Venerdì 12 dicembre, anche in Valle d’Aosta, è indetto lo sciopero generale di 24 ore del trasporto pubblico locale indetto, in tutto il Paese, dalla Confederazione Nazionale Cgil.
Lo stesso sindacato, in una nota, spiega le modalità dello sciopero che coinvolgerà gli addetti di esercizio degli autobus dalle 8 alle 12 e dalle 15 fino a fine turno. Stesse fasce orarie e di garanzia anche per quanto riguarda il personale connesso e funzionale al servizio di mobilità delle persone (ovvero i lavoratori nelle biglietterie o quelli delle attività accessorie di manutenzione).
Per il resto del personale non direttamente connesso alla mobilità delle persone, lo sciopero è previsto per l’intero turno di lavoro, mentre per quanto riguarda il servizio sostitutivo del trasporto ferroviario le braccia verranno incrociate dalle 8 alle 12.
Le perplessità del Savt (che non aderisce allo sciopero)

Non mancano le perplessità. Partendo da un dato: lo sciopero generale di venerdì è indetto dalla sola Cgil. In una nota, il Savt – Il Syndicat Autonome Valdôtain des Travailleurs – spiega che non parteciperà. Ma spiega anche il perché.
“Il 28 novembre abbiamo assistito allo sciopero generale indetto dai sindacati di base, mentre il prossimo 12 dicembre ci sarà quello della Cgil. Proseguire nella linea del confronto e del dialogo col Governo, preferendo altre forme di mobilitazione, è invece la via percorsa da Cisl e Uil”, spiegano dal Savt.
Non solo: “Questa continua proliferazione e frammentazione degli scioperi sta portando ad una progressiva riduzione della partecipazione agli stessi, con l’inevitabile conseguenza di una perdita di credibilità e di un indebolimento di quello che è lo strumento più potente che hanno a disposizione i lavoratori. Il paradosso al quale stiamo assistendo è quello che sono i lavoratori stessi ad essere infastiditi dai disagi che vengono giustamente ed inevitabilmente creati dallo sciopero, come ad esempio le difficoltà che si riscontrano nei trasporti, nella sanità e nella scuola”.
Quindi, “alla luce di queste riflessioni il direttivo confederale del Savt ha analizzato i contenuti della finanziaria per il 2026 in corso di approvazione in Parlamento e le motivazioni che stanno alla base dello sciopero generale del 12 dicembre. Entrando nel merito della manovra di bilancio si può sicuramente sottolineare come il principio delle luci e delle ombre sia assolutamente valido. Alcune iniziative finalizzate a migliorare il reddito dei cittadini e dei lavoratori sono state previste, come ad esempio la parziale detassazione dei rinnovi contrattuali e dei premi aziendali. Altre sicuramente latitano, basti pensare alle risorse in ambito di rinnovo dei contratti della sanità e della scuola pubblica. Senza ignorare che i pensionati e i lavoratori con reddito medio-basso non avranno il benché minimo beneficio dalla riduzione dell’aliquota d’imposizione fiscale, prevista per i redditi compresi tra i 28.000 e i 50.000 euro”.
“Allo stesso tempo, però, è necessario mettere in evidenza come l’utilizzo indiscriminato e non unitario degli scioperi abbia depotenziato questo strumento, che oggi viene visto sempre di più come un’azione di natura politica e sempre meno come un’arma sindacale – si legge ancora –. Fermo restando la libertà di ogni singolo lavoratore di aderire a qualsiasi iniziativa di sciopero, come Savt riteniamo che la via principale da percorrere non sia quella dell’adesione a questo sciopero ma debba tornare ad essere quella del dialogo. In particolare, e soprattutto tra
le organizzazioni sindacali. Solo se si avrà la forza di mettere in atto, quando ritenuto necessario ed opportuno, iniziative di mobilitazione unitarie che sappiano coinvolgere la maggioranza dei lavoratori e che sappiano trasmettere un vero e forte segnale di malcontento al Governo di turno, si riuscirà a dare nuovamente la dignità e la credibilità che meritano agli scioperi e alle lotte”.
