L’ordinanza sulla “zona rossa” in media Valle fa a pugni con la Costituzione

Pubblichiamo la riflessione di natura giuridica di un lettore, che ha esaminato il testo dell’atto con cui sono stati chiusi i comuni di Saint-Denis, Chambave e Verrayes, concludendo con più d’una perplessità.
I lettori di AostaSera
I lettori di Aostasera

La lettura dell’ordinanza n. 422 emessa dal Presidente della Regione in data 15 ottobre 2020, con la quale viene disposta la chiusura dei Comuni di Saint-Denis, Chambave e Verrayes, suscita plurime perplessità in merito alla sua compatibilità con i principi generali dell’ordinamento giuridico e, soprattutto, con i diritti riconosciuti dalla Costituzione.

È sufficiente leggere l’ordinanza per comprendere che essa incide pesantemente sulla libertà di circolazione (art. 13, impedendo l’uscita dal domicilio), di iniziativa economica (art. 41, con la chiusura delle attività produttive e commerciali), sul diritto al lavoro (art. 4, per l’impossibilità di recarsi sui luoghi di lavoro), sul diritto allo studio (art. 34, ad esempio, per i ragazzi che frequentano licei ad Aosta e per i quali non è attivabile la didattica a distanza). L’ordinanza incide poi su altri diritti costituzionali, di fatto eliminandoli (es. artt. 17-18-19).

Ebbene, a fronte di tale grave sacrificio per la vita delle persone coinvolte, l’ordinanza appare, ad una prima lettura, gravemente carente sotto il profilo della motivazione, in quanto da un lato si limita ad elencare in ordine cronologico una serie di norme della legislazione statale senza in alcun modo spiegare quali tra esse attribuiscono alla Regione il potere di intervenire in misura così incisiva sui diritti fondamentali (e per questa parte la motivazione è inesistente), dall’altra non è dato conoscere quali siano le ragioni sanitarie che hanno indotto i vertici della Regione all’esercizio di un siffatto potere.

Nel testo della motivazione, sul punto, si fa riferimento generico ad un documento datato 15 ottobre 2020 del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL regionale (che non è dato reperire né nel testo dell’ordinanza né, salvo sviste, sul sito della Regione), in cui si evidenzierebbe un generico motivo di emergenza sanitaria. Sarebbe sufficiente questo solo dato per ritenere illegittima l’ordinanza, posto che per giurisprudenza amministrativa l’atto presupposto deve essere “ostensibile”, cioè conoscibile ai destinatari del comando. Neppure è dato comprendere se l’ordinanza è data dal superamento dell’indice RT o di altri indicatori, né quale sia l’indice riscontrato nelle località e quello soglia.

In sintesi, non è dato comprendere, quali siano le specifiche esigenze sanitarie che abbiano indotto la Regione a sacrificare in modo così incisivo i diritti costituzionali dei diretti interessati.

Ma ciò che veramente lascia stupefatti è la mancanza di un termine finale di efficacia dell’ordinanza, poiché essa si limita a stabilire la data in cui inizierà ad avere vigore (dalle 00.00 del 15 ottobre 2020) e “fino a nuovo provvedimento”. Qui il provvedimento mostra perfino di ignorare che in materia di esercizio di poteri “extra ordinem”, ossia quelli dettati per situazioni di emergenza, qualora siano addirittura incisivi su diritti costituzionali, la caratteristica essenziale della misura di rigore è la sua temporaneità, resa manifesta dall’indicazione di un termine finale (naturalmente prorogabile).

A riprova di ciò, diversamente dalle previsioni dell’ordinanza regionale, un termine finale di efficacia è sempre stato previsto nei DPCM governativi, anche nel periodo di “lockdown” nazionale dello scorso marzo. In questo caso, invece, gli sfortunati valdostani rischiano di restare in regime di rigore a tempo indeterminato e senza previamente conoscere le ragioni tecniche che avrebbero imposto la misura e senza conoscere le ragioni tecniche che ne consentiranno la cessazione.

In altri termini l’amministrazione si arroga il potere di comprimere le libertà fondamentali riconosciute dalla Costituzione senza limiti di tempo prefissati e di fatto regredendo i diritti fondamentali al rango di interessi solo amministrativamente protetti (al pari dell’interesse del cittadino al buon funzionamento dell’illuminazione stradale o del servizio di raccolta dei rifiuti).

Ciò lascia veramente perplessi e desolati sull’effettivo grado di cultura giuridica e di consapevolezza della straordinaria aggressione di diritti costituzionali.

