Coronavirus e qualità dell’aria: crolla il biossido di azoto, stabili le polveri
“Nel mese di marzo si è assistito anche in Valle d’Aosta ad una complessiva diminuzione dei valori di Pm10 e biossido di azoto, i due inquinanti caratteristici dei mesi invernali”.
A scriverlo è l’Arpa, che nella sua nota aggiunge: “Poiché nello stesso periodo sono entrati in vigore i provvedimenti più restrittivi di limitazione degli spostamenti a seguito dell’emergenza Coronavirus, può risultare spontaneo pensare a un legame diretto tra i due fenomeni. Occorre però considerare che la diminuzione dei valori di Pm10 e biossido di azoto avviene ogni anno nel mese di marzo grazie al mutamento delle condizioni meteorologiche, che con l’avvicinarsi della primavera diventano man mano sempre più favorevoli alla riduzione delle emissioni e alla dispersione degli inquinanti”.
Arpa comunica di aver “garantito anche in questo periodo il monitoraggio continuo della qualità dell’aria” valutando gli impatti di questi primi giorni di restrizioni e confrontato i dati rilevati al periodo dall’8 al 30 marzo a quelli abitualmente registrati, calcolando i dati della stazione aostana di piazza Plouves ma anche, per i Pm10, di quella di via Primo Maggio per valutare l’impatto della chiusura della Cogne.
Crolla il biossido di azoto
L’effetto più evidente è il crollo del biossido di azoto, che fa segnare un -39% rispetto al dato 2018 che – scrive Arpa – è “principalmente legato alla riduzione del traffico veicolare”.
“È evidente – si legge ancora nel report – che la prolungata e netta limitazione del traffico, unita alla chiusura di molte attività produttive, ha determinato una significativa riduzione delle concentrazioni di ossidi di azoto”.
Diminuiscono le polveri sottili ma il dato è in linea con gli scorsi anni
Discorso diverso per il particolato – ovvero le polveri – in atmosfera i cui livelli sono “soggetti a dinamiche più complesse, come la formazione di particolato secondario, molto sottile, che rimane in sospensione in atmosfera per periodi molto lunghi e può essere trasportato su larga scala, sovra regionale, ma anche sovra nazionale”.
In buona sostanza, segnala Arpa nel suo report, “la riduzione delle polveri Pm10 appare più evidente nelle dirette vicinanze di una sorgente emissiva primaria che interrompe la sua attività”, quindi “come si è osservato nella stazione industriale di Aosta – I Maggio”.
Il calo deciso è infatti tutto nei pressi della Cogne Acciai Speciali anche se, sottolinea Arpa, “complessivamente non si evidenzia una diminuzione apprezzabile rispetto all’anno precedente”. Non solo: “Per il Pm10 l’effetto di riduzione delle emissioni legate alla riduzione del traffico e alla chiusura di molte aziende – prosegue l’Azienda regionale di protezione dell’Ambiente –, potrebbe essere in parte attenuato da maggiori emissioni da riscaldamento domestico legato al maggior numero di ore che i cittadini passano nelle loro case”.