Crisi sanità, i sindacati: “Non gravare ulteriormente su lavoratrici e lavoratori”

A dirlo Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, che sulla carenza di personale aggiungono: "Le criticità presenti in passato ed esacerbate nel presente non sono mai state seriamente affrontate". Ora si chiedono soluzioni, altrimenti: "saremo pronti a dichiarare lo stato di agitazione”.
Ospedale Parini
Economia

Gli ingredienti ci sono tutti: dalla “sospensione dei dipendenti non vaccinati, alla carenza cronica di personale e alle continue mancate sostituzioni”, che portano alla “concreta preoccupazione che la sanità valdostana questa volta subisca ripercussioni incontrovertibili”.

A dirlo sono le Organizzazioni sindacali del comparto sanità Fp CgilCisl Fp e Uil Fpl in seguito alla cinquantina circa di sospensioni che, dicono, “potrebbero mandare in tilt il sistema”.

I problemi, però, c’erano già prima – spiegano i sindacati –. Un aspetto evidente a tutti e come organizzazioni sindacali, lo abbiamo sempre ribadito, anche nell’ultimo incontro con il Commissario Usl Valle d’Aosta. La verità è che le criticità presenti in passato ed esacerbate nel presente non sono mai state seriamente affrontate, considerate e risolte nella nostra azienda e nella nostra regione”.

Insomma, “siamo arrivati a un punto in cui la nostra realtà poteva avere delle forti potenzialità per essere eccellenza, poi le discrepanti decisioni di una parte consistente delle varie maggioranze politiche, che si sono susseguite in questi anni, rischiano di portare la nostra sanità a essere fanalino di coda. I problemi, come succede spesso, arrivano da lontano e il non coinvolgimento, soprattutto in passato, delle organizzazioni sindacali si percepisce”.

Se le sospensioni sono ormai Legge dello Stato, il lavoro secondo Cgil, Cisl e Uil va fatto sulle sostituzioni. “Ed è per questo che stiamo chiedendo con forza di non andare a gravare ulteriormente sulle lavoratrici e sui lavoratori in questo periodo, dove le carenze di personale non possono più essere mascherate e nascoste”. 

La soluzione, per i sindacati di comparto, c’è: “Si acceda, quindi, alle graduatorie del concorso degli infermieri per sostituire sì coloro che non si sono vaccinati (e ora sono stati sospesi), ma soprattutto per andare a risolvere un problema che non è da oggi, ma da anni e anni”.

“Non vogliamo che quelli che venivano definiti eroi appena è scoppiata la pandemia diventino ora i capri espiatori di un sistema che in fondo in fondo non li ha valorizzati e tenuti in considerazione come meritavano e meritano – chiude la nota –. Chiediamo quindi che la distanza che si è creata tra chi dirige e chi opera si riduca e che si trovino soluzioni realizzabili, rapide e condivise. Se tutto ciò non si realizzasse in tempi brevi saremo pronti a dichiarare lo stato di agitazione”.

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