Lettera firmata

0 risposte

  1. io vedo solo incompetenti che hanno adottato misure eccessive che oltretutto sono stati rivotati e che ci ritroveremo tra i piedi altri 5 anni…..
    poi gli stessi fenomeni che chiudono 3 comuni consentono di fare la regionale, mercatini di natale e fiera di sant orso…..mah

  2. La faciloneria ha gia’ fatto troppi morti e il Covid non conosce la Costituzione. Purtroppo le proiezioni (qui quella dell’Institute for Health Metrics and Evaluation IHME
    https://covid19.healthdata.org/italy?view=total-deaths&tab=trend
    Istituto indipendente dell’Universita’ di Washington) danno per l’Italia al 1 febbraio 2021 70.000 morti per Covid (il doppio di quanto abbiamo avuto fino ad adesso), 50.000 con l’uso di mascherine e 150.000 senza restrizioni

    1. Roberto se lei accetta che possa venir calpestata la costituzione e i diritti fondamentali dovrà accettare anche la possibilità di venire abbattuto se trovato positivo, come si fa con gli animali. Gravissimo anche solo pensare una frase come quella che ha scritto lei “La faciloneria ha gia’ fatto troppi morti e il Covid non conosce la Costituzione”. In nazismo è nato così.

      1. Facile lamentarsi…non entro nel merito giuridico della soluzione ma le finalità sono chiarissime, bloccare il più possibile l’aumento di diffusione del Covid . Non ci sono morti? Meglio vuol dire che tutto questo mal lavorare non sarà tutto da buttare. Vedremo comunque come andrà nei prossimi giorni.

        Se invece tutti quelli che hanno criticato pensano di avere ricette migliori (realistiche, con la capacità di 250 tamponi al gg chiedere di testare 2/3..000 persone in 24h non è una soluzione, solo una sparata).

        Che poi si potesse fare meglio quest’estate quando c’era il tempo ci posso anche credere, ma anche qui molti avrebbero detto che il covid era sparito, che le mascherine non servivano, che era tutto finto, ecc…

  3. Ho letto che il tribunale amministrativo di Berlino ha annullato il regolamento che prevedeva chiusura locali dalle 23 alle 6. Definito spoporzionato quale misura di contenimento del Covid. Possiamo ricorrere anche noi ? Inoltre, quante persone vengono coinvolte in queste decisioni ? L’ultima seduta del Consiglio regionale è dell’11/08/2020. In pratica le nostre libertà e il nostro lavoro sono nelle mani di pochissime persone che non rendono conto a nessuno. Infine, l’ultimo decesso in Valle d’Aosta per Covid è di giugno 2020. Le motivazioni del provvedimento sono carenti e sproporzionate. Lasciando passare questi metodi, a breve ogni giorno sarà buono per non poter più uscire di casa, e peggio per lui a chi tocca.

  4. Se in questi paesi vi è un numero di positivi rispetto al resto della regione significa
    che vi sono state delle evidenti leggerezze perciò chi è causa del suo male pianga
    sè stesso. Il problema è che a causa di imprudenze di qualcuno rischiamo di
    pagarla tutti.
    In quanto alla costituzione è da anni che viene sistematicamente aggirata.

    1. Mario, stia a casa e per lei andrà tutto bene. Lasci stare la costituzione, solo pensare di accettare che possa venire aggirata o non rispettata fa pensare agli anni bui del nazifascismo. Quello che è successo in questi giorni con l’ordinanza 422 è gravissimo e inaccettabile su tutti i fronti. Chi accetta questo metodo è corresponsabile della privazione dei diritti fondamentali e quando capiterà a lei non avrà modo di far valere i suoi diritti.

  5. Assolutamente d’accordo. Da poco esperto di problemi costituzionali mi ero limitato a sottolineare quanto fosse comico, con tutto il rispetto per i poveri abitanti dei comuni, il provvedimento preso. Meraviglioso poi il blocco della statale tra Nus e Pontey. Ma perchè? Siamo alla farsa.

  6. Non solo sono pienamente d’accordo su quanto detto ,giuridicamente parlando, dal lettore (che saluto) ma aggiungo che se proprio questa “privazione di libertà” si deve fare ,dovrebbe essere quantomeno limitata al periodo necessario ( due tre giorni ) per effettuare velocemente i tamponi sulla popolazione interessata (2500 ab. circa).
    Dare una data di inizio di questa “brutta faccenda “e non datarne la fine è veramente grave.
    saluti
    euplio

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