L’udienza di oggi, lunedì 24 gennaio, al Tribunale di Aosta, ha messo la parola “fine” al processo sulla gestione non autorizzata di rifiuti alla discarica di Pompiod, ad Aymavilles. Per l’imputazione di “Inosservanza delle prescrizioni contenute nelle autorizzazioni”, il giudice ha ammesso ad un’oblazione di 9.750 euro a testa i due imputati: Umberto Cucchetti, legale rappresentante di “Ulisse 2007 Srl” (società di gestione del sito), e Maria Antonietta Dellisanti, direttore tecnico dell’impianto. Con l’accoglimento della richiesta di estinzione alternativa del reato, il giudice ha pronunciato, nei confronti di entrambi, il “non doversi procedere” per l’accusa contestata.
La mitigazione verificata
L’ammissione all’oblazione è derivata dall’avvenuta verifica, attraverso dei sopralluoghi alla presenza delle parti (compresi i consulenti tecnici della Procura, che avevano avanzato suggerimenti di migliorie), della conformità dell’effettuazione degli interventi di mitigazione prospettati dalla società all’inizio del procedimento. In particolare, l’opera era stata declinata in una “copertura dei rifiuti attualmente presenti” in discarica e nella “rimozione della partita di rifiuti oggetto di indagine”. Per entrambi i manager dell’azienda era già intervenuta, nel dicembre 2020, l’archiviazione dell’ipotesi di reato di inquinamento ambientale.
“Ulisse 2007” patteggia
Regolate le posizioni individuali, restava sul tappeto quella della società, chiamata in causa quale ente responsabile dell’illecito amministrativo derivante dai reati addebitati ai suoi amministratori. “Ulisse 2007 Srl” ha scelto di patteggiare il versamento di una somma di 10.750 euro. Il giudice ha anche disposto il pagamento, da parte della ditta, di 3.500 euro alla Regione e di 2.850 al Comune di Aymavilles, parti civili ammesse nel procedimento, quale risarcimento delle rispettive spese legali. Al termine dell’udienza odierna, è stata altresì disposta dal magistrato la revoca del sequestro cui la discarica era ancora sottoposta (iniziato nel settembre 2019).
La società: “rinnovare l’autorizzazione”
Al riguardo, “Ulisse 2007 Srl” sottolinea in una nota che “non sussiste più alcun ostacolo alla ripresa dell’iter di rinnovo dell’autorizzazione” all’esercizio dell’impianto “da parte della Regione Valle d’Aosta”, anche perché “il titolo autorizzativo è risultato infatti perfettamente legittimo e legale”. Questa partita era stata anche oggetto di un contenzioso tra piazza Deffeyes e “Ulisse 2007” dinanzi alla giustizia amministrativa, con la persistenza dei sigilli quale elemento che aveva consentito alla Regione di veder riconosciuta la correttezza della sua posizione nel non dar corso al rinnovo.
Le indagini
Secondo l’accusa, a Pompiod, dal 2018 e sino all’agosto 2019, erano stati smaltiti materiali, per poco meno di 3.500 tonnellate, incompatibili con la natura e l’autorizzazione dell’impianto. Sui conferimenti avevano indagato il Corpo forestale della Valle d’Aosta e la Guardia di finanza. Nella tesi della Procura, rappresentata in aula dal pm Francesco Pizzato, il materiale al centro delle indagini proveniva anche da Piemonte e Lombardia e aveva caratteristiche tali (presenza, tra l’altro, di mercurio, antimonio, fenolo e idrocarburi) da rendere i rifiuti classificati quali “pericolosi”.
Per gli inquirenti, il sito veniva utilizzato, “di fatto, come discarica per rifiuti speciali non pericolosi, in luogo d’inerti”. Il processo era nato a seguito dell’opposizione, da parte degli imputati, ai decreti penali di condanna emessi dal Tribunale (con ammende da 38.500 euro per ognuno dei due imputati e per “Ulisse 2007”), accogliendo la richiesta della Procura una volta chiuse le indagini. Sanzioni che erano state annullate con l’apertura del procedimento finito oggi, dall’esito salutato da “Ulisse 2007” con la “constatazione che non sono derivati pericoli per l’ambiente e non vi sono stati abusi perseguibili nella gestione della discarica di Pompiod”.