È durata poco più di mezz’ora l’udienza preliminare dinanzi al giudice Filippo Aragona, nell’aula bunker del tribunale di Reggio Calabria, per i diciotto imputati dell’operazione “Altanum”, condotta dai Carabinieri e dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina nello scorso luglio, tra la Calabria, la provincia di Bologna e la nostra regione. Al centro del processo vi sono due cellule di ‘ndrangheta – la cosca Facchineri di Cittanova e la “locale” di San Giorgio Morgeto – le loro attività criminali ed il feroce contrasto che le opponeva, con la “proiezione delle due consorterie nel territorio valdostano”. Per questo, al tempo del “blitz”, tre arresti erano stati eseguiti in Valle.
L’udienza si è fermata ad aspetti preliminari. Il Gup ha infatti rilevato la necessità di integrare le parti del processo, con nuove persone offese. Tra queste vi è la Regione Valle d’Aosta, che potrà quindi scegliere se costituirsi parte civile nel procedimento. La prossima udienza è stata fissata per giovedì 5 marzo. Analoga possibilità avranno le regioni Calabria, Toscana ed Emilia-Romagna, la Città metropolitana di Reggio Calabria e i comuni di Cittanova e di San Giorgio Morgeto (quest’ultimo sciolto per infiltrazione mafiosa nei giorni a cavallo dello scorso Natale), tutti enti individuati dal giudice come lesi dai fatti oggetto dell’inchiesta.
L’imputato principale è Giuseppe Facchinieri, 59 anni, detto “Il Professore” e considerato a capo della ‘ndrina Facchineri. È accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, per aver svolto “compiti di decisione, pianificazione e individuazione delle azioni e delle strategie” del sodalizio. Nel suo capo d’imputazione non mancano riferimenti specifici alla Valle, legati all’omicidio di Salvatore Raso, esponente della locale sangiorgese ucciso in Calabria il 16 settembre 2011. “Altanum” nasce infatti quale “rilettura” e valorizzazione di varie attività investigative del passato, tra le quali l’indagine “Tempus Venit” dei Carabinieri del Gruppo Aosta e della Dda di Torino, sull’estorsione tentata nei confronti di due imprenditori operanti in Valle, fonte dell’uccisione.
La richiesta di denaro a Giuseppe Tropiano (della Edilsud Srl) e Luigi Monteleone (della Archeos Sas), originari di San Giorgio Morgeto ed impegnati nella costruzione del parcheggio pluripiano dell’ospedale “Parini”, secondo le indagini, era stata organizzata e coordinata dal “Professore” in persona. Monteleone aveva denunciato alle forze dell’ordine, mentre Tropiano si era rivolto ai fratelli Salvatore, Michele e Vincenzo Raso (gli ultimi due arrestati l’estate scorsa, Vincenzo in Valle, e a loro volta a processo) chiedendo aiuto per le pretese del clan di Cittanova. A fronte dell’intervento “avversario”, Facchinieri avrebbe ordinato l’omicidio di Salvatore, “funzionale da un lato al buon esito dell’attività estorsiva in atto in danno della Edilsud” e, dall’altro, “a ribadire e consolidare la supremazia sul Locale di San Giorgio Morgeto da parte della ‘ndrina Facchineri”.
Concorrenti morali sono considerati dagli inquirenti Giuseppe Chemi (59) e Roberto Raffa (44), anch’essi imputati di associazione a delinquere di stampo mafioso. Il primo, in qualità di “punto di riferimento del cognato Giuseppe Facchinieri”, per aver tenuto “i contatti con appartenenti al locale di San Giorgio Morgeto” nella vicenda estorsiva. Il secondo, per aver agito da “basista in Valle d’Aosta” del sodalizio “con il compito di individuare le possibili vittime delle estorsioni da compiere”. Nelle investigazioni del 2011 Raffa, artigiano, era stato intercettato in una telefonata con l’allora assessore al Comune di Aosta Marco Sorbara (attualmente agli arresti domiciliari, perché accusato di concorso esterno nella “locale” aostana al centro dell’inchiesta “Geenna”) in cui discutevano di alcune ipotesi di interventi.
Tra i diciotto imputati di “Altanum” figurano poi i protagonisti di un altro scenario a cavallo tra la Valle e la Calabria, legato al traffico di stupefacenti. Maurizio Napoli (47), Michele Fonte (56), Veronica Fonte (32) e Gianluca Cammareri (31) devono rispondere di “essersi associati tra loro” al fine “di reperire ed acquistare in territorio calabrese, trasportare in Aosta attraverso camion facenti capo a ditte di trasporti” attive tra San Giorgio Morgeto e il capoluogo regionale, nonché “commercializzare quantitativi” di Marijuana. Secondo i Carabinieri, Napoli avrebbe reperito la sostanza e organizzato la spedizione, mentre gli altri tre l’avrebbero venduta.