“Charvensod è stato il primo Comune a credere in una modalità di trasporto alternativa, che si sta diffondendo sul territorio valdostano e ne siamo orgogliosi”.
Così il vicesindaco Laurent Chuc commenta la conclusione dell’edizione 2020 del progetto Boudza-tè che ha visto 54 tsarvensolèn spostarsi in bici o a piedi per raggiungere il luogo di studio o di lavoro, percorrendo, in totale, 14.066,80 km.
Le persone che hanno accumulato più km sono stati Fabrizio Dumanoir (1.442 km), Stefano Rollet (1.008 km), Alessandro Olianas e Daniele Vallet (825 km).
“Erogheremo 2.831 euro in incentivi da spendere nelle attività del territorio che hanno aderito all’iniziativa, entro il 30 aprile 2021”, prosegue Chuc, che annuncia: “Il progetto proseguirà nel 2021, con alcune novità che stiamo concordando per favorire una mobilità sempre più dolce e per sensibilizzare i tsarvensolèn sulle tematiche ecologiche, ambientali e sostenibili”.
Charvensod ha partecipato, inoltre, al progetto “Tandem bici in Comune”, iniziativa promossa da Iren in collaborazione con Anci, volta a mettere in evidenza le buone pratiche in materia di economia circolare, sostenibilità ambientale e mobilità alternativa nei piccoli comuni.
“Grazie a Boudza-té, siamo risultati tra i 50 vincitori del progetto – spiega il sindaco di Charvensod Ronny Borbey –. Come riconoscimento della validità della nostra proposta, ci sono state consegnate due ebike, che saranno a disposizione dell’Amministrazione comunale. Vogliamo puntare sempre di più sui temi ambientali, attuali e non più derogabili. Con l’avvio di questa nuova consiliatura, abbiamo anche istituito una delega specifica all’ecosostenibilità, attribuita al vicesindaco, proprio perché riteniamo che sia urgente assumere decisioni e orientare scelte che, partendo dall’Amministrazione come esempio, ricadano su tutti come buona pratica”.
Parlando poi di una delle principali criticità del territorio che amministra, Borbey conclude: “Auspichiamo che la Regione autonoma Valle d’Aosta prenda in considerazione le nostre osservazioni sul traffico veicolare attorno alla rotonda di Pont-Suaz, oggettivamente non più sostenibile”.