I Sindacati medici chiedono un nuovo governo stabile e un Assessore con competenze sanitarie

A queste richieste ANAAO Assomed, AAROI Emac, ANPO, CIMO, Fesmed, CGIL-Medici, FASSID, FP-CISL, FVM-SIVeMP aggiungono quella di avere un nuovo Direttore Usl, ponendo fine al commissariamento.
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Tre necessità, per le quali bisogna tagliare i tempi: “avere subito un Governo Regionale stabile nonché un Assessore alla Sanità autorevole e con certificate competenze in materia medico-sanitaria unitamente ad una Direzione Generale aziendale, finalmente, non più commissariata”.

A chiederlo in una nota sono i sindacati medici ANAAO Assomed, AAROI Emac, ANPO, CIMO, Fesmed, CGIL-Medici, FASSID, FP-CISL, FVM-SIVeMP.

“L’emergenza Covid in Valle sta riprendendo vigore: le strutture sono sempre le stesse e i professionisti della Sanità sono stanchi e già provati dalla precedente ondata – si legge nel comunicato -. Intanto il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha prorogato lo stato di emergenza nazionale fino al 31 gennaio 2021” e “ai Medici, ai Dirigenti Sanitari e Veterinari della Valle d’Aosta viene chiesto nuovamente di impegnarsi, come è giusto che sia, ma operando in un contesto strutturale (l’ospedale) e organizzativo di fatto immodificato”.

“Perciò, ancora una volta, sarà difficilissimo garantire quelle prestazioni sanitarie che hanno permesso, solo pochi mesi fa, di prendere in carico tutti i nostri ammalati, limitando al massimo le pesanti conseguenze da Covid-19, conseguenze che hanno così duramente colpito molte regioni a noi vicine” scrivono i sindacati.

I problemi del personale e quelli del “Parini”

“Il concorso fatto in questi mesi per assumere medici specialisti pneumologi (e non solo loro) è andato deserto e il concorso per attrarre infettivologi incredibilmente non è ancora stato bandito – si legga ancora nella nota – ; intanto i pensionamenti e le richieste di trasferimento extraregionale continuano senza sosta, ‘svuotandodi professionisti l’unico Ospedale della Valle”.

Insomma, scrivono le organizzazioni sindacali: “Si vogliono garantire solo le urgenze oppure è intenzione mantenere, e magari migliorare, le visite, le prestazioni diagnostiche radiologiche e gli interventi chirurgici programmabili, già gravati da lunghe liste di attesa? La realtà non fa presagire a nulla di buono, a partire da un imminente possibile declassamento del Parini a ‘ospedaletto di provincia’, se non verranno prese contromisure urgenti”.

Da qui la richiesta tripla di un governo stabile, un Assessore alla Sanità con competenze in materia e un Direttore Usl e non più un Commissario: “Ora più che mai servono chiare scelte di indirizzo politico, decisioni aziendali responsabili eforti’, basate su una seria e coerente pianificazione a breve, medio e lungo termine che abbia a cuore la salute dei valdostani e il lavoro di tutti noi Professionisti della Salute”.

Qualcosa, però, manca ancora: “Che fine ha fatto la costruzione del ‘prefabbricato’ in Ospedale? Perché, in attesa del prefabbricato, non utilizzare anche, al bisogno, posti letto in strutture alberghiere per i pazienti Covid dimissibili dall’ospedale, ma non ancora logisticamente idonei a tornare al proprio domicilio? Perché non garantire anche un numero maggiore di Usca, viste le distanze che caratterizzano i collegamenti nel nostro territorio montano? Le organizzazioni sindacali hanno sempre dimostrato fattivo spirito di collaborazione: ancora di più oggi abbiamo proposte e idee per aiutarci ad affrontare tutti insieme il periodo critico che ci attende. Chiediamo dunque di essere ascoltati, nel timore che non si sia fatto adeguatamente tesoro’”.

“Senza una sanità territoriale che faccia adeguatamente da filtro, insieme a un ospedale per i pazienti acuti (tutti, sia Covid positivi che negativi), la situazione sanitaria in Valle potrà seriamente aggravarsi, peggiorando ancor di più il disagio lavorativo: le Organizzazioni sindacali saranno alla fine costrette a intraprendere misure di protesta, a tutela della salute dei lavoratori”, si legge ancora nella nota.

Non ci bastano più i soli elogi per affrontare quegli sforzi, definiti ‘eroici’, dei mesi di marzo, aprile e maggio: avrebbero ora solo il sapore di una beffa senza che siano accompagnati da azioni concrete. Il Governo Regionale, e non ne comprendiamo il motivo, non ha recepito la legge nazionale 77/2020 per utilizzare risorse aggiuntive da destinare al lavoro disagiato di medici, dirigenti e infermieri. La legge regionale 8/2020 è stata impugnata dal Consiglio Dei Ministri: mentre la Corte Costituzionale deciderà, ci aspettiamo che si trovi il modo, al più presto, di riconoscere finalmente il nostro disagio. Auspichiamo pertanto che, subito dopo la formazione del nuovo Governo Regionale, si possa avviare con il nuovo Assessore un proficuo confronto, con lo spirito collaborativo che ci ha sempre contraddistinto, prima che la nuova ondata di Covid faccia ulteriori danni”.

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