Una settimana dopo il “trauma”, con la regione a sprofondare in una nuova zona rossa dopo soli sette giorni, la Valle d’Aosta, a partire da lunedì 10 maggio, torna in area arancione. Area considerata “a rischio intermedio” .
Zone rosse che, in questo, spariscono del tutto dalla cartina dell’Italia. Il Ministro della Salute Roberto Speranza firmerà le ordinanze per i cambi di colore, dopo i dati del monitoraggio settimanale comunicati dalla Cabina di regia e che vedono la regione, con un’incidenza scesa a 189 nuovi positivi su 100 mila abitanti, finire al di sotto della fatidica soglia dei 250 che fa scattare in automatico – almeno per il momento – il passaggio all’area con le misure restrittive più severe. L’Rt, invece, è di 0.93.
Valle d’Aosta che esce così anche dal “rosso scuro” in cui era stata inserita, giusto sette giorni fa, anche nella mappa di monitoraggio della situazione Covid dello European Centre for Disease Prevention and Control, Agenzia parte dell’Unione europea.
Firmata l’ordinanza regionale
Il Presidente della Regione Erik Lavevaz ha firmato nel pomeriggio ordinanza per contestualizzare su tutto il territorio regionale le misure di contenimento del contagio previste per la “zona arancione”. Oltre a recepire le norme nazionali vigenti per la “zona arancione”, consente gli spostamenti su tutto il territorio regionale, in deroga alla norma nazionale, tra le ore 5 e le 22, in particolare per usufruire di servizi non disponibili nel proprio Comune o per svolgere le attività motorie all’aperto consentite dalle norme.
A partire da lunedì 10 maggio, saranno inoltre consentiti l’ingresso e la circolazione all’interno di parchi zoologici e faunistici nel rispetto delle Linee guida per la ripresa delle attività economiche e sociali. Via libera anche alle Batailles de Reines, sulla base del protocollo approvato nei giorni scorsi dalla Giunta regionale.
Il focolaio nella Valle del Lys
In una situazione che tende a migliorare desta qualche preoccupazione il numero di positivi nella Valle del Lys, che oggi vede le chiusure del nido e della materna di Gressoney-Saint-Jean, ma anche la quarantena di una classe alla primaria e della prima e terza media in isolamento. Casi che – a vedere le ordinanze – crescono in tutti i comuni della zona. “È chiaro che ci sia un focolaio in quella Valle – spiega il dottor Salvatore Bongiorno, dirigente della Struttura complessa Igiene e Sanità Pubblica dell’Usl -, dal momento che si rilevano più casi, in questo periodo, rispetto ad altre zone”.
Undici positivi tra i 1050 dipendenti alla Cogne Acciai Speciali
La Cogne Acciai Speciali, in una nota, rispondendo ad alcune voci diffusesi nei giorni scorsi, spiega invece che da ottobre 2020 a ieri, giovedì 6 maggio, nello stabilimento di Aosta, sono stati sottoposti a test antigenico 39 lavoratori che hanno manifestato sintomi durante l’orario di lavoro. Di questi sono risultati positivi al test 4 dipendenti, che sono stati quindi segnalati alle autorità sanitarie locali per il test molecolare di controllo.
Da inizio pandemia – fanno sapere dallo stabilimento -, “vi è stato un unico episodio per il quale l’Azienda ha ritenuto opportuno attivare ulteriori misure preventive e contenitive, come peraltro stabilito dal protocollo sanitario Covid adottato dalla Cogne per far fronte all’emergenza, quando 6 lavoratori, appartenenti alla stessa area, sono risultati positivi ad un test molecolare. Test che non è però stato effettuato all’interno dello stabilimento, poiché i dipendenti hanno manifestato i sintomi al di fuori dell’orario di lavoro. In quel caso, come già avviene periodicamente da inizio emergenza e in maniera preventiva, sono stati sanificati, con una soluzione composta da 1000 ppm di cloro (disinfettate indicato dalle circolari ministeriali e in uso in ambienti sanitari), le postazioni e i macchinari utilizzati dal personale”.
Al momento, sono 11 in tutto i casi di positività tra i 1050 dipendenti della Cas – pari all’1,05 per cento – e 21 i lavoratori posti in isolamento fiduciario.
Cabina di regia: tutte le regioni hanno un Rt inferiore a 1
“L’Rt del Paese oggi si stima intorno allo 0.89, in leggera crescita rispetto alla settimana precedente – ha spiegato in conferenza stampa Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità -, ma con intervallo di confidenza che da 0.85 a 0.91. In questa fase, ciò significa che l’epidemia non sta ripartendo. Tutte le regioni hanno un valore, in questo momento, inferiore a 1“.