Revoca dell’isolamento, Aosta cerca di sbloccare i ritardi con una procedura telematica

Il Comune ha abolito la triplice copia consegnata dal messo, sostituendola con una mail. L'obiettivo è sveltire i tempi. Nuti: "Abbiamo emanato, in due mesi, più di 1400 ordinanze. Già ora siamo oltre il doppio rispetto la prima ondata".
Il municipio di Aosta
Società

Oltre un centinaio di ordinanze al giorno da firmare, senza contare quelle di revoca dell’isolamento. L’onda lunga dell’emergenza da Covid-19 si riflette anche negli atti amministrativi che piovono negli Uffici comunali e sulle scrivanie dei Sindaci.

Un “collo di bottiglia” – soprattutto per chi aspetta di uscire dall’isolamento – sul quale ha cercato di intervenire il Comune di Aosta, tentando di snellire le pratiche con una nuova procedura.

“Abbiamo distaccato più di venti persone alla Protezione civile – spiega il Sindaco del Capoluogo Gianni Nuti –, anche perché l’attribuzione degli oneri di revoca dell’isolamento da parte dell’Azienda Usl ai Comuni ha causato chiaramente una congestione negli Uffici alla quale si è fatto fronte anche con azioni di tipo volontaristico da parte di tutti noi. Abbiamo cercato di scardinare qualche ‘mito della burocrazia’ come la notifica ‘brevi manu’ delle ordinanze in triplice copia abolendole una ed effettuandone l’invio attraverso una mail. Oggi, il giorno dopo la notifica dell’Usl, a volte anche il giorno stesso, riusciamo a comunicarlo ai cittadini”.

Una notifica di revoca che, quindi, non passerà più attraverso i messi comunali e che a regime potrebbe portare un po’ di ossigeno negli Uffici: “Tutto questo l’abbiamo deciso da sabato scorso – aggiunge ancora Nuti –, quindi si sta cercando di smaltire il carico con tutte le forze possibili”. Non senza difficoltà: “Soprattutto per chi ha la residenza da una parte ed il domicilio da un’altra. Ce la stiamo mettendo tutta e spiace molto per queste attese prolungate. La quantità di documenti però è enorme. Un centinaio al giorno solo riguardante i positivi, senza contare tutte le ordinanze di revoca”.

I numeri del Comune

Numeri sensibilmente più alti rispetto alla prima ondata? “Sì – spiega ancora il Sindaco –, la situazione è decisamente peggiore rispetto alla primavera, dal punto di vista quantitativo. In un mese e mezzo abbiamo ampiamente superato quanto è stato smaltito nei tre mesi e mezzo della prima ondata della pandemia, da marzo a inizio giugno. Questa nuova procedura, più snella, può sicuramente portare beneficio. Speriamo però, prima di tutto, che il numero positivo diminuisca quanto prima e che, superato il picco, la mole di ordinanze si abbassi”.

Nel dettaglio Nuti spiega: “Abbiamo emanato, in due mesi, più di 1400 ordinanze. Contiamo che ‘in tempo di pace’ l’Amministrazione ne emana grossomodo 450 all’anno. Già ora siamo oltre il doppio rispetto la prima ondata, se contiamo che un’ordinanza ha bisogno di controlli e del protocollo”.

Sulle istanze di revoca che arrivano in Comune, invece, il Sindaco aggiunge: “In questo momento stiamo processando le istanze che ci ha inviato ieri e oggi l’Azienda Usl, e va tenuto conto che oggi ne sono arrivate 50 alle ore 16. Gli Uffici della Protezione civile lavorano 12 ore al giorno ed è sceso in campo anche del personale volontario”.

Con ritardi che, a volte, dipendono dai dettagli: “Purtroppo, a volte – chiude Nuti –, dalle maglie qualcuno rimane indietro. Spesso capita infatti che l’autodichiarazione per la revoca venisse inviata solo a me, mentre è necessario che sia mandata alla Protezione civile e a me per conoscenza”.

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