penetrano egualmente nelle case proprio mentre l’emergenza sanitaria ci costringe a restarvi”.

“Le linee guida previste nel Piano del miglioramento della qualità dell’aria non sono evidentemente sufficienti – si legge ancora –. Legambiente chiede alla politica di intervenire per trovare soluzioni alternative ai roghi, facendo anche presente che nelle regioni del nord Italia vige il divieto degli abbruciamenti dei residui vegetali nel periodo invernale. Si ricorda infine che i divieti possono essere anche stabiliti con ordinanze dei Sindaci, nell’interesse della salute pubblica”.

Una foto scattata da Legambiente la mattina di martedì 29 dicembre
Una foto scattata da Legambiente la mattina di martedì 29 dicembre

0 risposte

  1. Anche nei dintorni di Aosta ci sono abbruciamenti importanti in autunno e a fine inverno sia all’Adret sia all’Envers (pollein, charvensod, gressan, jovençan, sarre, saint-pierre, ecc). L’aria diventa puzzolente e una coltre di fumo ricopre tutta la valle centrale. I forestali si voltano dall’altra parte quando vedono queste gigantesche volute di fumo. Possibile che gli agricoltori non riescano a evolversi un po’? E possibile che gli ordini dall’alto siano di far finta di nulla?

  2. certo va bene per gli abbruciamenti, però lo spargimento di liquami puzzolenti vicino alle case, il continuo passaggio sulle strade di paese, di trattori carichi all’inverosimile di concime, che poi imbrattano dappertutto, mandrie di capre in giro per il territorio che fanno un sacco di danni alle piante, cani lasciati allo stato brado, che girano tutto il giorno e la notte, queste cose legambiente non le vede, sarebbe opportuno che anche queste cose venissero normate, e non solo gli abbruciamenti!!!

    1. Marcello condivido pienamente la sua analisi le norme esistono ma il problema è
      che vi è un ordine di non toccare talune categorie.

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