Nel processo di secondo grado ai cinque condannati dal Tribunale di Aosta in dibattimento ordinario si sono tenute oggi, a Torino, le discussioni di Regione, comuni di Aosta e Saint-Pierre e Libera, nonché dei legali di Prettico e Raso.
Si tratta del filone processuale che interessa gli 11 imputati che avevano scelto inizialmente di essere processati con il rito abbreviato. Tra loro, alcune figure ritenute di spicco della “locale” di Aosta: Bruno Nirta, i fratelli Di Donato e Francesco Mammoliti.
Alcune difese, tra le quali quella di Bruno Nirta, ritenuto il “coordinatore” della “locale” di ‘ndrangheta di Aosta, potrebbero rinunciare ai motivi di ricorso in Appello, a fronte di una riduzione della condanna.
Per gli altri imputati - i presunti "partecipi" Prettico e Giachino e gli accusati di concorso esterno Sorbara e Carcea - la richiesta è di confermare la sentenza di primo grado. Prossima udienza il 31 maggio.
All’udienza di oggi, lunedì 3 maggio, oltre alla relazione introduttiva e ad alcune istanze difensive, ha preso il via la requisitoria del pg Valerio Longi, soffermatosi sugli elementi costitutivi della “locale” alla base delle indagini.
Riguarderà le figure ritenute dalla Dda di Torino e dai Carabinieri di maggior spicco nella “locale” di Aosta: Bruno Nirta, Marco Fabrizio Di Donato, suo fratello Roberto Alex Di Donato e Francesco Mammoliti.
Il procedimento di secondo grado si terrà dinanzi alla seconda sezione penale della Corte d’Appello di Torino. A proporre ricorso, i difensori degli imputati e la Dda di Torino, limitatamente ad un capo d’imputazione.
Gli avvisi di chiusura indagini sono arrivati all’ex dirigente del Casinò Walter Romeo, ai fratelli Daniele e Luciano Cordì e a Pasqualina Macrì. I profili “dubbiosi” delle loro deposizioni erano stati segnalati dal Tribunale.
L’istanza dei legali dell’ex consigliere regionale, condannato a 10 anni di carcere nel processo “Geenna” per concorso esterno in associazione di tipo mafioso, è stata accolta. La Dda di Torino aveva formulato parere negativo.
Si tratta di un atto dovuto da parte della Dda di Torino, conseguente alla trasmissione degli atti della sentenza del processo “Geenna”, attuata dal Tribunale di Aosta, con la segnalazione di “indizi del reato” a carico dei tre politici.
Si tratta dell'ex dirigente del Casinò Walter Romeo, dei fratelli Daniele e Luciano Cordì e di Pasqualina Macrì. I profili di reticenza, omertà e mendacità nelle loro testimonianze sono stati segnalati alla Procura dal Tribunale.
I giudici del Tribunale di Aosta, nel motivare le condanne inflitte lo scorso 16 settembre, trasmettono gli atti processuali alla Dda a carico di Renzo Testolin, Laurent Viérin e Luca Bianchi, al fine di valutare l'ipotesi di concorso esterno nell'associazione mafiosa.
Un ampio capitolo della sentenza del processo “Geenna” dinanzi al Gup di Torino Alessandra Danieli è dedicato all’infiltrazione delle istituzioni valdostane, attuata dai condannati - si legge - per ottenere “utilità e vantaggi illeciti”.
Le reazioni sono iniziate subito dopo le condanne pronunciate ieri dal Tribunale di Aosta, ma oltre a Lega Salvini e MoVimento 5Stelle, per ora ad esprimersi sono stati solo il senatore Lanièce, la lista “VdA Unie”, Italia Viva VdA, Alliance Valdotaine e Adu Vda.
I commenti dei difensori del consigliere regionale sospeso alla sentenza di colpevolezza. Libera Valle d’Aosta: “il nostro dossier del 2012 diceva le stesse cose dette dal pm” in aula. La Dda: “Abbiamo fatto il nostro dovere”.