Il Comune di Aosta sostituirà il suo parco veicoli puntando sull’elettrico

La delibera è stata discussa oggi in II seconda Commissione. Il provvedimento sarà graduale, con la sostituzione a fine vita dell'attuale parco veicoli con altri completamente elettrici. "Una Amministrazione pubblica deve dare l’esempio", ha spiegato l'Assessore Cometto. Perplessità dall'opposizione.
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Il Comune di Aosta ha deciso di sostituire, progressivamente, il suo parco veicoli puntando sull’elettrico.

“I temi ambientali sono ormai all’ordine del giorno, è consolidato il fatto che si debba cambiare qualcosa e andare verso sistemi di vita e di trasporto che non consumino fossili – ha spiegato l’Assessore ai Lavori pubblici Corrado Cometto in II Commissione –. Una Amministrazione pubblica deve dare l’esempio e cavalcare il momento invece di farsi travolgere”.

Un passaggio, aggiunge l’Assessore, che “non si fa in un anno, ma se non partiamo non arriviamo. La delibera è un atto di rinnovamento progressivo del parco auto, i veicoli attualmente in esercizio non vengono attualmente dismessi e fanno la loro vita. Ma da ora in poi tutte le tipologie di veicoli, motociclette, automobili e furgoni, acquistati nuovi dal Comune saranno elettrici, quindi ad energia rinnovabile”.

Provvedimento al quale si aggiunge un lavoro di infrastrutturazione dell’Officina comunale, della sede dell’acquedotto e del Comando di Polizia locale con l’installazione di colonnine o box di ricarica, che verranno implementate anche in città: “I suggerimenti ministeriali dicono che servirà presto una colonnina ogni mille abitanti – aggiunge Cometto –, e questa delibera vuole dare questa visione, occorrerà redigere un Piano per capire le zone dove sarà più facile installarle”.

Qualche dato lo aggiunge l’ingegner Marco Framarin, Dirigente dell’Area T2: “Nella redazione del documento sul clima sono stati esaminati i consumi energetici degli Uffici comunali, dell’illuminazione pubblica e del parco veicoli. Nell’anno 2018, per i 105 autoveicoli di cui è dotata l’Amministrazione il consumo di carburante è stato di 238 megawattora. Un dato significativo e di un certo rilievo. Il Piano d’azione deve proporre un miglioramento e una riduzione del 6% al 2030. Si pensa di sostituire gli autoveicoli più leggeri, lasciando perdere per il momento gli autocarri per i quali il mercato non sembra ancora particolarmente maturo”.

Le perplessità dell’opposizione

Concetti condivisibili, che lasciano però perplessa la quota di opposizione consiliare in Commissione. L’impressione è che il proverbiale “passo” rischi di essere “più lungo della gamba”.

“È lodevole che l’Amministrazione si metta nell’ottica di dare il buon esempio, ma trovo questa proposta discutibile – ha risposto Roberta Balbis, Rinascimento VdA –. Non possiamo fare queste considerazioni con i dati del 2018. Sull’indirizzo della delibera non ci sono dubbi, ma si aprono tanti temi sulla sostenibilità che non si risolvono con mezzo elettrico: c’è il problema della filiera completa di produzione di questi mezzi e del loro smaltimento, che impegna moltissimo il nostro ambiente”.

Insomma, aggiunge la consigliera, “L’obiettivo è condivisibile, ma la linea per raggiungerlo non mi soddisfa. Il bilanciamento rischi/benefici dev’essere fatto prendendoci del tempo”.

Critico anche Sergio Togni, Lega Vallée d’Aoste: “Sono un po’ perplesso nel comprare auto completamente elettriche. Servono dei passi prima, magari con un parco di ibridi Plug-in prima. Non è ancora una tecnologia matura. Inoltre, se vediamo le curve di svalutazione delle auto, l’elettrico si svaluta di più. Nessuno vuole prendersi un’auto elettrica con 80mila km. Il nuovo con l’incentivo viene comprato, ma l’usato non va”.

Impostazione cassata dalla maggioranza, con l’Assessore all’Ambiente Loris Sartore a chiudere: “Le maggiori case automobilistiche internazionali stanno gradualmente lavorando per arrivare ad una produzione interamente elettrica. Riporto solo un dato: per raggiungere il primo milione di auto elettriche vendute ci sono voluti vent’anni, per il secondo milione 18 mesi e per il terzo tre mesi. Non stiamo facendo un salto nel buio, ritengo sia la scelta più corretta che la nostra Amministrazione possa fare”.

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