Stop allo sci, le reazioni della politica

Le prese di posizione del Comité Fédéral Uv e di Fratelli d'Italia Vda.
Cervinia sci
Società

La “questione sci”, la possibilità di una apertura per gli impianti di risalita per l’inverno – speranza che sembra definitivamente crollata dopo le parole, ieri, del premier Conte – , arriva sul tavolo del Comité Fédéral dell’Union Valdôtaine.

Da un lato c’è la soddisfazione per “l’approvazione del ‘Protocollo Scida parte della Conferenza delle Regioni“, con il Comité che “Approva e sostiene la nota stampa firmata dai rappresentanti delle regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Veneto e province di Bolzano e Trento dove si ribadisce che il Protocollo approvato individua tutte le misure di prevenzione del contagio da SARS-Cov-2 per l’uso sicuro degli impianti di risalita”.

Servono, però, “certezze e una data comune per l’inizio della stagione invernale, tenendo conto del quadro sanitario che prenderà forma nelle prossime settimane”.

Attività sulla neve, da fare in sicurezza

Stagione, come detto, le cui possibilità di partire sembrano flebili. Il Comité Fédéral, però, insiste sull’“importante ruolo della montagna, che da sempre rappresenta il luogo ideale per ristabilire l’equilibrio psicofisico grazie ai grandi spazi aperti che permettono di viaggiare in sicurezza evitando i raduni. La pratica dello sci alpino e dello sci di fondo, così come ciaspole, passeggiate sulla neve e altre attività all’aperto, effettuate rispettando tutti i protocolli sanitari, potranno aiutare la popolazione italiana a superare questo momento difficile”.

Anche perché, sentire, comune, “un’eventuale cessazione di queste attività avrà sicuramente delle conseguenze molto gravi sulle zone di montagna e sulla loro economia. Migliaia di aziende e di famiglie cadranno in una crisi profonda, accelerando lo spopolamento degli terre alte”.

Approvare il protocollo, non isolare la Valle

Nel suo documento, il Comité Fédéral chiede alla Giunta regionale e ai parlamentari valdostani di intercedere, di “controllare tutti i passaggi con il CTS, in modo da raggiungere l’approvazione del Protocollo Sci. In particolare, converrà identificare le procedure adeguate per evitare un possibile isolamento della Valle d’Aosta nel caso il protocollo per l’utilizzo delle stazioni sciistiche venisse approvato ma lo spostamento tra regioni totalmente impedito”.

Il problema, altrimenti, non sarebbe solo economico: “Misure irragionevoli per le nostre regioni di montagna – scrive il Comité – sarebbero ancora di più penalizzanti rispetto alle località sciistiche estere. In particolare, le prestigiose località svizzere che ci sono vicine, sembrano svolgere regolarmente le loro attività con l’adozione di protocolli sanitari specifici. Se questa situazione dovesse verificarsi, la tesi che la montagna interesse molto poco allo Stato italiano troverebbe conforto”.

” Si faccia una verifica di maggioranza e si agisca di conseguenza”

Ad intervenire nel dibattito apertosi a seguito della posizione del Governo Conte sulle “vacanze dello sci” è anche Fratelli d’Italia Vda.

“Dalla ripartenza regolamentata e in sicurezza degli impianti di risalita nel prossimo mese di dicembre e, comunque, a partire almeno dalle vacanze di Natale, dipende gran parte dell’economia diretta e indotta della nostra regione alpina.” ricorda il segretario Alberto Zucchi. ” Gli autonomisti locali si pongano delle domande, si diano le risposte e si assumano la loro parte di responsabilità. Su certi temi, così impattanti per la nostra economia, non si può tirare a campare e continuare a far finta di niente limitandosi ad inveire contro un governo nazionale i cui appartenenti decisori dissenzienti più accaniti sono dello stesso Partito che compone la maggioranza regionale.”

Il movimento chiede, quindi, una “verifica di maggioranza”, per poter poi agire di conseguenza.

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