Coronavirus, in Valle d’ Aosta rallenta la curva dei ricoveri e scende l’indice Rt

Secondo il dottor. Luca Peano "la situazione attuale della Valle d’Aosta è un po’ meno preoccupante" rispetto ad un paio di settimane fa. Ci spiega perché nella sua rubrica "Un epidemiologo per amico".
Un epidemiologo per amico

La situazione attuale della Valle d’Aosta è un po’ meno preoccupante rispetto a quanto riportavo nella mia precedente nota del 3 novembre, per la presenza di alcuni timidi segnali di ottimismo.

Vi spiego come ho costruito i miei grafici, che chiunque può verificare. Innanzi tutto la fonte: il bollettino quotidiano della Protezione Civile, con i suoi scarsi dati, ed il report settimanale dell’Istituto Superiore della Sanità (ISS), con le sue analisi più approfondite ma in ampio ritardo nei confronti di una pandemia che si evolve giorno per giorno (per essere chiaro: l’ultimo report disponibile è stato pubblicato il 10 novembre si riferisce alla settimana dal 26 ottobre al 1° novembre con i dati aggiornati al 7 novembre). Poi come li ho costruiti: essendo numeri piccoli, con ampie variazioni quotidiane che ne rendono difficile la comprensione, ho deciso di valutare gli andamenti settimanali piuttosto che quelli giornalieri. Con tutti questi limiti, ecco le mie analisi.

 

Come vedete, i nuovi casi (linea verde) sono più che triplicati rispetto al picco della prima fase. Nella settimana dal 28 marzo al 3 aprile ci furono in media 38 casi ogni giorno, nella settimana dal 7 al 13 novembre sono stati 128. Come già affermavo la volta scorsa, questo non è un dato così significativo come potrebbe forse sembrare, perché è fortemente influenzato dall’aumentata possibilità di eseguire dei tamponi diagnostici che ha permesso di testare non più soltanto i soggetti malati, come avveniva all’inizio, bensì anche i sospetti, i soggetti intercettati dal contact tracing e quelli sottoposti a screening per svariati motivi.

 

Il grafico degli ospedalizzati (linea blu, che comprende ricoveri ordinari e ricoveri in Terapia Intensiva), sempre su base settimanale, ovvero quanti sono in media i ricoveri giornalieri settimana per settimana, mostra due caratteristiche principali: la prima è che il picco della prima fase è già stato superato sia in valore assoluto sia come pendenza della curva, che rappresenta la velocità dell’aumento; la seconda è che nelle ultime due settimane si è verificato un netto rallentamento. La linea rossa rappresenta invece la media giornaliera dei ricoveri in Terapia Intensiva sempre su base settimanale: fortunatamente non è stato raggiunto il picco dei 26 ricoveri della prima fase (questa settimana siamo arrivati a 15) e la pendenza della curva attuale, pur se ancora in crescita, è meno accentuata.

In termini più comprensibili: l’aumento dei ricoveri ospedalieri rappresenta un forte stress su tutto il sistema sanitario con Pronto Soccorso congestionato, reparti tradizionali convertiti in reparti Covid, riduzione se non arresto totale della normale attività ospedaliera per tutte le altre patologie, maggior rischi di contagio per tutti; e solo per citarne alcuni, com’è noto a tutti.

 

Terzo grafico, i decessi (linea rossa): purtroppo in aumento, con un picco di 39 decessi complessivi nell’ultima settimana, contro i 37 di picco settimanale nella prima fase. L’unica consolazione è quella che i decessi seguono di 1-2 settimane le altre curve e che i si sono ridotti nelle ultime settimane: +14 dal 24 al 30 ottobre rispetto alla settimana precedente in cui si erano verificati i primi 3 casi,+12 dal 31 ottobre al 5 novembre e +10 dal 7 al 13 novembre.

 

Vi state ancora chiedendo perché ho parlato di timidi segnali di ottimismo? L’unico parametro che lo giustifica, a parte il rallentamento della curva dei ricoveri, è l’Rt: com’è noto, sopra il valore di uno significa che la pandemia è in aumento, sotto l’uno invece diminuisce. E nelle ultime due settimane prese in esame dall’ISS, che purtroppo si fermano al 1° novembre, è chiaramente in diminuzione. Speriamo che questo trend sia confermato.

Una piccola nota metodologica: perché l’Rt diminuisce quando in realtà i casi aumentano? Vi riporto esattamente la spiegazione ufficiale dell’ISS. “I due indicatori sono calcolati su dati leggermente diversi: infatti il conteggio dei casi si riferisce al numero complessivo delle persone con infezione confermata da SARS-CoV-2 [che è la denominazione esatta del virus responsabile della pandemia] diagnosticate ciascun giorno sul territorio italiano (per data di diagnosi), mentre l’Rt è calcolato sul sottogruppo dei casi con sintomi non importati e riferito ai tempi in cui questi sintomi si sono sviluppati (per data di inizio sintomi). Quindi il calcolo dell’Rt è relativo ad una parte della curva e ad un periodo temporale “sfalsato” di circa 1 settimana”.

Grazie per l’attenzione ed arrivederci, speriamo con risultati migliori.

 

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